Quinta edizione della Settimana della Legalità, organizzata dall’Istituto Superiore 'Majorana-Arcoleo' di Caltagirone
Data: Domenica, 19 maggio 2019 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Dal 13 al 18 maggio si svolta la quinta edizione della “Settimana della Legalità”, organizzata dall’Istituto Superiore “Majorana-Arcoleo” di Caltagirone, presieduto dal Prof. Giuseppe Turrisi. Un’occasione aperta alla cittadinanza - curata dalla Prof.ssa Gabriella Ioren - per riflettere a scuola ed a partire dalla scuola su vari aspetti del tema generale con esperti, testimoni, professionisti e istituzioni. Si è parlato di “Lavoro, Legalità e Sviluppo”, di “L’appartenenza e lo straniero”, nel giorno della Festa dell’Autonomia Siciliana di “Autonomia siciliana: radici storiche e opportunità”, di “Giustizia: la verità tra condanna e pena”, di “Libertà di stampa e impegno civile”, di “Cultura, Solidarietà e impegno”. Gli alunni della V B del Liceo Scientifico raccontano la giornata su "L’appartenenza e lo straniero".

Crude. Disturbanti. Scomode.
Solo con immagini di questo genere è possibile raccontare la vera tragedia che oggi affligge il genere umano, tragedia tacita, taciuta, soffocata, combattuta con coraggio e umile abnegazione da uomini che, lungi dall’essere osannati, vengono derisi, oppressi, tacciati di un logicamente insignificante “buonismo”.

È di un uomo come questi che Lidia Tilotta, giornalista e caposervizio del Tgr Sicilia, conduttrice e inviata della trasmissione “Mediterraneo”, ha voluto raccontare la storia: Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa. Leggere certe pagine di “Lacrime di sale”, il romanzo che racconta la sua vita, porta a porsi alcune domande sulla natura della società in cui viviamo, dal momento che, abituati ad essa, ci sorprendiamo di un uomo che non fa altro che essere umano.

L’impagabile dedizione, l’ostinazione infaticabile che lo contraddistinguono sono tratti caratteristici di un uomo che vive il suo lavoro come un dovere morale, non sociale; nonostante questo, però, che meraviglia dovrebbe destare un uomo che ne salva un altro che sta per morire in mare? Che ne salva cinque? Che ne salva un barcone intero? Che cura arti amputati, bruciature da benzina, gambe scuoiate, lenisce ferite fisiche e anime sperdute, stuprate, che hanno perso cari davanti ai propri occhi, che hanno dovuto compiere scelte fatali che hanno cambiato per sempre il corso della propria storia? Nessuna, in un mondo normale.  Eppure la sua storia ci sorprende, ci sorprende tanto. Troppo.

Incontrare l’autore di un libro letto è sempre un’esperienza forte: leggere è un po’ entrare nella mente di un altro e incontrare quest’altro può diventare suggestivo, può far avvertire un po’ più forte quel misterioso legame che tiene insieme le parole e le rende ponte tra me e l’altro. Incontrare l’autrice di un libro come questo, per di più un’autrice latente, modesta, nascosta dietro le quinte di una storia carica di verità e di cui lei s’è solo fatta intermediario, è diverso; ci fa capire che quel mondo e questo mondo non sono poi distanti – e non lo sono davvero –, che le persone che fanno il bene esistono, in carne ed ossa, e ci parlano, ci esortano a seguire il loro esempio, che non è una fiction televisiva ma la verità. I cadaveri nelle stive con le unghie rotte perché hanno cercato di scappare, le donne incinte che chiedono di abortire perché non sanno nemmeno chi è il padre, tanti sono quelli che le hanno violate, gli uomini che hanno superato torture indicibili nel deserto e in Libia: tutto questo è vero, accade davvero, sta accadendo adesso.

In questo contesto, aver avuto la dottoressa Lidia Tilotta nella nostra scuola, ci ha garantito un’opportunità di crescita e di formazione alla cittadinanza attiva. La sua testimonianza, emotivamente forte, preceduta dall’introduzione dei professori Farinato e Ioren, dall’intervento puntuale e rigoroso dell'Assessore Mancuso sul rapporto tra il decimo articolo della Costituzione e la Dichiarazione universale dei Diritti Umani, seguita da quella viva e vissuta di Hassan Maamri (Mediatore Culturale)  e da quella esperta e concreta dell’attivissima dottoressa Marino, ha aperto le menti a una visione più umana, più “alterocentrica” del tanto discusso problema immigrazione.

La VB L.S. dell’I.S. “Majorana – Arcoleo”









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