Le incertezze del Sì e del No. La scuola che insegna
Data: Giovedì, 20 ottobre 2016 ore 06:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Recentemente il Capo del Governo, Matteo Renzi è stato presentato come l'opposto del Re Mida: tutto quello che tocca perde valore e va rifiutato: conseguenza dell'estrema personalizzazione che egli ha posto nella sua azione politica.
Stando all'esito del sondaggio 'scolastico', anche una previsione infausta per l'esito del referendum: prevarrebbe il no non in ragione di un giudizio negativo sul merito della riforma costituzionale, ma perché è la riforma 'di Renzi'.
Un destino che ha già segnato anche il Governo Berlusconi e la sua fine. Sull'esito del referendum costituzionale sembra peraltro difficile avventurarsi in previsioni, data l'elevata percentuale degli incerti e anche il destino della Buona Scuola rimane incerto, anche perché la Riforma è stata classificata come "la scuola di Renzi".

Come già per la scuola, anche per la Costituzione una riforma è necessaria, ma i paletti che sono stati posti appaiono alquanto imprecisi e rendono debole la democrazia.
Ci sono delle forzature non condivisibili e c'è il rischio di buttare insieme all'acqua sporca, anche il bambino.  
In questo particolare momento storico la funzione della scuola è quella di "informare" e dare corrette indicazioni di lettura degli articoli della Costituzione che s'intendono modificare, operando in maniera critica e responsabile le ragioni del "sì" e le osservazioni del "no".

Informare gli studenti, in maniera critica e responsabile è un dovere della scuola, che potrebbe anche promuovere incontro per i genitori senza schieramenti ideologici o partitici.
Le informazioni che i docenti faranno passare dovranno essere supportate da un diligente studio della problematica costituzionale e non possono essere a semplici notizie o "sentito dire" dai telegiornali.
Questa funzione della scuola, se non viene esercitata con responsabilità, lascia un vuoto educativo e continua a far sentire la scuola estranea dal tessuto e dal contesto sociale.

Intanto scorrono i giorni scolastici ed in alcune realtà si tentano innovazioni ad effetto, quale la settimana corta, non perché possa essere utile agli studenti, ma per risparmiare personale.
Povera scuola e poveri alunni che nelle scuole superiori dovranno farsi carico della preparazione di tante materie da studiare concentrate in cinque giorni, per poi perdere il ritmo e far fatica il lunedì a riprendere dopo due giorni di svago.
La scuola si apre al nuovo, viene incontro alle esigenze della società di oggi, ma come crescono e si sviluppano le competenze se non vengono assimilate, esercitate, e guidate?

Ecco la vera scommessa e la profonda innovazione che dovrà avvenire, utilizzando anche la preziosa opportunità dell'alternanza scuola lavoro che aiuta gli studenti ad aprire gli occhi verso il mondo del lavoro, il senso del sacrificio, l'esperienza dell'impegno personale.

I positivi successi nella diffusa adesione al progetto alternanza aiuteranno a meglio qualificare il servizio, attraverso una nuova proposta formativa che non dovrà restare esterna ed estranea all'ordinario scolastico.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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