Nessuno resti indietro
Data: Lunedì, 29 aprile 2019 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Quando si irride il valore della cultura e del sapere, ma anche quando se ne fa base per reclamare privilegi e per segnare distanze sociali, di mezzo ci va sempre la scuola perché il lavoro che vi si deve svolgere diventa sempre più difficile per il sospetto e il discredito che lo insidiano. Se la scuola è periferica, marginale nel sistema di informazione, è invece ancora imprescindibile nel compito di trasmissione delle conoscenze e dei valori che costituiscono il patrimonio della società. La sfida lanciata con violenza e volgarità ai saperi e alla competenza ,a scuola va raccolta con fermezza perché ne va della ragione della sua stessa esistenza. Sarà cura e compito degli insegnanti dare un senso a quello che si insegna mentre si insegna; a dare una giustificazione e una motivazione alla fatica di apprendere.

In questo momento altro non c'è per la scuola, perché i suoi compiti non possono essere concepiti nel vuoto sociologico, voltando le spalle alle emergenze che premono alla sua porta. La scuola ha un dovere di educazione nei confronti di ogni singolo alunno, per emanciparlo da ogni forma di condizionamento e per svilupparne le capacità razionali. Per renderlo libero e autonomo.

Ne deriva il fatto che una scuola degna di questo nome non puo' lasciare nessuno indietro, non puo' permettersi la rinuncia a far crescere gli alunni in difficoltà. Sul sentimento di incapacità che produce un certo modo di insegnare e di valutare non si costruisce nulla di buono e tanto meno il recupero degli alunni che si sono persi o si stavano perdendo per strada. Sono di qualità anche gli apprendimenti degli alunni che hanno richiesto più tempo per arrivarvi. La scuola purtroppo va in fretta e di apprendimenti ne pretende troppi. Senza volerlo l'intensificazione del numero delle discipline ha un involontario sapore discriminatorio. Un alunno debole, che beneficia delle condizioni ideali d'apprendimento, può diventare tanto competente quanto un alunno forte posto in condizioni normali d'insegnamento (M. Crahay).

Per fronteggiare il disprezzo della conoscenza e della cultura tutti gli alunni devono possedere gli strumenti per orientarsi autonomamente nel lavoro e nella società e devono avere provato a scuola il sapore del sapere, il piacere di essere e sentirsi competente.

Raimondo Giunta





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