I 'veri' problemi della scuola
Data: Domenica, 21 aprile 2019 ore 23:52:58 CEST Argomento: Opinioni
La decisione del
Governo di introdurre, con il disegno di legge Concretezza, il
controllo biometrico anche per la dirigenza scolastica rischia di
alimentare sterili quanto inutili polemiche, perdendo di vista i veri
problemi della scuola in Italia. Peraltro nessun docente si è mai
lamentato per il fatto che deve adempiere a una serie di formalità per
attestare la sua presenza a scuola, né si è mai richiamato alla libertà
d'insegnamento per opporsi a questa prassi consolidata. Orbene
indipendentemente dall'analisi che si potrebbe fare mettendo a
confronto le modalità precedenti di lavoro della dirigenza scolastica,
che prevedevano una presenza ordinaria di 36 ore settimanali, anche su
base plurisettimanale, all'attuale libertà di organizzare
autonomamente tempi e modi della propria attività che non
significa come e quando si vuole ma che comporta invece impegno,
organizzazione, disponibilità, tempestività, presenza senza mai
dimenticare che tutto ciò deve comunque avvenire, sempre e comunque, in
assoluta trasparenza, guardiamo ai risultati conseguiti nel mondo
dell'istruzione pubblica, prendendo spunto da recenti indagini
OCSE-PISA, Programme for International Student Assessment, pubblicati
sui mass media.
Da tali indagini emerge, per esempio, che sono più di 100.000 su un
totale di quasi mezzo milione,il 20%, gli alunni di 15 anni,
provenienti per lo più da contesti svantaggiati, che non
raggiungono i livelli minimi di competenze in matematica e lettura in
Italia; dati confermati anche dai risultati delle prove Invalsi 2017.
Inoltre in Italia, tra i paesi Ocse, si registra un elevato livello di
abbandono scolastico prima della conclusione della scuola secondaria
superiore, con circa il 50% in più rispetto alla media degli
altri paesi. Infine nel Paese si registra una percentuale del 27% dei
giovani tra 15 e 19 anni, i quali rappresentano i cosiddetti NEET: non
studiano non lavorano e non cercano un lavoro. E il discorso potrebbe
continuare. Orbene, volendo fare un parallelo con il mondo del calcio,
dove quando la squadra non raggiunge gli obiettivi prefissati, il primo
a pagare è l'allenatore, mi viene da domandare, evitando il consueto
lancio della palla fuori campo, rimandando tutta alla politica, le
responsabilità dei risultati, a dir poco deludenti, che si registrano
nel mondo della scuola italiana, di chi sono? Su queste questioni è
auspicabile che si apra un dibattito, accettando di buon grado anche da
parte della dirigenza scolastica l'introduzione dei controlli
biometrici, come ulteriore misura atta a garantire, nel mondo del
lavoro, trasparenza e sicurezza.
Gennaro Capodanno
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