La Valle del Simeto (Parte II)
Data: Domenica, 23 settembre 2018 ore 20:30:00 CEST Argomento: Redazione
A
Mimmo Beato per l'Amore che nutre per la Valle del Simeto e Paternò,
fonte di ispirazione di queste pagine.
Con amicizia e gratitudine
La Vita e la Morte sono una cosa sola, come il Fiume e il Mare.
Khalil Gibran
In prossimità di Adrano il Fiume Simeto riceve da destra uno dei suoi
principali affluenti: il Fiume Salso, che costituisce uno dei
principali rami sorgentizi.
Figura 12 Ponte-Acquedotto Biscari
che si trova dopo il Ponte dei Saraceni, nelle campagne della Mendolita
tra il territorio dei Comuni di Adrano (CT) e Centuripe (EN), andando
in direzione di Paternò. Costruito nel XVIII secolo dal Principe
Ignazio Paternò - Castello nel suo feudo di Ragona, per irrigare con le
acque delle Favare e di Santa Domenica i suoi possedimenti interessati
dalla coltivazione del Riso. L'acquedotto corre su arcate per 500 metri
ed attraversa il Fiume Simeto nel "Passo della Carruba". Figura di
Dominio pubblico.
In direzione di Centuripe (EN), sulla destra del Fiume Simeto, si
incontra la frazione di Carcaci, con annessi Castello e Chiesa, una
volta proprietà della famiglia Paternò Carcaci ed oggi abitata da
allevatori di bestiame di Tortorici.
Il Fiume proseguendo il suo corso si arricchisce delle acque del Salso
Cimarosa e attraversa i ruderi del ponte di Pietralunga, la cui
costruzione risale al periodo della dominazione romana.
Il toponimo Pietralunga deriva dalla caratteristica forma appuntita di
una roccia, che sovrasta isolata con un'altezza di 20 m l'ansa del
Fiume Simeto.
Il territorio impervio e suggestivo caratterizza il Comune di Paternò
ed è dominato dal Monte Castellaccio (225 m slm).
Nella zona trovano riparo gli uccelli notturni.
Il Monte Castellaccio, vicino a Paternò, si erge sulla riva destra del
Simeto ed è un sito protostorico, dove si è ritrovato un insediamento
Greco arcaico risalente al VI-VII sec. a.C..
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Figura 13 La Valle del Simeto nel
territorio di Paternò (CT) con Monte Castellaccio, Monte Corvo e Poggio
Cocola (da sinistra a destra dell'immagine). Un paesaggio splendido,
unico, prezioso e suggestivo, ricco di storia, di bellezza, di
fascino e di leggende. A mlm
È un luogo ricco di bellezza, di fascino, di leggende, di racconti, di
storia e di rinvenimenti archeologici.
In questi luoghi alcuni studiosi hanno ipotizzato l'esistenza della
antica città di Symethia facente parte del Mendolito e di Palica.
Da tale confluenza il Fiume prosegue nel suo percorso puntando
leggermente verso Sud - Est, allargando il proprio letto in ampio greto
ciottoloso, lambendo il territorio comunale di Paternò.
Nel territorio sulla sponda sinistra del Fiume Simeto a circa 3 km
dall'abitato di Paternò si rinvengono le salinelle del fiume, delle
bolle di acqua fangosa miste a emissione di gas.
Analoghe strutture si ritrovano pure all'interno del perimetro urbano
del paese in forma di vulcanetti.
La costruzione di una traversa lungo il corso del Fiume, in contrada
Ponte Barca, ha dato vita in tale territorio ad una vasta zona umida di
grande interesse ecologico e naturalistico: l'Oasi di Ponte Barca.
Un'Oasi per la protezione e il rifugio della fauna, che conta 70 specie
di uccelli selvatici.
L'Oasi è pure luogo di nidificazione del pollo Sultano, una specie a
rischio d'estinzione.
Il paesaggio è caratterizzato da numerose anse, boschi ripariali,
canneti, isolette fluviali ed ampi acquitrini.
