Anno nuovo, con partenza in salita
Data: Giovedì, 01 settembre 2016 ore 06:50:51 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Auspici di un anno sereno e meno gravoso dei precedenti, ma le premesse non sono incoraggianti! - Non sarà un anno facile quello che si avvia oggi nelle scuole, per via delle tante incertezze e delle tante incognite su più fronti, dato che ad un anno dall’entrata in vigore della legge 107, tutti i problemi della scuola non solo non si sono risolti, ma, per certi versi, sembrano aggravati!
Se da un lato le immissioni in ruolo hanno creato lavoro, dall’altro hanno determinato concrete criticità che, per dirla tutta, si potevano benissimo evitare se il Governo e il Miur avessero colto i segnali di ansia e preoccupazione previsionale espresse dai Sindacati e che l’Amministrazione ha voluto imprudentemente ignorare, pur nella totale incompetenza  a gestire quel complesso sistema di mobilità organizzato con regole nuove mescolate a quelle vecchie, che ha fatto flop, ed i 4-5mila casi di conciliazione piovuti sui tavoli degli Uffici Territoriali e del Miur sono una solare realtà.
Nonostante la chiamata diretta, con tutte le sue “perle” che abbiamo puntualmente denunziato in questo periodo, molte classi sono senza docenti e c’è il rischio che al primo suono della campanella, nelle varie Regioni, si registrino tanti buchi vuoti perché alle scuole non sono arrivati i docenti curriculari e meno che mai sono arrivati quelli richiesti col potenziamento. Dopo l’ammucchiata dell’anno scorso, con un romanesco “volemose bene” pur di partire, s’era detto, ed erano state date assicurazioni, che quest’anno le richieste avanzate dalle scuole sarebbero state soddisfatte. Invece non è stato vero: così anche quest’anno i docenti di Diritto sono finiti ovunque, al pari di quelli di Filosofia e Storia, come pure i professori di Musica ed anche di Stenodattilografia.
Anche il tanto deprecato concorsone, è stato gestito alla meno peggio, in nome di un “cambiamento” annunciato, ma che non c’è stato (dalle prove scritte computer based alla lezione simulata orale!) e che abbiamo raccontato con dovizia di particolari che in questa nota non giova più richiamare.
Nonostante i numeri globali del reclutamento, quest’anno – se tutto va bene – solo la metà dei vincitori sarà in cattedra e per il resto (compreso infanzia e primaria) se ne parlerà l’anno prossimo.
Parimenti con la chiamata flop, con cattedre e posti scoperti e con l’anno che inizia come sempre, e con sempre più precari in cattedra, perché con buona pace della Ministra e del suo staff, non solo il concorsone non ha eliminato la “supplenzite” renziana, ma non neppure azzerato le GaE e le GM, come era stato millantato da tanti!
In questa analisi non possiamo dimenticare i docenti sbattuti ovunque nel Paese e nonostante le migliaia di conciliazioni accolte, secondo la logica del “prendere o lasciare” (dando la colpa all’algoritmo impazzito e non alle teste che hanno modellizzato il sistema!) e il personale Ata, sempre meno presenti nelle scuole nonostante le recenti assunzioni programmate che non hanno risolto anni ininterrotti di tagli e blocco del turn over.
Ma soprattutto ci preme parlare di sicurezza e delle responsabilità dirette dei Ds e degli RSPP delle scuole. Sarà perché gli ultimi drammatici eventi sismici hanno fatto salire a dismisura l’asticella dell’attenzione, sarà che le più recenti indagini ricognitive su tutto il Bel Paese, hanno evidenziato aree di criticità diffuse e ad alto rischio da Nord a Sud, sta di fatto che l’anno scolastico non può iniziare oltre che con le sue patologie comuni, anche con il patema sicurezza, pur sapendo anche che gli interventi possono pure andare avanti ove necessario ed urgente, ma purché siano fatti e regola d’arte, della qual cosa non sempre, a quanto pare, c’è assoluta certezza!
Da corollario, a parte il bonus premiale mal digerito da parte dei docenti, per talune scelte non proprio democratiche adottate dai Ds, registriamo la proroga al 15 settembre del bonus professionale e ci congratuliamo (si fa per dire!) con il Miur per la tempestività (solo il 30 agosto scorso) con cui ha fornito indicazioni e tabelle di rendicontazione!
Quanto al resto, è solo routine e Docenti e Dirigenti sanno bene, per mestiere, come ammortizzare colpi e contraccolpi, purché siano prevedibili, perché altrimenti il sistema va in tilt. E non è detto che qualcuno non ci marci pure nell’enfatizzare le cose che non vanno, piuttosto che ridurne l’impatto negativo adottando buon senso e discernimento.
Un passaggio breve, ma significativo, anche per gli Uffici Scolastici Regionali e gli Uffici Territoriali. Scontato che parlare di collasso forse è esagerato, ma l’Amministrazione centrale deve fare presto chiarezza e dire se intende ridurli ad uffici terminali di viale Trastevere, ovvero dare loro la possibilità di essere uffici vitali e propulsivi per la promozione culturale e professionale del territorio a livello regionale e provinciale. In ogni caso, non crediamo si possa andare avanti ancora molto senza concorsi per la copertura dei posti vacanti e senza una chiara definizione di ruoli e funzioni per tutti, per non parlare delle complesse azioni negoziali e/o di piena rappresentanza che non può essere soffocata (limitata, se si vuole!) fra mille carte e impegni oltre ogni limite.
Chiudiamo queste brevi riflessioni sull’anno che entra accennando all’annunciato concorso a posti per Dsga e al prossimo concorso per Ds, il cui bando dovrebbe essere imminente, sperando che il numero dei posti disponibili sia tale da azzerare le reggenze già dall’anno venturo.
Un pensiero va anche alla valutazione dei Ds che preferiremmo venisse incardinata nella valutazione del sistema scuola nel suo complesso. Niente contro la valutazione, s’intende, ma certamente fra cose che non vanno, RAV e PTOF per ogni stagione e per tutte le salse nostrane, e responsabilità dirette e indirette dei Ds, prima di azzardare premialità e merito (e quindi denaro fresco che non guasta!) sarebbe stato il caso di parlare di nuovo contratto, sia per la parte normativa che per la parte economica, fermo da anni, al pari di quello del restante personale della scuola e di tutto il Pubblico impiego. Né a quanto pare, la ripresa negoziale prevista per questo mese, darà frutti utili, stante l’arroccamento governativo sulle poste già note: 300 milioni per il rinnovo dei contratti per tutto il Pubblico impiego (circa 3,5 milioni di lavoratori), contro i 3 miliardi di euro chiesti dalle OO.SS. solo per il personale della scuola!
Tuttavia, oggi 1° settembre, è d’uopo essere ottimisti e sperare – anche se i segnali non sono positivi – che l’anno che verrà sia meno gravoso e meno pesante di quelli precedenti.
Auguri di buon anno a tutti, anche a nome del Cerip ed a titolo personale. Ninni Bonacasa

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