Sperimentazione in 100 scuole e diploma in quattro anni
Data: Domenica, 31 dicembre 2017 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


La sperimentazione partirà nell'anno scolastico 2018/19, intanto i ragazzi di terza media vengano avviati ad un consolidamento del metodo di studio e ad esercizi di apprendimento efficace. Con il decreto firmato dal Direttore generale degli Ordinamenti del Miur, Maria Assunta Palermo, è stato reso noto l'elenco delle cento scuole d'Italia che dal prossimo 16 gennaio potranno accogliere le iscrizioni di alunni che dall'anno scolastico 2018-2019 realizzeranno il progetto sperimentale di scuola secondaria di secondo grado in quattro anni anziché in cinque anni. Delle cento scuole ammesse alla sperimentazione di cui 20 della Lombardia, 12 della Campania e 10 della Puglia, solo quattro sono le scuole siciliane: il liceo Scientifico "Mottura" e il liceo classico "R.Settimo" di Caltanissetta; il liceo scientifico "Ruiz" di Augusta, e l'Istituto partitario "Gonzaga" di Palermo.

In alcuni licei di Catania la proposta è stata discussa nei Collegi Docenti, ma ha prevalso la linea del "no", guidata dai docenti preoccupati che tale sperimentazione possa produrre riduzione di cattedre e di posti di lavoro. Riduzione che ci sarà certamente, considerata la sempre crescente diminuzione di popolazione scolastica e la difficoltà di mantenere il numero delle classi specie nei licei classici.

E' doveroso precisare che la sperimentazione, ma in questa fase di avvio, non riduce i posti di lavoro bensì crea una nuova opportunità per la scuola nel poter formare una classe speciale che diventa modello e traino per la didattica e la migliore qualità del servizio scolastico.
Sarebbe stata una positiva opportunità anche per le scuole paritarie che a Catania soffrono la carenza delle iscrizioni, ma l'occasione propizia non è stata colta.
Delle cento scuole d'Italia, selezionata tra 200 domande sono 28 le scuole paritarie che hanno aderito al progetto sperimentale che è improntato su una scuola efficiente ed efficace, costituendo una classe di studenti particolarmente motivati e adeguatamente stimolati a fare sempre meglio e sviluppare al massimo le abilità di base, conseguendo lodevoli competenze.

La sperimentazione oggi consente di costituire delle classi con alunni che liberamente scelgono il percorso sperimentale, superano una prova di ammissione e sono idonei a seguire una didattica intensiva, capace di offrire nuove opportunità di ampliamento dell'offerta formativa, inserendo nel piano di studio armonico e significativo anche tematiche di diritto, economia, finanza e cittadinanza, che non trovano spazio nell'ordinario curricolo scolastico, non sempre indirizzato allo sviluppo di competenze e conoscenze essenziali e significative.

E' necessario che "l'accorciamento di un anno delle superiori sia adeguatamente compensato da una progettualità didattica ben strutturata che non toglie, non riduce, non accorcia il programma di studio, ma, come sostiene Andrea Gavosto della Fondazione Agnelli, lo qualifica e lo rende significativo e funzionale".
Ecco l'impegno e il coraggio dei docenti che hanno accolto la sfida della sperimentazione già in da alcuni anni in dodici istituti e con positivi successi.

Si isti et illi, cur non nos? Verrebbe da chiedersi, ma molti docenti non hanno avuto il coraggio di puntare in alto e hanno preferito volare a bassa quota.
La sperimentazione ha l'ambizione di offrire positive opportunità a ragazzi eccellenti e meritevoli, che potranno immettersi nel mondo universitario e del lavoro con un anno di anticipo.
In questa fase non è da considerare uno "scandalo" questa differenziazione tra studenti, che, di fatto, già avviene nella scelta tra i percorsi ordinari e le sezioni ad indirizzo di potenziamento scientifico o linguistico, ma l'innovazione implicitamente sollecita a rivedere il percorso formativo e il curricolo scolastico che si definisce "verticale", ma rimane ancora spezzato e frammentario.

Non si tratta, quindi, di ridurre un anno, ma di qualificare il percorso di studio, senza tempi morti di ripassi e recuperi, ma ricco di proposte formative funzionali ed efficaci per comprendere e interpretare l'oggi. L'espressione latina "Non scholae sed vita discimus", oggi è rimasta solo una massima letteraria da tradurre in italiano, non trovando attuazione nel concreto.
La celebre espressione di George Christoph Lichtenberg: "Io non so se le cose andranno meglio, quando andranno diversamente, ma una cosa è certa, dovranno andare diversamente." trova nella sperimentazione una possibilità di operare "diversamente", rispondendo ai bisogni degli studenti e nello specifico di quei ragazzi che hanno delle belle potenzialità e geniali risorse da sviluppare, che rimangono spesso inespresse o poco valorizzate.

Si ritiene opportuno e auspicabile preparare gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado un cammino di costante rinforzo nel consolidare un proficuo metodo di studio ed un apprendimento efficace e significativo, anche adottando la metodologia CLIL.
Per una maggiore garanzia del progetto quadriennale occorrono, infatti, delle solide basi che si costruiscono negli anni e senza improvvisazioni.

Giuseppe Adernò





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