Bullismo e Cyberbullismo. ‘Prevenire è meglio che curare’. Corso di formazione al Polivalente
Data: Lunedì, 04 marzo 2019 ore 08:30:00 CET
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Si è svolto lo scorso sabato 23 febbraio, presso l’Auditorium del “Centro Scolastico Polivalente”, di San Giovanni La Punta, il Seminario Formativo dal tema “Bullismo e Cyberbullismo. Aspetti legislativi, giuridici e tecnici. Responsabilità dei genitori e del corpo docenti”, seguito da un vasto pubblico di docenti e operatori scolastici. All’incontro ha portato i saluti il prof. Antonio Alessandro Massimino, Dirigente Scolastico del Liceo Artistico Statale “Emilio Greco”, di Catania, Il corso, organizzato dal Lions Club Catania Alcantare/Riviera dello Ionio e coordinato dal prof. Mario Raspagliesi, ha approfondito alcune tematiche di grande attualità, legate all’enorme diffusione e all’uso, a volte spregiudicato, che fanno i nostri giovani dei social network e dei nuovi mezzi di comunicazione nelle loro relazioni “giornaliere”.

Gli aspetti giuridici e tecnici della rete, le criticità dell’uso di internet e la delicata questione del cyberbullismo sono stati affrontati dai seguenti relatori: il dott. Marcello La Bella (Dirigente Compartimento Polizia Postale Sicilia Orientale), che ha relazionato su, “Cyberbullismo. Ruolo della Polizia Postale”; la dott.ssa Caterina Ajello (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Catania), su “Bullismo e Cybebullismo, ruolo dell’Autorità Giudiziaria Minorile”; e la prof.ssa Mirella Furneri (Docente presso l’I.I.S. “Concetto Marchesi”, Mascalucia), su “Educazione al Digitale”.

«Il problema del bullismo in Internet richiede interventi da parte dei genitori, dei docenti e di tutte le istituzioni educative. – ha dichiarato il dott. La Bella – Il primo passo verso la soluzione del problema è la conoscenza del problema stesso. Nella rete non esiste la “cancellazione”, tutto ciò che si “immette” viene conosciuto da tutto il mondo e rimane nel tempo, “non esiste il diritto all’oblio”. Inoltre, assistiamo ad un linguaggio sempre più aggressivo. I reali pericoli sono le comunicazioni via Internet tra i giovani, veri nativi digitali, gli scambi di video o di messaggi a sfondo sessuale (sexting) sono punibili fino a cinque anni di reclusione, inoltre, su Internet non esiste la parola “anonimato”.

Bisogna subito scoraggiare e bloccare qualsiasi azione di bullismo e di cyberbullismo, con il coinvolgimento delle famiglie e la comunicazione alla Polizia Postale, anche attraverso un’App creata apposta per fronteggiare tali reati: YOUPOL, a questo sono chiamati tutti coloro che sono a conoscenza di comportamenti anomali di rete: i docenti, i dirigenti scolastici e le famiglie».

Ma cosa si intende per bullismo? A questa e ad altre questioni ha risposto la dott.ssa Caterina Ajello, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Catania: «Per bullismo intendiamo delle azioni reiterate di prepotenza fisica, psicologica e psicofisica esercitate da una o più persone nei confronti di soggetti considerate più fragili. Esistono anche altre forme di bullismo: per esempio, l’esclusione da un gruppo, la manipolazione delle relazioni all’interno di un gruppo sono una forma indiretta di bullismo. Il bullismo è una devianza purtroppo molto diffusa e potenziata dall’uso degli strumenti informatici. Il bullo opera all’interno di un gruppo ed ha bisogno di “spettatori” per amplificare le sue azioni e la sua posizione di supremazia. Bisogna stare attenti a non minimizzare le varie azioni di esercizio di supremazia perché spesso c’è un’escalation di espressività.

I piccoli scippi di oggetti, le percorse, le estorsioni (chiedere la merenda con minaccia) sono tutte forme di bullismo. E inoltre, disturbare in maniera reiterata creando timore o paura in un soggetto debole spingendo a cambiare le proprie abitudini, sono azioni di stalking punibile da 3 a 8 anni di reclusione.

E poi attorno al bullo gira tutto una serie di personaggi “secondari”: il confidente, il fiancheggiatore, il guarda spalla, tutte figure che giovano a creare e a far emergere l’immagine del ragazzo bullo. Alla scuola è riconosciuto, ai sensi della legge 71/2017, un ruolo strategico nel contrastare attivamente il fenomeno del cyberbullismo con l’educazione al digitale. La scuola è la prima istituzione chiamata ad intervenire con “l’obbligo di denuncia” da parte del Dirigente Scolastico (“culpa in organizzando”), e dei docenti (“culpa in vigilando”), ma anche i genitori sono chiamati a vigilare (“culpa in educando”): bisogna in tutti i modi tutelare il minore. Tacere non è mai una buona soluzione!».

Per ultimo, l’intervento della prof.ssa Mirella Furneri, che ha toccato i temi della “cittadinanza nell’era di Internet”. «Anche il parlamento italiano ha emanato la “Dichiarazione dei diritti in Internet”: 14 articoli per regolamentare l’uso del digitale e sviluppare delle “competenze digitali” al fine di imparare gli opportuni modi su come intervenire adeguatamente nel mondo di Internet. Anche gli insegnanti hanno delle apposite linee guida per poter affrontare il problema del cyberbullismo».

Insomma, come è stato ribadito anche nel dibattito che ha concluso i lavori del seminario, “prevenire è sicuramente meglio che curare”. Ne va della vita stessa dei ragazzi che navigano nel mare infinito di Internet.

Angelo Battiato





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