Legge di Bilancio 2018: l’insoddisfazione dei Collaboratori dei DS. Appello alle forze politiche
Data: Lunedì, 01 gennaio 2018 ore 01:00:00 CET
Argomento: Comunicati


Finalmente si è arrivati al termine della Legislatura con l'ultimo atto che gli italiani attendevano: l'approvazione della Legge di Bilancio 2018. Tante le misure previste per la Scuola ed, in particolare, l'istituzione di ulteriori posti di insegnamento nell'organico di diritto delle scuole; la destinazione del 5% dei posti dell'organico per il potenziamento dell'offerta formativa per promuovere le discipline motorie presso le scuole primarie; lo stanziamento di 75 milioni di euro per l'assistenza alle alunne e agli alunni con disabilità; l'istituzione di un fondo (10 milioni nel 2018, 20 milioni nel 2019 e 30 milioni a decorrere dal 2020) finalizzato alla valorizzazione dei docenti che si impegneranno particolarmente nella formazione, nella ricerca, nella sperimentazione didattica o che raggiungeranno particolari risultati nella diffusione nelle scuole di modelli di didattica per lo sviluppo delle competenze; la proroga della validità delle graduatorie del concorso per docenti bandito nel 2016; l'assunzione in ruolo del personale che, dall'entrata in vigore della legge n. 124 del 1999, lavora presso le scuole con contratti di co.co.co; la reintroduzione della possibilità di conferire supplenze brevi al personale ATA ed, infine, lo stanziamento di 10 milioni nel 2018, 20 milioni nel 2019 e 35 milioni a partire dal 2020 per gli Istituti tecnici superiori (ITS).

Tutte misure che riteniamo necessarie ed opportune ma che non rispondono in alcun modo al problema - NON SECONDARIO - della governance della Scuola Italiana. Non si è voluto in questa legislatura affrontare né l'emergenza delle reggenze né dare un impulso innovativo alla gestione delle moderne I.S..

Finanche l'emendamento sull'esonero del Primo Collaboratore (ex Vicepreside) nelle oltre 2500 scuole affidate a reggenza è stato ritenuto dal legislatore né URGENTE né NECESSARIO visto la sua triste fine!
Dopo l'istituzione della Dirigenza Scolastica con il Decreto Legislativo 6 marzo 1998 n. 59 non si è voluto riconoscere che i DS - reggenti e non - assegnano tanti incarichi e deleghe ai loro collaboratori (Assistant Principal) i quali assolvono con professionalità, impegno e spirito di servizio il carico di lavoro loro affidato - ed oggi sempre più spesso - in associazione con l'incarico di docenza (cioè senza esonero).

E' possibile non comprendere da parte delle forze politiche e sindacati il ruolo di tali professionisti che sono le prime figure di riferimento per docenti e non docenti, genitori ed alunni? Con la Legge 107/2015 al comma 83 si stabilisce che ogni DS può individuare nell'organico dell'autonomia fino al 10% di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico.

Ed il Legislatore non è andato oltre: non ha voluto, infatti, stabilire modalità di accesso (ferme restando le prerogative dei DS), riconoscimento giuridico, valorizzazione nella carriera professionale, adeguato riconoscimento nei prossimi concorsi a partire da quello per DS. In Italia, purtroppo, non esiste un riconoscimento giuridico formale, nonostante la fondamentale funzione organizzativa e gestionale!

Tutti i Collaboratori nominati ai sensi del comma 83 sono necessari per la funzione dirigenziale, fondamentali nelle I.S., ma per lo Stato Italiano non meritano alcun riconoscimento: anzi, rappresentano una categoria di lavoratori quasi in nero considerato il tempo e l'impegno che dedicano alla propria scuola!

Si tratta di figure professionali alle quali bisogna riconoscere il ruolo strategico - a partire dal primo collaboratore - e le modalità di lavoro (tempi, carichi, deleghe) che si caratterizzano per competenze organizzative, di coordinamento, didattiche, gestionali, relazionali e di conduzione di gruppi di lavoro.

Ribadiamo che il servizio prestato nella collaborazione deve essere riconosciuto nella progressione di carriera secondo modalità da definire nel CCNL e con un maggiore punteggio, rispetto a quello già oggi previsto, fra i titoli per i futuri concorsi per dirigenti scolastici. Per queste ragioni Ancodis sostiene con determinazione la necessità di procedere a delle innovazioni giuridiche nell'ambito della governance della scuola ed, in particolare, al riconoscimento della figura del Primo Collaboratore "alias Vicepreside" del dirigente scolastico ed al suo specifico profilo giuridico e professionale in considerazione dell'apporto significativo offerto alla gestione organizzativa e didattica della scuola.

Alle forze politiche ormai concentrate nella prossima campagna elettorale chiediamo di pronunciarsi con chiarezza su cinque urgenze:
- riconoscere giuridicamente tutti i Collaboratori ai sensi del comma 83 della Legge 107/2015;
- ripristinare il distaccamento dalle attività didattiche per il Primo collaboratore in tutte le scuole cosi come previsto dall'articolo 456 del D.lgs. n. 297/94 ed il riconoscimento della funzione vicaria in assenza del DS cosi come istituita dal D.P.R. 416/1974;
- prevedere in sede contrattuale un livello quadro intermedio tra docenti e DS con la definizione di una progressione di carriera che tenga conto dei ruoli che ciascun collaboratore - nelle specifiche funzioni - assolve;
- definire - ferme restando le prerogative del DS - modalità di accesso alla funzione che tengano conto di esperienza, formazione e valutazione con un riconoscimento economico basato sulla complessità della scuola (n. alunni, numero di ordini e indirizzi funzionanti nell'istituto, presenza di plessi, numero di ore che il collaboratore è disponibile a prestare oltre le 18 ore di servizio, responsabilità degli incarichi assegnati) da definire all'interno di un quadro specifico contrattuale nazionale;
- stabilire che il servizio prestato nella collaborazione nelle diverse forme deve essere riconosciuto nella progressione di carriera secondo modalità da definire nel CCNL e con un maggiore punteggio, rispetto a quello già oggi previsto, fra i titoli per i futuri concorsi per dirigenti scolastici.

E' ormai ineludibile l'istituzione chiara, stabile e definita di un quadro intermedio con specifiche funzioni e poteri, formalmente strutturato (anche in termini di procedure di reclutamento e processi di formazione) e disciplinato attraverso un contratto collettivo di riferimento: esso rappresenta un'evoluzione necessaria in direzione di un moderno sistema educativo coerente con l'autonomia scolastica.

Siamo consapevoli che si tratta di "scelte politiche" che guardano alla scuola del 2020 con una prospettiva che non può restare ancorata ad una governance arcaica superata dalla legge 107. Saremo rigorosi - quali cittadini consapevoli del ruolo che svolgiamo - nella lettura dei programmi e delle proposte avanzate e guarderemo con attenzione a quanti si mostreranno sensibili nella ri- cerca di soluzioni sostenibili e credibili.

Ed infine, ANCODIS - nel rinnovo del prossimo CCNL - auspica un lavoro costruttivo tra MIUR, Associazioni di categoria e rappresentanze sindacali ed accoglierà favorevolmente ogni proposta che guardi al miglioramento dell'aspetto organizzativo e gestionale delle moderne I.S..

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo
Renato Marino, Presidente ANCODIS Siracusa
Silvia Zuffanelli, Presidente ANCODIS Firenze
Cristina Picchi, Presidente ANCODIS Pisa
Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS Cuneo
Antonella D'Agostino, Presidente ANCODIS Catania
Carla Federica Spoleti, Presidente ANCODIS Roma





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