Alunni ammessi al test finale anche con giudizio negativo
Data: Mercoledì, 03 maggio 2017 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Tirano un sospiro di sollievo gli studenti del 1° ciclo, che, a partire dal prossimo anno, saranno ammessi alla classe successiva e all’esame anche in presenza di una o più insufficienze.
Soddisfazione anche per quanto riguarda le prove Invalsi, che saranno somministrate entro il mese di aprile e non durante l’esame. La partecipazione alle prove, però, costituirà requisito d’accesso e gli esiti saranno riportati nella certificazione delle competenze, ma non influiranno sul voto finale. Novità anche per gli scritti che da quattro si riducono a tre così come le funzioni di presidente, ricoperte ancora per quest’anno da un esterno, saranno svolte, dal prossimo anno, dal dirigente scolastico della scuola stessa. Debuttano, infine, tra le materie oggetto di valutazione, le attività inerenti l’ambito di «cittadinanza e Costituzione».
La Commissione
La Commissione d’esame è articolata in sotto-commissioni, una per ogni classe terza, composte dai docenti del consiglio di classe; svolge le funzioni di presidente il dirigente scolastico dell’Istituzione scolastica sede d’esame o, in caso d’impedimento o reggenza, un suo collaboratore delegato.
Requisiti d’accesso
Se fino ad oggi la presenza di una o più insufficienze sanciva la non ammissione all’esame, dal prossimo anno scolastico la presenza di tutti sei in pagella non sarà imprescindibile requisito d’accesso. Al contrario, l’eventuale non ammissione dovrà essere debitamente motivata dal consiglio di classe. L’articolo 6 del decreto recita infatti: «Nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline, il consiglio di classe può deliberare, con adeguata motivazione, la non ammissione alla classe successiva o all’esame conclusivo del primo ciclo». Resta, comunque, fermo il requisito della frequenza di almeno tre quarti del monte ore personalizzato, salvo deroghe da parte del collegio dei docenti.
Le prove Invalsi
La partecipazione alle prove Invalsi costituisce requisito d’accesso all’esame, ma le stesse non verranno svolte durante la sessione d’esame, bensì nel mese di aprile e i risultati non concorreranno alla valutazione finale. Le prove saranno computer based e, oltre a rilevare i livelli di apprendimento in italiano e matematica, riguarderanno anche l’inglese. L’esito del livello raggiunto nelle prove viene riportato distintamente per ciascuna disciplina oggetto della rilevazione nella certificazione delle competenze. Le prove dovranno essere sostenute anche dagli alunni con bisogni educativi speciali.
Il numero delle prove
Il numero delle prove scritte si riduce da quattro (italiano, matematica, inglese e seconda lingua straniera) a tre: prova scritta di italiano (o della lingua nella quale si svolge l’insegnamento), volta ad accertare la padronanza della lingua; prova scritta relativa alle competenze logico matematiche; prova scritta di lingue straniere, articolata in due sotto sezioni: I e II lingua. Rimane confermato il colloquio per valutare le conoscenze descritte nelle “Indicazioni nazionali”, ma anche per accertare l’acquisizione delle competenze di cittadinanza, di argomentazione, di risoluzione di problemi e di pensiero critico e riflessivo. Per le sezioni a indirizzo musicale è prevista, inoltre, una prova pratica di strumento.
La valutazione
La valutazione finale complessiva, deliberata dalla Commissione, è espressa in decimi e scaturisce dalla media, arrotondata all’unità superiore per frazioni pari o superiori a 0,5, tra il voto di ammissione e la media dei voti delle prove. L’esame si intende superato con una votazione di almeno 6/10. La lode, per chi abbia conseguito il punteggio di 10/10, è attribuita all’unanimità dalla Commissione, che valuterà anche l’intero percorso triennale dello studente. Per i candidati privatisti l’esito è determinato dai risultati delle prove scritte e del colloquio. Restano i voti, quindi, ma saranno espressione dei livelli di apprendimento raggiunti e saranno affiancati da una specifica certificazione delle competenze.
La certificazione delle competenze rilasciata al termine del 1° ciclo descrive le competenze chiave e di cittadinanza conseguite dagli studenti. I modelli per la certificazione tengono conto del profilo dello studente rintracciabile nelle “Indicazioni nazionali”, delle competenze chiave individuate dall’Unione europea, dei diversi livelli conseguiti anche in ambito non formale ed informale, della coerenza con il piano educativo individualizzato, se presente, e dell’esito delle prove Invalsi.

Alessandra Silvestri
Il Sole 24 Ore





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