Incontro all’Istituto Wojtyla su 'Estorsione e Usura'
Data: Giovedì, 19 ottobre 2017 ore 09:00:00 CEST Argomento: Istituzioni Scolastiche
L'istituto
Alberghiero "Karol Woityla" in prima linea per il convegno
"Estorsione e usura, la sfida continua o muore la speranza?" che si è
svolto nell'aula magna di via Lizio Bruno, alla presenza di
rappresentanti delle Forze dell'Ordine, istituzionali e la figlia
Grazia Lizzio del compianto Gianni Lizzio, dirigente sezione racket
presso la Polizia di Stato, l'unico a conoscere il meccanismo
dell'estorsione, in maniera incisiva dichiara "non appoggiare l'amico
infetto, e lavorare per l'impegno sociale contro ogni forma di
violenza". Importante iniziativa, che vuole dare al territorio catanese
un utile apporto nella direzione di attirare maggiormente la
collaborazione dei soggetti economici con la magistratura e le forze
dell'ordine affinché denuncino gli atti intimidatori, estorsivi e
usurai subiti.
Saluti: dirigente scolastico Daniela Di Piazza, "la mafia si combatte
nelle scuole, in ciascun giovane bisogna seminare valori che
diventeranno utili per la collettività; tutti i nostri percorsi debbono
creare consapevolezza dei fatti, criticità e non lasciarsi influenzare
dal malcostume". Continua "la presenza oggi di esperti importanti,
autorevoli e istituzionali, qualifica l'attività dell'intervento che è
rivolto a favore dei nostri ragazzi, affinché la cultura della legalità
possa rappresentare un nucleo centrale forte nel percorso di formazione
per ciascuno di loro, e riportarne il comportamento nella quotidianità
con la responsabilità di se stessi e il rispetto degli altri.
Impalcatura che può far crescere e guidarli nella vita futura".
Domenico Ciancio Sanfilippo condirettore La Sicilia, con enfasi ed
esprimendo incoraggiamento nei confronti dei ragazzi, dà un messaggio
del culto del dovere, la mentalità del diritto e non del favore, è
importante informare correttamente e diffondere notizie importanti come
la legalità: questo è il lavoro operoso e onesto del quotidiano La
Sicilia che svolge da 72 anni. Noi siamo vicino a voi e con chiunque
svolge attività sulla realtà vera, non quella delle chat".
Lella Battiato Majorana direttore "The Voice Karol Woityla" e
vicepresidente Giustizia e Pace.
Avvia i lavori Salvo Campo, presidente A.Si.A. (Associazione Siciliana
Antiracket) che spiega l'impossibilità di Domenico Cuttaia prefetto
commissario nazionale antiracket, a essere presente perché impegnato
istituzionalmente di e dà lettura del messaggio inviato "con ogni forte
azione di sensibilizzazione sull'utilizzazione degli strumenti posti
disposizione delle vittime si rafforza la risposta, che deve essere
sempre più adeguata, da parte delle istituzioni e della società civile,
a questi odiosi fenomeni criminali. Le associazioni sono state attente
interlocutrici dell'ufficio, in un'ottica di dare coraggio e forza a
chi è esposto a decisioni sofferte difficili. In zone devastate da
gruppi delinquenziali, incontrando le associazioni,ho sempre percepito
una forte consapevolezza nell'impegno di restituire libertà e serenità
a tutti coloro che, senza "allinearsi", ed evitando compromessi e
inerzie, percorrono i sentieri della legalità". Continua, "bisogna
operare nel settore attraverso: la collaborazione con le forze di
polizia con continuità per l'attività di prevenzione e/o contrasto
racket e usura, la costituzione di parte civile, nonché l'attività di
sensibilizzazione delle vittime al ricorso alla denuncia degli autori
dei reati e la promozione di campagne educative e i diffusione della
cultura della legalità".
Si dà lettura del messaggio del prefetto di Ancona Antonio D'Acunto e
di Enzo Trantino.
Il presidente Campo presenta l'associazione nata nel 1991 "sfidiamo la
mafia l'anno scorso 8.000 studenti della provincia di Catania sono
stati sensibilizzati, dobbiamo coinvolgere la politica anche se
talvolta con scarso risultato, assistiamo ad una palude di mediocrità
con molta burocrazia; legalità ed economia sono legate le istituzioni
presentano molte sfaccettature, creano collusioni nei quartieri, con
sottomissione che ne favorisce l'attecchimento".
Momento evocativo tutti in piedi ascoltando l'inno d'Italia suonato dal
quartetto catanese per il compianto Lizzio e con parole significative
il questore Giuseppe Gualtieri interviene riferendo che sarà dedicata
una sala alla memoria del dirigente Lizzio che rappresenta un modello,
"abbiamo bisogno di questo esempio e la polizia ne è orgogliosa". Ha
evidenziato "le associazioni e la scuola debbono sostenere la
rete della legalità, la scuola lo fa da una parte formando la coscienza
degli studenti, ed è importantissima, le associazioni affiancando gli
operatori economici. La mia presenza sta a significare che il mio
intervento è di sostegno in un momento di crisi delle associazioni
antiracket e usura, e i misuratori a cui dobbiamo riferirci per
efficacia di queste associazioni, sono gli operatori economici, che
esse riescono a portare alla denuncia. Dobbiamo essere credibili
affinché i nostri concittadini possano fidarsi di noi, passando non
solo per le istituzioni, ma anche rivolgendosi alle associazioni
antiracket che sono esse stesse istituzioni".
