L’intellettuale Signum contradictionis
Data: Giovedì, 03 novembre 2016 ore 08:30:00 CET
Argomento: Redazione


Avere la testa tra le nuvole, e sentirsi obbligato, a un tempo, a stare con i piedi per terra; avere dolorosa consapevolezza di esistere e di non esistere, di voler e disvolere per anarchica vocazione, di essere dentro e fuori, per sé, ma anche per gli altri; aspirare alla verità ma pieno di incertezze e di dubbi e di interrogativi, per la stessa ragion critica che gli vacilla sotto gli occhi sempre e soccombe alla sua volontà, indecisa su cosa fare o non fare, per eccesso di pensieri di continuo rampollanti; amare le regole e disattenderle per volere dire, al tempo stesso, tutto e il contrario di tutto per narcisistica vocazione; sono, queste, caratteristiche dolorose, stemma e stigma del relativismo agnitivo dell' intellettuale "déraciné" - se così vogliamo impropriamente definirlo -.

Organico e disorganico, operoso ma abulico per costituzione, egli è soggetto alla nevrastenia, e, seppur sano, s'immagina pieno di malattie! Alla base della sua vita c'è il male di esistere, e la consapevolezza della precarietà di ogni cosa, della vanità del tutto.

Molti non amano codesto tipo di intellettuale, che dice e che si contraddice, perché lo reputano egoista, falso, non credibile, fatuo e inaffidabile, dimenticando, o non capendo, che le sue contraddizioni sono il segno della sua grandezza, e della sofferente sua superiore lucidità.
Ed io, ho grande rispetto per la egoicità, non eroica ma dolorosamente problematica, di codesto intellettuale. Mio fratello.

antonino11palumbo@gmail.com





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