Le Maestre Italiane e l'ingiustizia di stato
Data: Lunedì, 22 agosto 2016 ore 08:30:00 CEST Argomento: Opinioni
Della questione
Diplomati magistrale, ormai si parla da anni ... quello di cui poco si
parla invece é come una lotta per ottenere un sacrosanto
diritto, si sia trasformata nel tempo in una guerra tra poveri
(l'ennesima) combattuta a colpi di ricorsi più o meno costosi ...
affidandosi all'arbitrio giuridico, della giustizia italiana. In 17
anni di precariato (sono Siciliana ma trasferita al nord pur di
lavorare) come maestra di scuola primaria in una provincia lombarda,
tanti eventi si sono succeduti e tante situazioni assurde si sono
verificate a random riguardo alla nostra vicenda. Stiamo assistendo in
questi ultimi anni all'ennesima disparitá di trattamento, in una
categoria già logorata ed annientata senza che lo stato e chi lo
rappresenta, stia muovendo un dito per evitarla.
Le lotte per permettere a noi maestre/i di aspirare ad una stabilitá in
virtù del nostro diploma, si perdono nella notte dei tempi e solo nel
2014, grazie alla sentenza di merito di un ricorso straordinario al
Presidente della Repubblica, che ha visto il Consiglio di Stato dare
parere favorevole per tutti i diplomati magistrale, abbiamo ottenuto
una piccola vittoria. Sono obiettiva, non voglio sminuire l'importanza
di questa traguardo né lo faró, vorrei solo sottolineare il lavoro
straordinario, l'impegno e la lotta immane di pochi colleghi che dopo
anni di soprusi, ci hanno permesso di ottenere un traguardo che
meritavano da tempo (l'accesso alla seconda fascia d'istituto come
abilitati in virtù del nostro titolo abilitante) e che la sola
giustizia, non ci avrebbe mai consentito!
Vengo al dunque, dal 2014 riusciamo senza distinzioni di sorta ad
entrare tutti a far parte delle graduatorie d'istituto riservate agli
abilitati in virtù del nostro titolo, un misero contentino visto che
esse ci permettono solo incarichi a supplenze e, per legge, tutti gli
abilitati e noi lo siamo, dovrebbero trovarsi nelle graduatorie
provinciali le cosiddette Gae create appositamente per le
immissioni in ruolo.
Di fatto peró i governi che si sono susseguiti, sembrano essere rimasti
indifferenti al richiamo della correttezza e dell'esplicazione di un
diritto, non permettendoci di ottenere la stabilitá che avremmo
meritato giá da tempo. L'assurdo viene adesso, in questa triste
situazione senza fine, sí perché la voglia di rivalsa in "virtù di un
diritto", ci ha spinto a rivolgerci ancora una volta ad avvocati,
sindacati e associazioni sperando, di combattere e vincere a colpi di
ricorsi in tribunale un'enorme ingiustia...ma l'ingiustizia per
l'ennesima volta, é stata la vera protagonista.
Oggi ci troviamo davanti ad una realtà incresciosa e deprecabile,
perché se la legge fosse stata foriera d'uguaglianza, avremmo
dovuto trovarci nelle graduatore provinciali ad esaurimento (Gae) e
aspirare alla tanta agognata stabilitá; trascorriamo invece il tempo, a
dilapidare i nostri risparmi in ricorsi di vario genere (al giudice del
lavoro, al Tar, al Consiglio di stato), affidandoci e alla sorte, e
alla cabala della finta giustizia italiana. Lo scenario é dei peggiori
perché non tutti abbiamo avuto fortuna di trovare giudici illuminati e
di vincere un ricorso ... ci sono quindi gli eletti che per una buona
dose di fattore B, si ritrovano dentro e addirittura con sentenze
passate in giudicato, hanno ottenuto incarichi e ruolo magari senza
aver mai lavorato o con pochissimi anni di servizio e pochissimi punti;
i mediamente fortunati (con o senza servizio), che si ritrovano in Gae
con riserva e aspettano il compiersi del destino con passiva fiducia;
in ultimo gli sfigati, che nonostante i sacrifici, gli anni di lavoro,
di lacrime e sudore, si ritrovano fuori da tutto e da ogni possibilità
di stabilità sia a breve che a lungo termine, anche se magari per un
attimo ne hanno accarezzato il sogno ritrovandosi di ruolo e subito
dopo licenziati (la vicenda umana e professionale del collega Alfredo
Tarallo che ha protestato con un personale sciopero della fame al
perpretare dell'ingiustizia sui diplomati magistrale, merita una
profonda e attenta riflessione visto che a 53anni é stato costretto ad
emigrare e continuare il suo lavoro di maestro e di precario in
Svizzera).
Ci chiediamo "perché succede questo?"
La risposta per nulla scontata, é semplice ... perché un giudice
una mattina con interpretazioni sommaria della questione, ha deciso che
"la legge é solo mera e arbitraria interpretazione" per tutti,
nonostante di diverso avviso sia l'art.3 della costituzione.
Io mi appello alla politica e a quanti possano davvero darci una mano e
risolvere questa annosa e aberrante situazione! Impegni da piú parti si
sono avuti, lo stesso partito politico con la maggioranza di governo il
Pd, ha presentato un'interrogazione parlamentare dove chiede al
Ministro della P.I. "che venga
superata questa disparità del diritto e venga concesso a tutti i
diplomati magistrale l'ingresso in Gae superando la discriminazione in
essere ..." La regione Lombardia (la terra che mi ha
adottato da anni), ha presentato una mozione patrocinata dal M5S per
sollecitare "una risoluzione adeguata
alla questione, ritenendo doveroso un intervento politico"
Attualmente il governo, pare ancora insensibile e sordo a prendere a
cuore la nostra situazione e decretare una giustizia "Erga omnes".
Chiedo fermamente che si prenda seriamente in considerazione, la vita
di migliaia di persone che chiedono solo paritá di diritti e
trattamento...ergo che questo mio intervento, questa goccia nell'oceano
non cada nell'oblio e auspico una tempestiva svolta affinché le
maestre/i di tutt'Italia possano avere finalmente una giustizia senza
distinzione, un merito reale e autentico, una stabilitá tenendo
conto dell'esperienza, del servizio e dei sacrifici.
Non permettiamo ancora una volta che il governo licenzi in questo modo
"LE MAESTRE".
Una maestra precaria
Lorena Fiorito
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