
Il calendario scolastico della Regione Sicilia, secondo l’assessore Lagalla
Data: Martedì, 08 maggio 2018 ore 08:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Da qualche anno,
le prerogative della Regione Sicilia in materia di Istruzione, lungi
dal condurre all'approvazione della legge per il Diritto allo Studio di
cui avremmo bisogno (la Sicilia è l'unica Regione italiana a non averne
una), vengono esercitate con attenzione pressoché esclusiva al
calendario scolastico regionale. E, quantunque la materia sembrerebbe
di semplice applicazione, tale prerogativa viene esercitata con
notevole imperizia, nonché con coerenza degna di miglior causa,
nonostante l'avvicendarsi delle amministrazioni.
In particolare, a sollecitare le interpretazioni creative degli
amministratori regionali è l'art. 74 del d.lgs. n. 297/1994, il "Testo
Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione", che al
comma 3 dispone che "Allo svolgimento delle lezioni sono assegnati
almeno 200 giorni". Questa disposizione, già in gran parte
"tecnicamente" inapplicabile, per via del fatto che è stata concepita
sull'articolazione dell'orario scolastico su sei giorni (mentre oggi la
maggior parte delle scuole ha un orario distribuito su cinque giorni),
non finisce di solleticare la fantasia e la creatività degli
amministratori. La novità di quest'anno, ancora ufficiosa, ma
anticipata a mezzo stampa dall'assessore Lagalla in persona, riguarda
la stupefacente interpretazione del termine "lezioni":
"Abbiamo allungato il periodo di 4
giorni - così recita il virgolettato attribuito a Lagalla - rispetto a
quest'anno arrivando a quota 211 giorni di scuola. Abbiamo posto un
vincolo, per altro previsto da una norma nazionale, che non si possa
andare al di sotto di 200 giorni di effettiva presenza in aula da parte
degli alunni. Gli 11 giorni serviranno appunto per le pause e le gite
scolastiche".
La notizia ha suscitato un comprensibile sconcerto in tutte le
componenti delle comunità scolastiche e conseguenti fondati rilievi
critici.
Da parte nostra, senza indugiare in altre possibili e legittime
considerazioni critiche sulla ratio che ha ispirato il singolare
vincolo annunciato dall'Assessore Lagalla, ci limitiamo a chiedere con
fermezza che esso sia cassato dal testo del decreto assessoriale (del
resto non ancora emanato), semplicemente in quanto incompatibile e in
contraddizione con le norme vigenti. Le visite guidate e i viaggi di
istruzione (che con molta superficialità vengono definite "gite" nel
linguaggio giornalistico), così come le numerose altre attività
formative e di approfondimento che si svolgono al di fuori delle aule
scolastiche in orario curricolare ed extracurriculare (partecipazione a
seminari, convegni, incontri-dibattiti culturali, preparazione o
visione di attività artistiche, teatrali, cineforum, mostre, ecc.),
sono pienamente comprese nel novero delle attività didattico-formative
e, come tali, deliberate dagli Organi Collegiali e inserite nel Piano
dell'Offerta Formativa. Un vincolo che stabilisse che al raggiungimento
dei 200 giorni di lezione previsto dal Testo Unico (già tecnicamente
"inattuale", come si è detto, per le scuole con orario su 5 giorni)
concorrono soltanto quelli "di effettiva presenza in aula da parte
degli alunni" è, quindi, palesemente illegittimo, oltreché
inapplicabile e, francamente, grottesco.
Palermo, 7 maggio 2018
Cobas Scuola - Sicilia
cobas.pa@libero.it
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