Abolizione delle tasse scolastiche i maturandi risparmiano 45 euro
Data: Mercoledì, 22 febbraio 2017 ore 08:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Abolizione delle tasse scolastiche i maturandi risparmiano 45 euro - Se il testo dell’atto del governo 381, riguardante l’effettività del diritto allo studio, resta così com’è senza subire modifiche, non ci sarà più bisogno per nessuna famiglia di versare le tasse scolastiche o di chiedere le esenzioni per reddito.
Spariranno le tasse scolastiche dal dizionario degli studenti italiani. La novità, inserita dei decreti attuativi per le leggi delega della Buona scuola, interviene sul diritto allo studio e abolisce il pagamento delle tasse di iscrizione e di frequenza anche al di fuori dell’età dell’obbligo. Salteranno anche i contributi dovuti all’esame di Stato e al ritiro del diploma di maturità.
Fino ad oggi sono stati esentati dal pagamento di iscrizione e frequenza tutti i ragazzi fino al terzo anno delle scuole superiori. Per quelli dell’ultimo biennio, l’esonero era invece previsto in base al reddito, e solo in caso di gravi situazioni di indigenza della famiglia. Ora si cambia. Se il testo dell’atto del governo 381, riguardante l’effettività del diritto allo studio, resta così com’è senza subire modifiche, non ci sarà più bisogno per nessuna famiglia di versare le tasse scolastiche o di chiedere le esenzioni per reddito.
IL COSTO PER LO STATO
Nella relazione tecnica depositata alla Camera, ora al vaglio delle commissioni parlamentari, si prevede infatti l’esonero dalle tasse per il quarto anno a partire dall’anno scolastico 2018-2019 e per il quinto anno a partire dal 2019-2020. Per lo Stato significa rinunciare a entrate per una cifra complessiva di 30 milioni di euro: per la precisione 29,7 milioni a regime dall’anno 2019, mentre per il 2018 il costo di questa misura sarà di 10,4 milioni.
IL RISPARMIO PER GLI STUDENTI
Così dall’anno prossimo i ragazzi del quarto delle superiori saranno esonerati dal pagamento di 6,04 euro per la tassa di iscrizione e 15,13 euro per la tassa di frequenza. Per un totale di 21,17 euro a testa, esteso a oltre 490mila ragazzi. Poi, dal 2019, anche gli iscritti al quinto anno potranno beneficiare della riforma risparmiando la tassa di frequenza da 15,13 euro, altri 12,09 euro per la tassa di esame e 16,13 euro per la tassa di diploma. Per un totale di 43,35 euro a testa per 454mila ragazzi.
Resterà invece il contributo volontario: quella somma chiesta dalle singole scuole, approvata dal consiglio di istituto, per portare avanti la normale attività scolastica. Un contributo che, seppur volontario, viene percepito come una vera e propria tassa che va a coprire le spese più disparate: dalla pittura delle pareti all’acquisto della cancelleria per le attività dei ragazzi e delle segreterie. Dai 30-40 euro chiesti alle elementari si arriva anche a superare i cento euro alle scuole superiori.
LA PRECISAZIONE
Sulla questione dei contributi scolastici il Ministero dell’istruzione è intervenuto con una circolare nel 2012, in risposta alle proteste delle famiglie che arrivavano agli uffici scolastici regionali di tutta Italia. Nella nota il Miur precisava che la scuola deve chiarire la non obbligatorietà del contributo e che i soldi così raccolti non possono essere utilizzati per le attività curricolari ma per ampliare l’offerta formativa.

L.Loi
Il Messaggero





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