'Bullo: condannato e stoppato' - I bulli devono essere consapevoli che le loro azioni, non sono solo motivo di provvedimenti disciplinari ma costituiscono ed integrano comportamenti criminosi perseguibili sotto il profilo penale e civile
Data: Mercoledì, 05 giugno 2019 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Giorno 8 giugno 2019 dalle ore 9:30 alle ore 12:30 a conclusione del progetto “Bullo: condannato e stoppato” promosso ed approvato dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Dipartimento Regionale per l’istruzione e la Formazione Professionale della Regione siciliana per l’a.s.2018-2019, si terrà un processo penale simulato presso il Tribunale di Caltagirone a cura degli studenti della scuola secondaria di primo grado “Alessio Narbone”, degli Istituti d’Istruzione Superiore Carlo Alberto dalla Chiesa e Cucuzza Euclide di Caltagirone in collaborazione con i magistrati del tribunale.
Il processo simulato è il prodotto conclusivo del progetto “Bullo: condannato e stoppato” promosso ed approvato dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Dipartimento Regionale per l’istruzione e la Formazione Professionale della Regione siciliana per l’a.s.2018-2019, avente ad oggetto la realizzazione di varie attività per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni sul bullismo, sempre più diffusi tra i ragazzi, soprattutto negli ambienti scolastici.

L’idea base del progetto è la realizzazione di un processo penale simulato all’interno delle aule del Tribunale di Caltagirone, i cui ruoli delle varie parti processuali (magistrati, avvocati, p.m, imputati, parte civile…) sono interpretati dagli studenti “attori” e protagonisti. L’oggetto del processo sarà la trattazione di un caso di bullismo realmente accaduto in una delle scuole in rete coinvolte. La sentenza con la relativa condanna, sarà motivo di conoscenza e divulgazione delle reali conseguenze previste dalla legge in caso di configurazione delle fattispecie rilevati penalmente (violenza, minaccia, stalking, estorsione…ecc) configuranti atti di bullismo.

“Si è voluto far comprendere come le azioni o i comportamenti inquadrabili nel bullismo e/o cyberbullismo – afferma il preside Franco Pignataro - non sono solo gravi mancanze di rispetto nei confronti del compagno-a, ma rappresentano delle fattispecie giuridicamente disciplinate e rilevabili sotto il profilo penale e-o civile. Il contesto scolastico, rappresenta il luogo principe dove poter accorgersi di situazioni di bullismo e/o cyberbullismo. Pertanto, è necessario intervenire sia come prevenzione, sia come “repressione” sia come sensibilizzazione, informazione e formazione, creando negli studenti atteggiamenti critici e relativa “disapprovazione” nei confronti dei compagni “bulli”.

I bulli devono essere consapevoli che le loro azioni poste nei confronti delle vittime, non sono solo motivo di provvedimenti scolastici (note disciplinari e/o sospensioni delle attività didattiche), ma costituiscono ed integrano comportamenti criminosi perseguibili sia sotto il profilo penale e civile - dichiara la preside Mara Malignaggi - Il Dirigente scolastico, infatti, è tenuto ad informare le forze dell’ordine e le famiglie. Le azioni repressive previste dalla legge, richiedono una preventiva attività di informazione, formazione e sensibilizzazione rivolta agli studenti. Le attività in rete previste dal presente intervento progettuale, potranno essere un connubio di sinergie alla lotta del bullismo e cyberbullismo”.

Il progetto si è realizzato con la collaborazione del Presidente del Tribunale di Caltagirone Dott.ssa Giovanna Scibilia, del giudice Anton Giulio Maggiore della Corte d’Appello di Catania nonché del Capitano dei Carabinieri dott.re Sergio Vaira che ha svolto le attività di formazione ed informazione nelle scuole coinvolte.

Sebastiano Russo








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