Il Preside 'Grande Custode'. Vacanze finite, si torna sui banchi. Depotenziata la riforma
Data: Giovedì, 12 gennaio 2017 ore 09:00:00 CET
Argomento: Redazione


L'antica espressione "Avanti, adagio, quasi indietro" ritorna attuale con il cambiamento del Ministro dell'Istruzione e in questa fase di transizione tutto rallenta e come dicevano i latini: "Non progredi, regredi est". L'ambizioso e tanto decantato programma della Buona scuola scricchiola cedendo il passo alle richieste sindacali e legittime istanze dei docenti modificando per il prossimo anno scolastico l'obbligo per neo assunti e docenti trasferiti di restare nella stessa sede per tre anni. Il contratto che regolerà i trasferimenti del personale docente per il 2017/2018 non rispetterà la regola dei tre anni e questo darà anche agli 83mila assunti con la Buona scuola la possibilità del trasferimento. Ecco quanto prevede l'intesa firmata dal nuovo ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli con i sindacati (ad eccezione della Gilda).

La positiva e saggia decisione, che alleggerisce il disagio di tanti "deportati" al Nord ed alcuni "titolari al Nord" e utilizzati al Sud, si pone in contrasto con il Piano Triennale dell'Offerta Formativa che dovrà ritornare ad essere annuale e non triennale, non potendo garantire la presenza continuativa dei docenti per la realizzazione del PTOF.
Dice il Ministro Valeria Fedeli che «si tratta di una misura straordinaria» perché «resta fermo l'obiettivo prioritario, chiaramente indicato dalla legge 107 della continuità didattica».
Se viene consentita la mobilità annuale come si garantisce la continuità didattica?

Le dichiarazioni del Ministro: «Vogliamo aprire il prossimo anno scolastico nelle migliori condizioni. Per questo stabiliremo un cronoprogramma di lavoro molto preciso che, tappa per tappa, dalla mobilità alle assunzioni, all'assegnazione delle supplenze garantisca al sistema di poter funzionare al meglio e agli studenti di avere docenti in cattedra e una scuola che funzioni dal primo giorno. Questo sarà lo sforzo a cui ci dedicheremo quotidianamente».
La neve e le rigide temperature di questi giorni non hanno consentito una "serena ripresa" dell'anno scolastico.

Quando la neve si scioglierà, si modificheranno anche le modalità di richiesta dei docenti non solo dell'ambito territoriale, ma anche del singolo istituto dove essere trasferiti: indicando fino a un massimo di cinque scuole. In tutto si potranno esprimere fino a 15 opzioni tra cui àmbiti e/o singole province, anche di regioni diverse.
Con quest'annunciata novità si depotenzia per il prossimo anno la chiamata diretta da parte dei presidi, che ritornano come nell'Ottocento, secondo la definizione del latinista Antonio La Penna in "Aforismi e autoschediasmi", che considerava i presidi come dei "grandi bidelli".

Noi vorremmo che restassero GRANDI CUSTODI
Custodi del sapere, dell'educazione che viene meno nella società, custodi dei valori che vanno insegnati e testimoniati.
Schiacciati da mille incombenze burocratiche, gravati dal vulnus degli accorpamenti, oberati di lavoro e di responsabilità, spesso si trascura l'obiettivo della qualità.
La scuola, risorsa vitale della società necessita non di un manager d'industria, la scuola non produce oggetti, ma fa crescere soggetti, persone vive, ragazzi e giovani che in essa costruiscono le basi del loro futuro, scoprendo e valorizzando i loro talenti.

Questo è il compito del dirigente "grande custode" della Comunità scolastica, capace di incarnarne e testimoniare il "sapere, il saper fare ed il saper essere".

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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