
Dagli apprendimenti degli alunni alla valutazione di sistema
Data: Lunedì, 19 dicembre 2016 ore 08:00:00 CET Argomento: Redazione
"La valutazione si
dispiega nello spazio aperto tra dubbio e certezza
dalla volontà di esercitare un'influenza sul corso delle cose, di
gestire dei sistemi in evoluzione. (... ) E' lo strumento utile
dell'ambizione tipicamente umana di pesare il presente per pesare sul
futuro"(Ch. Hadji).
Rendere conto
La valutazione periodica dei risultati del sistema scolastico è
diventata un modus operandi in molte nazioni e risponde all'esigenza
dei pubblici poteri di avere una conoscenza accurata del
funzionamento dei servizi sociali che vengono erogati per
sapere se gli obiettivi pubblicamente proclamati vengono
raggiunti; in tempi di risorse limitate e di revisione dello
stato sociale è una responsabilità ineludibile dimostrare
che quelle investite sono state utilmente impiegate. La
scuola nel suo insieme e le sue attività sono un ambito necessario dei
processi di valutazione pubblica per i legami che esse hanno col
destino dei giovani e con gli interessi generali della società.
Per quanto riguarda la scuola sarebbe sommamente utile che l'insieme
delle operazioni rifuggisse, però, da finalità di sapore
economicistico, come talvolta avviene con molti studi di economia
dell'istruzione e sull'impatto economico degli investimenti
sull'istruzione e la formazione. Impostazione che se dà significative
informazioni sul funzionamento del sistema scolastico e sulla sua
efficacia economico-sociale, per molti aspetti finisce per
sottovalutare o non apprezzare adeguatamente le molte funzioni che deve
svolgere un sistema di istruzione e formazione in una società. Se ci
dovessimo far guidare solo da questo genere di orientamento, finiremmo
per sposare un'idea di istruzione molto povera di umanità e
di cultura.
Gli obiettivi del processo di valutazione di un sistema
scolastico sono sostanzialmente due:
a) rendere conto di quel che si è
fatto;
b) individuare le azioni di miglioramento delle situazioni di
crisi che sono state individuate.
E' evidente che la valutazione di un
sistema di istruzione e formazione puo' essere fatta con criterio, se
con chiarezza siano state definite le sue finalità e non vengano
cambiate continuamente. Se si cambia spesso la direzione del
percorso, difficilmente si arriva alla meta; ci si puo' fermare a metà
strada, perdendo di vista o meglio ancora non comprendendo più quali
siano i veri obbiettivi che si dovrebbero raggiungere.
E' opinione diffusa che per raggiungere gli obiettivi che
si d di valutazione del sistema scolastico sia necessario
disporre innanzitutto di un procedimento di accertamento rigoroso
e puntuale dei risultati di apprendimento degli alunni; opinione
sempre più spesso accompagnata dal convincimento che non ci si debba
fermare a questi dati per avere una valutazione complessiva del
funzionamento del sistema scolastico. Non è pacifico, insomma, che
solo con i dati dell'apprendimento si possano correttamente
valutare scuola, studenti, personale e sistema scolastico. Non ci si
puo'
fermare solo a questi dati se si vuole intervenire con cognizione di
causa per dare inizio alle azioni di miglioramento, che a qualsiasi
livello sono ritenute necessarie. Per avere un'idea del sistema bisogna
prendere in considerazione la regolarità dei percorsi scolastici, il
tasso di scolarità, le risorse investite, i processi di insegnamento,
il
rapporto istituito dalle scuole con gli alunni e le famiglie, la
stabilità e la qualità del personale docente, il contesto, il
capitale sociale e culturale del territorio circostante, i processi di
adattamento del curriculum alle esigenze della popolazione scolastica
messi in atto, le attività di arricchimento e di diversificazione
dell'offerta formativa e tutti gli altri elementi che "servono a
costruire un quadro completo del funzionamento del sistema scolastico a
tutti i livelli, sia a livello di sistema, sia a livello di singola
unità della scuola e della classe"(Allulli).
