Dico, e mi contraddicono: bullismo e scuola
Data: Lunedì, 23 aprile 2018 ore 19:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Non scoraggiamoci, la nottata del bullismo “ha da passare”. E passerà. Ce lo auguriamo.
Ma non criminalizziamo i giovani, facendone di tutta un’erba un fascio. Non sono mica nati tutti bulli! Si deve riconoscere che all’origine di certa violenza giovanile, - e, purtroppo, non solo verbale -, c’è una responsabilità sistemica generale, diciamo strutturale, le cui colpe vanno bene, bona fide, individuate, e, poi, equamente, impietosamente spalmate: sulla famiglia, padri e madri spesso inadeguati e immaturi; su certa informazione mediatica, spesso superficiale e volgare, su certa stampa, spesso oscenamente faziosa, su certi intellettuali, spesso cattivi maestri di vuote eccitanti chiacchiere; e sulla politica, molto spesso, ai dì nostri, litigiosa e arruffona, senza etica, cattivo esempio per tutti. Certe manifestazioni di violenza giovanile, sono, quindi, lo specchio della malattia di cui soffre la nostra società; è essa ( società infetta, malata) la mandante del sicario virus bullista!

Oggi, la cosiddetta buona scuola arranca; nei fatti, non si è rinnovata veramente; al contrario, si è appesantita, azzeccagarbugliata da leggi, disposizioni, circolari pletoriche, e da burocrazia farraginosa, e avvilente; e così, i dis-graziati docenti, oberati d’impegni cartacei infruttuosi, frastornati, stanchi e smarriti, hanno perso il senso vero del loro ruolo e della loro funzione; e così, in aggiunta, - ( non ci facciamo mancare nulla, noi!) -, una certa dirigenza, improvvisata e precaria, sprovveduta, e spesso, senza carisma, priva di autorevolezza necessaria per poter gestire e sfruttare al meglio l’autonomia scolastica, ha incentivato la confusione, aggravando ulteriormente il malessere generale della ” paideia”! .

Che fare?
Ci vuole un Ritorno! Una Ri-fondazione. Una Ri-voluzione
Come? ri-vedendo e re-cuperando il meglio del passato della nobile tradizione della nostra comunità educante, per costruire il futuro. Il compito precipuo della scuola altro non è che quello di tramandare il patrimonio della storia del passato; di educare le menti alla riflessione, allo spirito critico, al gusto estetico; di trasmettere i valori fondativi del vivere civile, senza appiattire gli interessi dei giovani, tutti sul presente, né, tanto meno, sottometterli allo spirito di uno storicismo cinico e corrosivo, che tutto giustifica, e razionalizza, in nome di un dio Progresso, come se il progresso abbia sempre e comunque ragione , come se i suoi fatti, i fatti di progresso, in quanto fatti inscritti nell’orizzonte della storia, abbiano sempre, e in ogni caso, una intrinseca necessità logica e, pertanto, debbano essere accettati per come sono, senza discuterli! Dare ragione dei fatti, non significa, ipso facto, dare ragione ai fatti. Credo piuttosto che bisogna restituire alla scuola il compito di attrezzare i giovani a potere dare giudizi di valore, a saper leggere criticamente la storia, la tradizione, il passato; a farli innamorare del passato per pensare di costruire il futuro. La scuola deve insegnare ai giovani che le loro esigenze esistenziali, il loro arricchimento interiore, di pienezza vitale, di creatività e progettualità, si possono potenziare, e soddisfare, solo se i fatti della storia si iscrivano dentro, e non al di fuori delle dimensioni valoriali, cui quelle esigenze si richiamano.

Nuccio Palumbo





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24883137.html