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Figura 14 Oasi di Ponte Barca a
Paternò luogo importante per il rifugio e la protezione della fauna
selvatica. A poca distanza dal sito sono state definite altre tre aree
ad esso correlabili: Forre laviche del Simeto, Poggio di Santa Maria,
Contrade Valanghe. Da Ponte Barca ha inizio il tratto di Pietralunga
del Fiume Simeto che si conclude nella contrada di Malastalla. Da
segnalare i punti di interesse: Guado del fiume Simeto, Roccia di
Pietralunga, Ponte di Pietralunga, Passo d'Ipsi, Salinelle del
Fiume, Monte Castellaccio, Poggio Cocola e Masseria Poira. Nella zona
si rinviene una boscaglia ripariale costituita dal Salix alba e
purpurea, dal Salice di Gussone, da canneti e tifeti, dalla Tamerice e
dal Pioppo nero. Tra la fauna da citare la Garzetta e il Martin
pescatore. Figura di Dominio pubblico
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Figura 15 La scalinata della Matrice
di Paternò, in provincia di Catania, città tra le più belle e popolose
della Valle del Simeto. La costruzione risale al '700 e collega la
parte bassa della città a quella alta. Edificata nel 1782 è la
principale strada pedonale di accesso alla Chiesa di Santa Maria
dell'Alto. A Paternò percorrendo la statale 121, in prossimità di Monte
Castellaccio, si rinviene il ponte Romano di Pietralunga. Figura di
Dominio pubblico
Il Fiume Simeto giunto in località Rotondella viene scavalcato
dall'autostrada A19 Catania - Palermo ed entra nella grande piana di
Catania, con un andamento lento e sinuoso.
Nella piana di Catania, rispettivamente a 8 e 2 Km dalla sua foce,
riceve gli ultimi due importanti affluenti del suo bacino: il Dittaino
e il Gornalunga, dopodiché sfocia nel Mar Ionio (Golfo di Catania) a
Sud di Catania.
Con i suoi affluenti il Fiume Simeto origina un sistema fluviale e
territoriale le cui acque in discesa verso il mare Ionio dividono le
provincie di Enna e di Catania.
Possiamo dire che con tale sistema siamo dinanzi ad un unico contesto
definibile Etna - Simeto.
Nel 2000 il Ministero dell'Ambiente ha inserito il territorio del
tratto di Pietralunga del Fiume Simeto nell'elenco dei Siti di
Interesse Comunitario o SIC, con decreto di approvazione
dell'Assessorato Regionale per il Territorio e l'Ambiente - Regione
Sicilia nel 2006.
Inoltre con decreto dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana è
stato istituito il Parco
Archeologico della Valle del Simeto e delle aree archeologiche
del comprensorio vallivo e dei Comuni limitrofi.
Specificatamente per il loro pregio naturalistico ed ambientale nel
territorio sono stati istituiti 7 Siti di Interesse Comunitario o SIC
con l'inclusione di due ZPS o Zone di Protezione Speciale ("Biviere di
Lentini, tratto mediano e foce del Fiume Simeto e area antistante la
foce", "Invaso di Lentini):
1) Contrada Valanghe (Comuni di: Paternò (CT), Centuripe (EN)); 2) Foce
Simeto e Lago Gornalunga (Comune di Catania); 3) Poggio S. Maria
(Comuni: Adrano (CT), Biancavilla (CT) e Catania solo marginalmente);
4) Pietralunga Fiume Simeto (Comuni: Comune Paternò (CT), Biancavilla
(CT), Centuripe (EN)); 5) Forre Laviche del Simeto (Comuni: Cesarò
(ME), Centuripe (EN), Adrano, Bronte (CT), Randazzo (CT), Biancavilla);
6) SIC-ZPS Invaso di Lentini (Comune Lentini (SR)); 7) ZPS Biviere di
Lentini (Comuni Centuripe (EN), Paternò (CT), Biancavilla (CT), Catania
(CT)).
L'area comprende quindi anche delle Zone di Protezione Speciale o ZPS,
che sono quelle poste lungo le rotte di migrazione dell'avifauna,
finalizzate al mantenimento e alla sistemazione di idonei habitat per
la conservazione e la gestione delle popolazioni di uccelli selvatici
migratori:
"Biviere di Lentini, tratto mediano e foce del Fiume Simeto e area
antistante la foce" ed "Invaso di Lentini".
I SIC e le zone ZPS costituenti il sistema
del Simeto possono essere distinti tra quelli costieri e quelli
interni: i primi sono collocati nell'area n.1 Area Metropolitana
(Comune di Catania) e comprendono anche il Comune di Lentini in
provincia di Siracusa, i secondi sono collocati prevalentemente
nell'area n.2 Pedemontana - Jonica (Comuni di Adrano, Biancavilla,
Bronte, Randazzo), che si protende da un lato verso la provincia di
Messina (Comune di Cesarò) e dall'altro verso la provincia di Enna.