Se si parte dai risultati di apprendimento, ci si deve chiedere
, allora, quali siano le variabili che determinano più direttamente la
qualità dei risultati scolastici e quale il loro specifico peso
per potere intervenire efficacemente . Le ricerche dicono che a
determinare il rendimento scolastico sono sono soprattutto il
background sociale dello studente e gli imput della
scuola, soprattutto qualità degli insegnanti, la loro motivazione
e l'interazione alunni -docenti, clima interno ad ogni singola
istituzione scolastica . Secondo U. Trivellato dalle ricerche
effettuate su questo tema sono scaturiti due messaggi ai
fini del miglioramento dei risultati del sistema di istruzione e
formazione:a)bisogna intervenire presto per compensare svantaggi
sociali e disadattamento; b)non bisogna intervenire solo o
prevalentemente sulla dimensione cognitiva, ma anche in maniera
efficace
sulla motivazione e sull'adattabilità sociale degli alunni. Due generi
di intervento non propriamente facili come si crede, ma nella
disponibilità delle risorse culturali professionali e pedagogiche
delle scuole, anche se per quanto riguarda la compensazione del deficit
culturale-sociale, la scuola con i suoi mezzi a disposizione non puo'
essere considerata l'unica responsabile del compito. Le responsabilità
degli enti loocali non sono di minore conto e sono molto evidenti.
Un sistema di valutazione del servizio scolastico non funziona
alimentandosi solo di dati sugli apprendimenti e non ne migliora i
servizi se finisce per intervenire solo sugli insegnanti o sui
dirigenti scolastici. Non puo' funzionare facendo ricorso alla
valutazione esterna, perchè senza la capacità di autovalutazione
interna
non produrrebbe i risultati attesi. La valutazione esterna in
genere viene accettata con difficoltà, sia perchè si diffida quasi per
principio che venga fatta per dare assistenza e sostegno al
lavoro dei docenti, sia perchè per molti la valutazione del
servizio prefigura o nasconde in una comunità di pari
la logica invisa dei premi e delle
sanzioni. L'autoreferenzialità, d'altra parte, non è
giustificabile e sarebbe l'esito di una valutazione in cui
dovesse mancare il confronto con l'esterno, anche se si è consapevoli
che non tutti gli interventi esterni sono in grado di
introdurre elementi di miglioramento. Tra questi due
poli si dovrebbe trovare il giusto equilibrio, perchè lo si
accetti o no con l'autonomia delle istituzioni scolastiche la
valutazione del servizio scolastico è un dovere e un
servizio che torna utile a tutti:operatori
scolastici, utenti, istituzioni.
Il sistema nazionale di valutazione:
procedure e strutture
La valutazione non puo' essere considerata un'attività facoltativa del
processo di formazione e del sistema scolastico; va considerata
, invece, come atto dovuto; una necessità della ricerca, della
sperimentazione, del buon funzionamento dell'attività formativa e anche
di una sapiente ed efficace amministrazione dei sistemi scolastici. Il
diritto e il dovere di valutare sono accettati bene, quando sono
giustificati e condivisi le modalità e gli obiettivi da
raggiungere. Per rendere positiva ed efficace la valutazione
bisogna creare e mantenere un rapporto di fiducia tra amministrazione
centrale e singole scuole, tra dirigenti e insegnanti e personale della
scuola; è difficile che dia risultati positivi in presenza di minacce o
di premi. Per avere una buona valutazione è necessario che chi in prima
o in ultima istanza deve essere valutato sia coinvolto
nell'identificazione degli obiettivi e sia riconosciuto come
interlocutore; se così non fosse non si entrerebbe in alcun modo nella
logica della valutazione come sostegno e miglioramento.
Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 80 del 2013 è stato
istituito il Sistema Nazionale di Valutazione che ha
incominciato a funzionare, ma non ha ancora
completato il suo primo ciclo di realizzazione. Un sistema
complesso per struttura e procedure, in cui spiccano per rilievo e
importanza la rilevazione dei dati degli apprendimenti e la valutazione
del servizio dei dirigenti scolastici. Ne fanno parte e concorrono alla
realizzazione degli obiettivi del Sistema Nazionale di
Valutazione. l'INVALSI, l'INDIRE, il contingente ispettivo, la
Conferenza
per il coordinamento funzionale del Sistema Nazionale di Valutazione e
i nuclei di valutazione esterna. Le sue finalità sono quelle del
miglioramento dell'offerta formativa e della qualità degli
apprendimenti. La valutazione del sistema scolastico dovrebbe
essere indirizzata alla riduzione della dispersione e dell'insuccesso
scolastico, alla riduzione delle differenze tra scuole e aree
geografiche nei livelli di apprendimento e inoltre al rafforzamento
delle competenze di base rispetto ai livelli di partenza e alla
valorizzazione degli esiti a distanza(università e lavoro)(Direttiva
n. 11 del 18/9/2014 ).
Il sistema di valutazione che è stato disegnato con il DPR n. 80
del 28/3/2013 si regge su due
sostegni:l'autovalutazione interna e la valutazione esterna(che tanto
esterna poi non è, perchè il dominus della situazione
è l'Invalsi, una struttura dell'amministrazione del sistema
scolastico). Prevede fasi di controllo, momenti di socializzazione dei
risultati, pratiche di miglioramento e l'avvio sistematico della
valutazione dei dirigenti scolastici. Il Sistema Nazionale di
Valutazione fornisce, infatti, i risultati della valutazione
ai Direttori Regionali per valutare i Dirigenti Scolastici. (art. 2 del
DPR 80). L'autovalutazione delle scuole consta:
a) dei processi di
analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi
disponibili dal Ministero, delle rilevazioni sugli apprendimenti, delle
elaborazioni sul valore aggiunto (restituite dall'Invalsi) e altri
elementi significativi integrati dalle scuole;
b)
dell'elaborazione di un rapporto di auto valutazione secondo un
quadro di riferimento predisposto dall'INVALSI e della
formulazione di un piano di miglioramento. (art. 6 del DPR
80)
Praticamente se si fa bene attenzione a quello che viene detto i
dati più più significativi sono i risultati delle indagini
censuarie, quelli resi disponibili dal Ministero e
dall'INVALSI: quelli della scuola hanno una funzione integrativa. La
singola scuola è struttura servente, priva di effettiva autonomia
professionale nel processo di valutazione, anche se è l'unica che
sarebbe in grado di raccontare la storia dell'impegno affrontato dagli
alunni, quella del percorso compiuto e dei miglioramenti
ottenuti. Sfuggirebbe senza una precisa e definita autonomia
professionale della scuola in questa operazione, senza il suo
contributo, la possibilità di cogliere gli apprendimenti non
cognitivi, ai quali si dà tanta importanza, come creatività, pensiero
critico, flessibilità, motivazione, metacognizione, coscienza civica
etc
...
Il ciclo di lavoro del Sistema Nazionale di Valutazione si conclude
con la pubblicazione del rapporto di rendicontazione sociale
elaborato dalle scuole e pubblicato nel portale "Scuola in chiaro", con
cui verrebbero diffusi i risultati raggiunti in relazione agli
obbiettivi di miglioramento individuati e perseguiti. Operazione
condotta in una prospettiva di trasparenza e di condivisione e "di
promozione al miglioramento del servizio con la comunità di
appartenenza".
La trasparenza non fa male a nessuno, ma non è per nulla assodato che
la pubblicazione di dati come quelli del rapporto di rendicontazione
sociale aiuti a migliorare i rapporti di una scuola con la comunità di
appartenenza; anzi per la sua costitutiva, anche se inespressa, logica
competitiva rischia di recidere i legami tra una scuola e
l'ambiente circostante e favorire in certi strati sociali la corsa
verso le scuole che marciano bene. La concorrenza tra le scuole, che di
fatto viene aperta con questo genere di azioni, non salva, nè
migliora quelle che hanno problemi, perchè continuerebbero ad
esistere e sarebbero le uniche disponibili per quelli che non
sanno leggere i rapporti di rendicontazione sociale. Un capolavoro di
mistificazione e di ipocrisia, che ben si attaglia all'impostazione
autoritaria-ispettiva che è stata data al Sistema Nazionale
di Valutazione e agli orientamenti mercatistici di tutte le
ultime leggi sulla scuola.
