Costruiamo la Città. Tredicesima Giornata Sociale, promossa dall’Arcidiocesi
Data: Lunedì, 20 novembre 2017 ore 06:30:00 CET
Argomento: Redazione


Promossa dall'Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, si è svolta a Catania la XIII Giornata Sociale diocesana sul tema: Costruiamo insieme la città-comunità. Un cammino di democrazia partecipata. Sulla scia delle Settimane sociali nazionali l'Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina, ha introdotto i lavori del "laboratorio di formazione all'impegno socio-politico nella città dell'uomo" e Don Piero Sapienza, direttore dell'ufficio diocesano ha ripercorso il cammino avviato il 19 novembre 2005 registrando i positivi successi degli "osservatori socio-politici" nei vicariati della diocesi, spazio di aggregazione del laicato impegnato nell'esercizio della democrazia partecipativa, filo conduttore del percorso realizzato con la cooperazione e la vigile presenza nel contesto sociale. Le Encicliche sociali, afferma don Sapienza, vedono il cristiano depositario d'iniziative coraggiose e d'avanguardia e lo rendono protagonista di una socialità avanzata, superando la tentazione dell'accidia politica.

Le recenti elezioni regionali sono un segno evidente di grande sfiducia verso gli apparati della democrazia e i cattolici, come "cittadini dimidiati", si limitano al servizio sociale della carità, senza incidere sull'ethos della città. La comunità ecclesiale appare spesso "assente" ed estranea, poco aperta al dialogo e al confronto per costruire il bene comune.
A tale scopo il tema della XIII giornata diocesana pone al centro "La città come relazione sociale" e "La mobilità urbana".

Da sempre la città ha avuto un compito e un ruolo di aggregazione del tessuto sociale: persone, famiglie, gruppi, associazioni, case, condomini, centri sociali, quartieri e come ha ben illustrato il prof. Andrea Bettetini dell'Università di Catania, ora docente alla Cattolica di Milano, l'intreccio tra pubblico e privato ha determinato una decontestualizzazione sociale e una deterritorializzazione economica che caratterizza la diffusione di numerosi centri commerciali in periferia, mutando le abitudini e gli stili di vita dei cittadini che avevano il centro nel cuore della città.
La geografia della continuità e la cultura agita della sussidiarietà, costituiscono le risposte adatte perché la città torni ad essere spazio e momento di comunità, d'incontro, d'identità collettiva.

La dottrina sociale della Chiesa alla luce della globalizzazione, per rispondere alle sfide emergenti del non facile momento storico che la società sta attraversando necessita di azioni concrete e di proposte operative. Pertanto le considerazioni esposte nella seconda relazione del Prof. Matteo Ignaccolo, docente d'ingegneria delle infrastrutture viarie e dei trasporti all'Università di Catania, hanno evidenziato le priorità organizzative e strutturali capaci di rendere vivibile la città per l'uomo e per il cittadino.

La mobilità sostenibile che pervade gli aspetti sociali, ambientali ed economici impone una nuova cultura della strada come via e della strada come spazio da vivere. I due fattori spesso confliggono e si annullano, mortificando gli spazi e la funzionalità.
In risposta all'emergenza, determinata anche dalla registrazione di quattromila morti l'anno occorrono dei PUMS, piani urbani di mobilità sostenibile, che rispettino le esigenze del singolo come uomo e del cittadino come parte integrante della città.

La Giornata sociale, strutturata in gruppi di studio, ha prodotto a conclusione dei lavori alcune proposte operative per il traffico nella città di Catania, il senso di appartenenza alla città da rispettare e tenere pulita (occorrono i cestini in Via Etnea!), adottare le zone comuni quali il tunnel di Via S. Euplio e tenerlo pulito, curare il decoro urbano con il coinvolgimento diretto dei cittadini. Amare la città significa cooperare per renderla accogliente e gradevole.
I temi della Giornata sociale saranno, inoltre, oggetto di dibattito negli "osservatori socio-politici" dei vicariati, in vista delle elezioni di primavera.

Giuseppe Adernò





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