Il territorio presenta una conformazione geologica e strutturale molto
complessa.
Ciò è dovuto a vari sovrascorrimenti tettonici nel corso
dell'evoluzione geomorfologica dell'area, che hanno interessato la
maggior parte delle formazioni geologiche affioranti.
Per quanto attiene la litologia, derivata dalla disgregazione delle
rocce, nelle diverse zone territoriali ritroviamo: Depositi alluvionali
e di spiaggia, Detriti, Vulcaniti, Calcareniti ed Areanarie plio -
quaternarie, Argille brecciate, Marne e marne calcaree, Argille
sabbiose, Depositi evaporitici, Conglomerati ed areranie, Complesso
carbonatico degli Iblei, Argille varicolori, Flysch, Membri argillo
siltosi con subordinati livelli arenacei calacarei, Complesso
carbonatico Mesozoico.
La geomorfologia si presenta variegata ed ha un'altitudine media di 531
m slm, con un valore minimo di 0 m slm e massimo di 3.274 m slm.
Riguardo le falde idriche del bacino del Fiume Simeto possiamo
distinguere due aree:
L'area NE corrispondente alla zona vulcanica dell'Etna con terreni
permeabili che consentono l'infiltrazione dell'acqua in profondità e
permettono la formazione anche di grandi acquiferi nel sottosuolo;
l'area SW dagli Iblei sino agli Erei e ai Monti Nebrodi e Caronie in
cui insistono terreni impermeabili o scarsamente permeabili, con
infiltrazione dell'acqua nel sottosuolo molto ridotta.
I corsi d'acqua hanno una direzione prevalente da ovest verso est verso
la Piana di Catania.
I terreni si differenziano in: Terreni molto permeabili per
fessurazione e/o per porosità; 2. Terreni da media ad alta
permeabilità; 3. Terreni con bassa permeabilità; 4. Terreni
impermeabili e quindi sono in relazione alla formazione di falde
idriche sotterranee ed anche all'indice di franosità dei luoghi e di
rischio idrogeologico.
La franosità e il rischio idrogeologico sono direttamente correlati
alla presenza della vegetazione sulla superficie del terreno, in quanto
in sua assenza aumenta il ruscellamento delle acque, la franosità e il
rischio idrogeologico.
Il clima della Valle del Simeto,
in generale, è quello tipico mediterraneo, caratterizzato da un lungo
periodo di siccità estiva e da temperature anche elevate ed
inverni piovosi con temperature miti.
La fauna è ricca di specie legata soprattutto alla presenza di vari
acquitrini.
Nell'area sono da segnalare il rospo smeraldino Bufotes viridis Laurenti, il Rospo
comune Bufo bufo L., la Rana
verde Pelophylax esculentus
L., la Rana verde minore (o dei fossi) Pelophylax lessonae L. e la
testuggine palustre Emys trinacris
Fritz Et Al..
L'avifauna conta due endemismi, la Coturnice siciliana Alectoria graeca withakeri Schiebel
e il Codibugnolo siciliano Aegithalos
caudatus L. (entrambi studiati dall'ornitologo Angelo Priolo) e
dalla Cincia bigia Poecile palustris
L..
È presente il Merlo acquaiolo Cinclus
cinclus L., frequentatore dei ruscelli e di cascatelle con acqua
limpida ed ossigenata.
Nei detriti di faglia, alla base dei basalti colonnari, trovano rifugio
il Coniglio Oryctolagus cuniculus
L., la Volpe Vulpes volpe L.,
la Donnola Mustela nivalis L.
e piccoli Roditori, mentre fra i ciottoli del fiume si nascondono il
Gongilo Chalcides ocellatus
Forssakal, il Ramarro Lacerta viridis
Laurenti e la Lucertola campestre Podarcis
sicula Rafinesque.
Nelle acque vivono la Natrice Natrix
natrix L. o Biscia del collare, la Tinca Tinca tinca L. e il Granchio di
fiume Potamon fluviatile Herbst.
Nelle faglie nidificano Rapaci, Passeracei, Corvidi e la Rondine topino
Riparia riparia L., mentre il Pendolino Remiz pendolinus L. fa il nido
appeso tra i rami del Salice.
Marcello Castroreale
mcastroreale@alice.it
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