Dico e mi contraddico: Per rinfrescarci la memoria
Data: Giovedì, 14 febbraio 2019 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


Un lascito discutibile, della riforma di Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione, dal 1996 al 2000.
Di che si tratta? Presto detto: a partire dalla fine del secolo scorso, esautorato il potere elettivo del collegio docenti, il collaboratore vicario viene cooptato direttamente, per atto d'imperio, dal Dirigente scolastico. IL prescelto, l'unto, d'allora in poi, diventa l'immagine speculare del suo Capo, o, almeno, fa finta di essere in simbiosi con Lui: ne conosce i tic, asseconda con compiacenza le sue nevrosi, le idiosincrasie; condivide (o fa finta di condividere) le idee, i progetti, le finalità educative che il Capo propone, e, soprattutto, è sempre a sua disposizione; sopperisce, se il caso, alle sue deficienze strutturali, caratteriali, alle sue dimenticanze, alle sue eventuali inadempienze burocratiche ecc. Del resto, lo dice il proverbio nostrano: "nuddu ti pigghia cca nun ti rassumigghia".

E, ad oggi, grazie al Ministro, d'allora, il capo d'istituto si trova ad avere un collaboratore scelto, di sua personalissima fiducia, tutto fare, di assoluta obbedienza, che gli fa da spalla, sollevandolo da certi defatiganti doveri di ufficio, da certi impicci di circolari e di scartoffie, e dal peso di relazioni varie. Il suo vice gli assicura pronto a tempo l'orario annuale, per il cominciamento regolare delle lezioni, la sua presenza diurna e notturna, sostituendolo nei consigli di classe, e negli scrutini di primo e secondo quadrimestre; gli garantisce l'ordine formale e la disciplina delle entrate e delle uscite degli alunni; firma, in qualità di f. f (facente funzione), il libretto delle giustificazioni, i permessi, le assenze; e cura il controllo puntiglioso, e caporalesco, del registro delle presenze dei colleghi, delle supplenze da assegnare loro, o da togliere, ecc. ecc. Il D.S. si è incarnato nel suo vice, consustanzialmente, e in maniera tale che di due persone è venuta fuori una sola! Un "alter ego", inconfessato e inconfessabile, ecolaliamente fedele, come l'orecchio di Dionisio".

Quanto sopra detto è pura fantasia dell'autore.
pro bono malum. Le eccezioni ci sono sempre, per fortuna!

Antonino Palumbo





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