Giuseppe Beretta deputato, chiarisce e anticipa sinteticamente il nuovo
codice antimafia per togliere ai mafiosi i beni: questa interessante
intuizione bisogna adeguarla ai tempi; venivano prima affidati per
essere amministrati a un solo avvocato o commercialista parecchi beni
confiscati, con risultati non eccellenti, adesso a un professionista si
potranno affidare al massimo tre procedure, "abbiamo ascoltato gli
operatori che ogni giorno contrastano la mafia, insieme alle
associazioni che lavorano contro la mafia, bisogna gestire il
patrimonio e rimetterlo al servizio della collettività. La mafia sta
perdendo, grazie a voi ai docenti, al dirigente a cui va un enorme
grazie e auspichiamo un impegno solenne con la condivisione di tutti
noi".
Il presidente Associazione Giustizia e Pace Ugo Tomaselli che con
perizia ha portato avanti l'evento, ricorda con sentimento l'amico
magistrato Livatino che operava al Tribunale di Agrigento e chiarisce
saggiamente "La giustizia a volte è ingiusta, la cosa più difficile è
saper scegliere e occorre affidarsi alla giustizia divina è importante
non essere stati credenti, ma credibili abbattiamo anche i simboli
mafiosi".
Lino Barreca avvocato consulente A.Si.A., ha sottolineato l'importanza
di organizzare questi convegni nelle scuole superiori per
sensibilizzare i ragazzi al problema della diffusione della mafia e
combatterla, ha evidenziato la necessità che gli imprenditori siano
sostenuti dalle associazioni antiracket prima di subire le pressioni
mafiose, per evitare che si ritrovino isolati e facilmente attaccabili.
Infine continua "la necessità di rendere più efficaci e rapidi i
procedimenti per l'elargizione del fondo di solidarietà alle vittime
della mafia".
Conclusioni affidate a Marisa Acagnino presidente VI sezione civile
Tribunale Catania, che con un discorso esaustivo e interlocutorio, si
inoltra tra la folta platea degli studenti esprimendosi in modo
semplice ma intenso, ed esordisce con delle domande Chi sono i pentiti?
"se assecondiamo la mafia, le riconosciamo un potere; l'impegno della
scuola è dare strumenti per togliere il potere alla mafia, noi siamo
cittadini liberi e la libertà non dobbiamo farcela rubare da nessuno,
voi siete futuri imprenditori della ristorazione, non vi mettete in
mano alla mafia".
Dal convegno si evince che bisogna lottare contro il grande mostro
burocratico e l'iniziativa serve a dare fiducia nello Stato e nelle
istituzioni, attraverso gli strumenti legislativi e le risorse.
Al termine il maestro Fabio Raciti con la sua bravura, insieme ai suoi
allievi della classe di violino, del Liceo Musicale "G. Turrisi
Colonna" hanno eseguito musiche di Strauss, Piovani e Morricone.
Emozionante l'esecuzione del brano "Nuovo Cinema Paradiso" per
ricordare l'ispettore Lizzio. I giovani violinisti: Simone Molino,
Erica Pappalardo, Fabrizio Calì, Sara Saggio e il pianista Lino Bonomo.
Molto seguita e ammirata la performance poiché la musica è un vettore
di cultura e pace.
Al termine della conferenza un dibattito interessante con testimonianze
danno sostanzialità al convegno, poiché ogni storia di estorsione è
diversa dall'altra; ha acceso l'interesse degli studenti motivandoli
alla riflessione.
Franca Pepi (Asia Caltanissetta), con il suo intervento ha emozionato
al sala a 17 anni le viene ucciso il padre imprenditore dalla mafia, ma
con pacatezza racconta la sua storia di una donna che ha sofferto
e non si è arresa mai. "Credete alle istituzioni, mi hanno fatto
ricostruire l'azienda, ho vinto io, ha vinto lo Stato, non abbiate
paura".
Radatti Antonio (associazione Asia) pugliese vittima di estorsione che
ha denunziato, Santonocito Giovanni (Asia) che ha apertoun b&b
grazie al fondo di solidarietà, Giuffrida Letterio Francesco con
un'attività di autoricambi a Linguaglossa, vittima dal 25 aprile 2010 e
ha denunziato. Mastrosimone Salvatore (Asia San Cataldo) imprenditore
vittima di usura.
Il giovane Fernando Tutino, associazione "Giustizia e Pace", 35
anni sta per laurearsi in lettere racconta la sua storia di direttore
commerciale nella farmacia della nonna a Palagonia.
Carlo Majorana Gravina interviene spiegando che la mafiosità è
una modalità di comportamento.
Interviene con una domanda che riceve plauso da tutta la sala
l'alunno del "Karol Wojtyla" Mascali Fabrizio III F Enogastronomia "La
politica appoggia la mafia? E Campo risponde non ha schieramento
politico ma stimolare i politici.
Ha collaborato anche l'associazione "Falcone-Borsellino" di Enna
con il presidente Alfonso Panvini.
Apprezzato il coffee break organizzato dagli allievi dell'Istituto
diretti dal prof. Carmelo Licciardello, direttore di sala e per
l'accoglienza seguiti dal prof. Salvo Anello.
Lella Battiato Majorana - foto Santi
Zappalà
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