Restiamoalsud - Incontro al Senato docenti e senatrici. Per i docenti in arrivo il 'domicilio professionale'
Data: Giovedì, 01 novembre 2018 ore 09:00:00 CET Argomento: Redazione
"Chiediamo che il Governo ponga
rimedio alle assurdità poste in essere dalla L.107 e dalla sua
irrazionale e sbagliata applicazione. Chiediamo, dopo la nuova mobilità
i cui risultati ci costringeranno ancora al Nord, una soluzione
immediata e a costo zero con le assegnazioni provvisorie, da destinare
ai docenti di ruolo richiedenti compresi i colleghi senza titolo del
sostegno su tutte le cattedre in deroga destinate agli alunni con
disabilità". Questa reiterata richiesta è stata oggetto
dell'incontro al Senato tra alcuni docenti di Catania, Siracusa e
Ragusa, con la Presidente della Commissione lavoro pubblico e privato e
previdenza sociale, Sen. Nunzia
Catalfo e la Sen. Barbara
Floridia, membro della Commissione Istruzione pubblica e beni
culturali.
La delegazione degli insegnanti siciliani, coordinata da Cristina
Donzella, ha messo sul tavolo delle senatrici diverse questioni e nel
corso dell'incontro sono stati trattati i seguenti punti:
- Trasformazione dell'organico di fatto, in organico di diritto.
- Tempo pieno sperimentale al sud a cominciare dall'anno scolastico
2019/20.
- Presentazione di un decreto legislativo che prevede
l'abbassamento del numero di alunni per classe nella misura di 23 max.
- Maggiori risorse economiche relative all'edilizia scolastica
attraverso un accordo quadro che permetta l'erogazione dei soldi in
modo diretto dallo stato agli Enti locali.
- Mantenimento del GLHO (gruppo operativo di lavoro), formazione
sul sostegno perché ogni docente deve avere le competenze per
interfacciarsi con l'alunno disabile.
- Reintroduzione dell'Educazione Civica (Cittadinanza e
Costituzione) come disciplina curriculare autonoma in ogni ordine e
grado.
La situazione di profondo disagio che molti insegnanti soffrono
sollecita il Ministero a dare risposte concrete ed efficaci per
risolvere un grosso problema determinato da una mancata chiarezza
d'informazione e interpretazione del comma 132 della legge 107/2015 che
ha favorito l'immissione nei ruoli di numerosi docenti, ma in
situazione di pesante disagio per i trasferimenti al Nord di tanti
docenti meridionali.
Le condizioni "sine qua non" stabilite dalla L.107 hanno fatto sì che
molti docenti partecipassero alla domanda di assunzione nazionale per
evitare la cancellazione dalle graduatorie di merito e con la
consapevolezza che dopo 36 mesi non potevamo più lavorare nella scuola.
Tutto ciò ha prodotto un algoritmo sbagliato, famiglie distrutte,
docenti con punteggio elevato sbalzati a migliaia di km di distanza,
infiniti ricorsi nei tribunali per ristabilire un criterio di
oggettività e meritocrazia.
Il Ministro Bussetti pare voglia correre ai ripari istituendo per i
docenti il "domicilio professionale"
che non coincide con la residenza abitativa e consente di scegliere in
assoluta libertà una regione dove insegnare, con il vincolo di restarvi
almeno cinque anni.
Tale indicazione, assieme al titolo di studio, sono i documenti
indispensabili per presentare domanda di accesso ai nuovi concorsi
ordinari. "Queste regole, dice il
Ministro, dovranno valere per tutti, anche per i precari storici, che
dopo anni e anni di supplenze dovranno adattarsi. Bisogna anche sapere
che se si partecipa a un concorso in un'altra regione, per avere
maggiori occasioni di lavoro, non si può poi pretendere un repentino
ritorno a casa lasciando la scuola senza insegnanti".
A queste proposte ministeriali risponde l'Anief e Marcello Pacifico
dichiara che "Non è colpa dei precari
se hanno servito il Paese, spesso lontani da casa, in un sistema che ha
sempre tenuto un posto su dieci, vacante per ragioni di finanza
pubblica. Non possono essere gli insegnanti, studenti e famiglie a
pagare le scelte sbagliate del legislatore".
"Dum Romae consulitur, Saguntum
expugnatur". I disagi familiari di tanti docenti continuano e si
aggravano, congedi, permessi e aspettative per chi beneficia della
legge 104, permessi di studio e frequenza di master, aspettative senza
stipendio, sono gli escamotage che vengono adottate per ovviare alle
oggettive difficoltà delle famiglie, con figli piccoli e genitori
anziani. Tutto ciò crea disagi alla didattica, agli studenti,
alla qualità del servizio scolastico che dovrebbe essere efficiente ed
efficace nel promuovere benessere e contribuire alla crescita armonica
dello studente. Per conseguire tali traguardi il docente deve
star bene a scuola, e spesso questo presupposto indispensabile non si
manifesta e di conseguenza l'intero servizio scolastico e gli studenti
in particolare, risentono di tali disagi e sofferenze.
Risulta difficile coniugare le svariate e molteplici esigenze dei
singoli, ma certe disposizioni che sono discriminanti si possono
modificare, come ad esempio quella di destinare alle assegnazioni
provvisorie soltanto i posti disponibili fino al 31 agosto, mentre
tante cattedre "buone" vengono fuori dopo tale data e ne beneficiano i
supplenti, lasciando nel disagio docenti titolari e di ruolo.
Non parliamo poi dei 6.000. docenti di discipline giuridiche ed
economiche utilizzati per supplenze o come docenti di sostegno senza
titolo. E' uno spreco ed un cattivo uso delle risorse professionali.
Che presto il vento cambi e si possa intraprendere una nuova rotta da
seguire!
Giuseppe Adernò
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