La 'cura' dell’albero della legalità
Data: Domenica, 28 maggio 2017 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Una tavola rotonda sulla legalità ha visto protagonisti, nella mattina del 22 maggio 2017, gli studenti dell'I. C. San Giovanni Bosco e dell'I. C. Cavour di Catania. Insieme nel progetto in rete "Noi protagonisti in prima linea nella cura dell'albero della legalità", i giovani alunni dei due istituti, sostenuti dalle dirigenti Valeria A. Pappalardo e Maria Leonardi e dai loro docenti, hanno partecipato ad una vivace conversazione sul tema della Non-legalità nel quotidiano, declinata in diverse prospettive: dalla cultura scolastica alla difesa della libertà e della verità, dall'agonismo sportivo alla giusta rivendicazione dei diritti.

Presso l'auditorium dell'IC San Giovanni Bosco, in via Leotta a Catania, autorevoli relatori hanno aiutato gli studenti a riflettere sul tema della legalità a partire proprio dalla centralità della cultura e dello studio, tanto più efficace quando esso viene liberamente scelto e non vissuto come strumento di ricatto e di oppressione. Le parole della dott.ssa Angela Napoli, membro della Commissione parlamentare antimafia e della II Commissione giustizia alla camera, hanno infatti voluto spronare gli alunni a voler considerare l'impegno e il sacrificio individuale e personale come strumento imprescindibile per il raggiungimento di qualsivoglia obiettivo, a dispetto di una cultura mafiosa che fa del sopruso e dell'arroganza il proprio codice di comportamento e di comunicazione. Particolarmente coinvolgente per gli alunni la testimonianza dei sedici anni di vita vissuta sotto scorta dalla dott.ssa Napoli, "colpevole" di aver voluto combattere apertamente il sistema mafioso.

Altrettanto incisivo nell'impressione dell'auditorio il ricordo accorato di Francesca Andreozzi, nipote del giornalista Pippo Fava, la quale ha ripercorso gli anni delle inchieste scomode del nonno in nome di un "giornalismo etico" che non ha avuto paura di smascherare le falsità, di additare i potenti e le loro collusioni con il sistema mafioso, di cercare sempre la verità, al di là delle conseguenze che da tale agire potevano scaturire. Lontana dai toni epici che vogliono trasformare in "eroi" le vittime di mafia, la Andreozzi ha ricordato agli alunni che quanti sono caduti per mano della mafia non si sentivano né erano eroi, lontani e altri dall'uomo qualunque, ma persone che hanno semplicemente avuto il coraggio di vivere con coerenza le loro idee. Naturalmente appassionante per gli alunni è stato poi il contributo del prof. Rocco De Luca, docente di scienze motorie presso il liceo Lombardo Radice il quale, con il tema della legalità nello sport ha suscitato l'interesse dei ragazzi sottolineando la sana condizione di agonismo insita nello sport che non va demonizzata né eliminata giacché essa ne costituisce la naturale premessa.

Quello che invece va regolamentata è l'aggressività, la negazione del rispetto "sempre dovuto" all'avversario, la tensione a "vincere" nonostante tutto. L'idea di "giusto" in sé è ritornata infine nelle parole del prof. Antonino De Cristofaro, docente di filosofia presso il Liceo Boggio Lera, il quale ha voluto far riflettere gli alunni sul concetto di rispetto delle regole che si lega imprescindibilmente al concetto di libertà. Soltanto l'uomo veramente libero è capace, infatti, di rispettare le regole, anche quelle che non condivide, perché sa coraggiosamente e coerentemente anche contestarle, nella convinzione che il comportamento "etico" e giusto non deriva dal timore dell'occhio del controllore ma dall'intima persuasione che si deve agire bene per l'intrinseco amore del bene e del giusto in sé. Le vivaci domande e curiosità degli alunni hanno fatto da controcanto alle parole dei relatori che hanno risposto agli studenti indicando le possibili strada da percorrere nel cammino per diventare cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri, capaci di discernere il giusto senza farsi ammaliare dalle sirene della non-legalità, a volte seducenti perché facili da intraprendere ma, troppo spesso, ardue da abbandonare.

È appunto un cammino quello nella mattina del 22 maggio gli studenti dei due istituti hanno iniziato e che li condurrà, nello scorcio finale di questo anno scolastico, e all'inizio del nuovo 2017/2018, a curare in prima persona "l'albero della legalità" non più e non solo come ascoltatori ma come protagonisti attivi nella costruzione di una società "giusta" di là da essere realizzata.

prof.ssa Maria Alessandra Prestipino








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