'Amore Panico' cortometraggio che narra la bellezza della Riserva Cavagrande
Data: Domenica, 08 aprile 2018 ore 09:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Cristian
Patanè, 26 anni, giovane promettente regista con all'attivo numerose
produzioni e riconoscimenti, con la sua opera Amore Panico, il
film breve ambientato nella Riserva naturale orientata Cavagrande del
Cassibile, sito della Sicilia Orientale, è candidato ad entrare nella
World Heritage List dell'Unesco. Il regista ritorna in questi giorni
nella sua città di origine Avola, presentando la prémiere del
cortometraggio il 28 marzo a cui seguiranno una serie di proiezioni nei
cinema delle province di Siracusa e Catania fino a settembre 2018, ma
approda anche nella programmazione delle sale cinematografiche
nazionali ed è prodotta da bridgefilm, con un cast di livello: Rosy
Bonfiglio e Francesco Biscione. Operazione di marketing territoriale,
attraverso un prodotto culturale che ha trovato l’appoggio delle
istituzioni locali, come l’amministrazione della Città di Avola,
e di piccole e medie imprese che hanno messo in luce le bellezze e il
capitale umano del territorio.
Amore Panico è stata proiettata e premiata nei festival internazionali
di ben 6 paesi differenti nel mondo (Oregon, India, Russia, Romania,
Svezia, Italia), ottenendo il premio come miglior film al Lake View
International Film Festival in India e il premio come miglior attrice
all'Eurasia International Film Festival.
Con stile funzionale e abile, Patanè riesce a trasmettere dall’occhio
della cinepresa il suo pensiero filosofico astrale, tra smarrimento
foscoliano, sentimenti leopardiani trattando il tema della natura non
forza nemica impersonale, ma supera l’archetipo con una natura
selvaggia, intrisa di inquietudine del 2000, e la Bonfiglio diventa una
delle “grazie foscoliane”.
Un film che oscilla fra gusto arcadico del dio Pan in chiave moderna,
l’Immenso di Ungaretti e il Paradiso Perduto di Saba, che ritrova nella
Riserva di Cavagrande, un regno, in una terra dove pochi osano
avventurarsi, luogo di visioni e sogni. Suggestionando, Patanè riesce
maieuticamente a rivelare la natura occulta dei suoi personaggi e
trasferirla al pubblico. Un film breve lirico e moderno dal ritmo e
tono incalzante, conduce nel cuore di una impervia Sicilia, dove
Valentina, interpretata da Rosy Bonfiglio, sta facendo le prove
per il suo matrimonio. Il suo destino però compirà presto una brusca
virata.
Amore Panico narra la storia dello smarrimento esistenziale di una
giovane donna borghese della metropoli romana che, attraverso
l'incontro sconvolgente con la bellezza panica e ancestrale di
Cavagrande, scoprirà un universo spirituale tanto potente da ribaltare
le sue certezze.
“La scelta di Rosy Bonfiglio è frutto di una profonda necessità,
sostiene il regista, conosco Rosy dai tempi del liceo e già allora
dentro entrambi divampava il fuoco dell'arte. Dopo quasi un decennio,
in cui ci siamo formati nei nostri rispettivi mestieri, ci siamo
rincontrati e la sincera stima artistica e umana ci ha portati ad un
dialogo intellettuale e spirituale molto alto. Entrambi stavamo
esplorando il territorio dell'anima in cui risiede la natura selvaggia.
Da lei ho attinto la fonte primordiale del sentimento che volevo
narrare e proprio dalla sua potente estetica ho costruito l'immagine
del film”. Continua con trasporto artistico “Francesco invece, dopo
aver provinato diversi attori, è arrivato sotto forte consiglio di
Rosy. Quando li ho visti assieme, il quadro era completo. Fidarmi di
lei è stato fondamentale”.
Bonfiglio diventa la sua Musa “E quando ti corteggiano liete le nubi
estive e i zeffiri sereni …” Tenebre e lunghe all’universo meni” … Vie
del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co’ i miei pensieri su
l’orme Che vanno al nulla eterno”…. Ma “l’umano” a guardar si placa e
“la bellezza mitologica” riesce ad accendere i contrasti dell’animo
umano, supera il materialismo, come una straniera, che si specchia nei
laghi della riserva, e Valentina con il suo sorriso bacia la terra
nuova straniera, con un velo prezioso, ricamato, avvolge, protegge
dall’aggressività e porta l’Amore.
Il paesaggio mozzafiato si erge a personaggio in questo film girato in
pellicola 35mm, dipingendo uno scenario atavico e animistico fuori dai
cliché estetici e narrativi della Sicilia vista al cinema.
Una doppia tematica legata dal fil rouge l’Amore che diventa panico
(Matrimonio) poi si trasforma in estraniamento, sublimazione, catarsi,
per ricomporsi incontrando la natura meravigliosa e il paesaggio
spettacolare della Riserva di Cavagrande, quindi la bellezza.
Vertigine, il fosso del matrimonio, Valentina cerca il cambiamento,
atto liberatorio, voglia di fuggire ma anche nuovi valori, una
sperimentazione che si rivela anche nella ricerca del labirinto
verticale dentro di noi, così i personaggi imparano dolorosamente a
trovare, tra le mille strade che a ogni passo si aprono l’unica che è
la sua, come Arione smarrito nel labirinto.
Si apre un polo dialettico che incontra come osserva il regista “la
dimensione panica, la storia è ispirata al dio Pan, il momento in cui
si rompono tutti gli argini borghesi e solo all’interno della selva
oscura possono venir fuori quelle spinte propulsive esistenziali, che
ti mettono a confronto con quella che è la proiezione che abbiamo di
noi stessi nei confronti dell’altro; nella selva panica le proiezioni
del nostro ego cadono”.
Lella Battiato Majorana
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