L' INVALSI nell'architettura del Sistema di valutazione nazionale ha un
ruolo dominante e una collocazione che lo mette nella condizione
di potere dire le parole più importanti e che contano e di avere un
ruolo nelle operazioni più significative delle procedure di
valutazione. E' responsabile dell'elaborazione delle modalità
tecnico-scientifiche
delle operazioni di valutazione; predispone il quadro di riferimento
con
cui procedere all'autovalutazione di ogni singolo istituto; definisce
gli indicatori di efficienza e di efficacia in base ai quali si
individuano le scuole che vanno sottoposte a
valutazione esterna; propone i protocolli di valutazione e il
programma delle visite ispettive alle scuole; mette sotto tutela gli
stessi piani di miglioramento che in qualche modo vengono sottratti
all'autonoma riflessione e capacità di iniziativa delle scuole; difatti
vanno ridefiniti se non entrano nei parametri procedurali
e di contenuto, stabiliti dall'INVALSI; definisce gli indicatori
per la valutazione dei dirigenti; cura la selezione, la formazione e
l'inserimento in un apposito elenco degli esperti dei nuclei per la
valutazione esterna, che gestirà direttamente sulla base delle
direttive
del Ministero; costituisce sulla base dei criteri della Conferenza per
il coordinamento funzionale del Servizio Nazionale di Valutazione, di
cui ha la presidenza, i nuclei della valutazione esterna; elabora un
rapporto annuale sul funzionamento del sistema scolastico sulla scorta
soprattutto delle proprie rilevazioni e dei dati in suo
possesso. L'INVALSI, in poche parole, ha in mano le fortune del sistema
scolastico e anche quello di ogni singola scuola e del personale che vi
lavora.
Minore, anche se significativo, è il ruolo dell'INDIRE. Concorre a
realizzare gli obiettivi del Sistema Nazionale di Valutazione,
attraverso il supporto alle istituzioni scolastiche, nella definizione
e attuazione dei piani di miglioramento della qualità dell'offerta
formativa e dei risultati di apprendimento; cura il sostegno ai
processi
di innovazione centrati sulla diffusione e utilizzo delle nuove
tecnologie; attiva progetti di ricerca tesi al miglioramento della
didattica; organizza interventi di consulenza e formazione del
personale
della scuola. Senza la sua presenza, ma i cui servizi sono a
richiesta, il Sistema Nazionale di Valutazione non potrebbe mai
pretendere di avere una funzione positiva di miglioramento del
funzionamento del sistema scolastico; non è il braccio
armato, costituito dal contingente ispettivo e dai nuclei di
valutazione
esterna, ma l'area di soccorso del Sistema di Valutazione.
La valutazione dei dirigenti
Uno dei pilastri del Sistema Nazionale di Valutazione è
costituito dalla valutazione che deve essere esercitata sul
lavoro dei dirigenti scolastici, che di fatto sono quelli che ne devono
sostenere maggiormente il peso e gli unici per i quali a norma di
legge sono previsti miglioramenti retributivi e sanzioni, compresa
la possibile revoca dell'incarico, tutti e due direttamente discendenti
dalle operazioni di valutazione. Come per ogni genere di valutazione e
per attenuarne l'effetto censorio di controllo si parla di
valorizzazione e miglioramento della professionalità dei
dirigenti, nella prospettiva del progressivo incremento della qualità
del servizio scolastico(Direttiva n. 36 del 18/8/2016). Sono oggetto di
valutazione le azioni organizzative e gestionali relative agli
obiettivi assegnati nell'incarico e ai risultati ottenuti; le azioni
riconducibili al perseguimento delle priorità e dei traguardi previsti
nel rapporto di autovalutazione e nel piano di miglioramento. Non
solo i risultati saranno valutati, ma anche il modo in cui sono
stati raggiunti, per la correttezza, per la trasparenza, l'efficienza e
l'efficacia assicurate; per la capacità di
valorizzazione dell'impegno e dei meriti del personale
dell'istituto; per il contributo al miglioramento del successo
formativo
e dei processi organizzativi e didattici; per la capacità di
assicurare l'unitarietà della direzione; per il sostegno alla
partecipazione, alla collaborazione; per le buone relazioni con il
territorio e le altre scuole e visto che non guasta per l'apprezzamento
dell'operato all'interno della comunità professionale e sociale.
Ad occhio e croce è andata meglio per gli insegnanti, per i quali
sono previsti i bonus, ma non si capisce come e quando scatterebero i
malus. La valutazione dei dirigenti trova fondamento nella legge
107(art. 1, comma 93), chiaramente nel Regolamento del Sistema
Nazionale
di Valutazione e nel Decreto Legislativo n. 165 del 2001. (art. 21 e
25). La valutazione annuale e la triennalità dell'incarico sono le
morse
che tengono stretta la catena di comando del sistema scolastico e
asfissianti le procedure di valutazione. Per chi conosce la vita delle
scuole un triennio di incarico dirigenziale sono un lasso di tempo
insignificante per fare bene, sensatamente, oculatamente quello che
deve essere fatto; in tre anni, in scuole complesse e per di più
mutevoli per composizione degli alunni e del personale non si puo' fare
che minima parte di quello che in linea di principio si chiede di fare.
Vale per i dirigenti ciò che vale per gli insegnanti:la continuità
didattica e la continuità di gestione sono una fortuna e non una
disgrazia e se ci fosse un briciolo di saggezza nell'amministrazione si
dovrebbe fare di tutto per assicurarle alle scuole; per quanto riguarda
i dirigenti, non sono molti nemmeno i 5 anni di incarico.
Conclusioni
Per tenere fede alle buone intenzioni, disseminate in tutte le norme
sulla valutazione del servizio scolastico e del personale
scolastico e per fare della scuola una vera questione nazionale
finalità, criteri e risultati della valutazione del servizio scolastico
dovrebbero essere dibattuti pubblicamente e periodicamente nella
sede del Parlamento e non essere affidati come riserva
intoccabile al Ministero, alle strutture tecnocratiche come l'INVALSI e
l'INDIRE e al personale ispettivo.
Fatte salve le buone intenzioni, che non si negano a nessuno, il
Sistema Nazionale di Valutazione e le norme sulla cosiddetta
valorizzazione della professionalità docente (ex 107) hanno finito per
costruire un meccanismo stringente di pressioni, che
rischia di creare un costante clima ansiogeno nelle
scuole e di metterne a serio repentaglio il necessario clima di
collaborazione. Se vengono a mancare in questioni del genere equilibrio
e discernimento, si rischia di fare di ogni scuola una
comunità di invasati alla ricerca di documenti per sostenere la
legittimità di un premio o l'illeggittimità di una sanzione.
La valutazione del servizio del sistema scolastico è messa in
atto per cercare la congruenza tra indirizzi politici, indirizzi e
risultati scolastici ed è forse questo il motivo per cui suscita
avversioni e preoccupazioni, sia per quanto riguarda l'effettiva
autonomia culturale delle scuole sia per quanto riguarda il grado
complessivo di consenso sociale dell'amministrazione che attiva le
procedure di valutazione. La scuola, ciò nondimeno, non puo' restare
una
scatola nera inesplorata e inesplorabile. Bisogna evitare che il
principio di rendicontazione, su cui si fonda la legittimità della
valutazione, possa essere trasformato in una minaccia alla libertà e
alla dignità del personale della scuola; per ottenere questo risultato
, deve essere mantenuto dentro i confini del rispetto delle persone e
della responsabilità sociale delle istituzioni e del pubblico impiego e
sviluppato con procedure di garanzia improntate alla collegialità e
alla trasparenza. Solo a queste condizioni la
valutazione del servizio scolastico potrà diventare un atto di
responsabilità nei confronti deglii alunni delle famiglie e della
società.
Raimondo Giunta
|
|