La legge delega sul sostegno. Includere separando?
Data: Giovedì, 23 giugno 2016 ore 07:30:00 CEST Argomento: Sindacati
Si è tenuto
a Parma il seminario a tema "Includere separando, come sta cambiando
l'insegnamento di sostegno" al quale hanno partecipato Ernesta Bevar
(USB Scuola Bologna), Fabrizio Capoccetti (USB Scuola Parma) ed Evelina
Chiocca (Gruppo "Cattedre Miste").
Proponiamo una sintesi dell'intervento di Fabrizio Capoccetti e, in
allegato, il documento elaborato in occasione del seminario, che
illustra l'evoluzione legislativa del sostegno didattico nella scuola
italiana, inserendola nel più ampio quadro delle politiche scolastiche
e socio-economiche dell'Unione Europea partendo dalla "Riforma
Berlinguer" per arrivare alla proposta a firma delle associazioni FISH
e FAND, fortemente caldeggiata dal sottosegretario all'istruzione
Faraone.
La proposta di riforma del sostegno in discussione in questo periodo in
Parlamento non è qualcosa di meramente accessorio, ma di fondamentale e
decisivo, per la piena attuazione della legge 107/2015 nota come 'La
Buona Scuola", che insieme a tutta una serie di «riforme» strutturali
concernenti il lavoro, lo stato sociale, la sanità e la nostra stessa
Carta costituzionale, cambiano per sempre il volto del nostro paese,
mutandone i connotati democratici, sciogliendo i dispositivi ultimi
posti in difesa dei soggetti più deboli. Comprendere quanto tutto
questo rientri all'interno di un progetto di lungo periodo iniziato con
la Riforma Berlinguer e la legge Bassanini sull'autonomia, e abbia a
che fare con logiche politiche e ragioni economiche nazionali e
sovranazionali, è indispensabile per cogliere i nessi strutturali della
suddetta riforma con le grandi trasformazioni sociali degli ultimi
tempi. Ancor più importante è decostruire il linguaggio
pseudo-progressista mediante il quale ad essersi imposta negli ultimi
vent'anni è stata tutta una serie di cambiamenti e trasformazioni che
hanno reso il sistema scolastico funzionale alle esigenze dell'economia
di mercato e della cosiddetta pedagogia del capitale umano.
La scuola viene trasformata in ente preposto alla formazione delle
cosiddette «competenze di base», che, demagogicamente proposte come
risposta al problema della dispersione scolastica e alla frustrazione
per il mancato «successo formativo», sono in realtà funzionali alla
formazione di bassa manovalanza priva di qualunque capacità critica nei
confronti dello sfruttamento generalizzato e della totale
precarizzazione delle esistenze. Nel testo della legge Bassanini si
legge che l'autonomia organizzativa «è finalizzata alla realizzazione
della flessibilità, della diversificazione, dell'efficienza e
dell'efficacia del servizio scolastico, all'integrazione ed al miglior
utilizzo delle risorse e delle strutture, all'introduzione di
tecnologie innovative e al coordinamento con il contesto territoriale».
A questo serviva l'autonomia scolastica, a trasformare un'istituzione
in un servizio, che come tutti i servizi devono rispondere ai canoni
del modello economico neoliberale: flessibilità, diversificazione,
efficienza ed efficacia. Tutti i cambiamenti successivi alla riforma
Berlinguer (Moratti, Fioroni, Gelmini etc.) non sono stati che
aggiustamenti a questa linea precedentemente tracciata, di cui 'La
Buona Scuola' non è che la definitiva messa a regime. Simili riforme
non hanno a che fare (solo) con la scuola, ma con l'economia di mercato
e con il mondo del lavoro così come essa lo ha ridisegnato. L'intera
società viene piegata e sussunta al paradigma dell'economia di mercato.
Tutto un linguaggio appartenente al mondo economico-finanziario entra
nella scuola e prende possesso di ogni ambito inerente al sistema
dell'istruzione: «profitto», «debito», «credito formativo»,
«competenze», «Piano dell'Offerta Formativa», fino a giungere alle
esplicite indicazioni contenute nelle linee guida nazionali che fanno
riferimento all'«imprenditorialità».
Si tratta di un processo basato sul linguaggio che gioca la carta della
personalizzazione e della differenziazione contro quella
dell'uguaglianza e, per quanto riguarda il sostegno alle disabilità,
utilizza la terminologia pseudo-progressista dell'«inclusione
strutturale» per separare gli alunni disabili dai normodotati
attraverso la separazione delle carriere, attraverso la cancellazione
della figura del docente di sostegno. Anche per questo aspetto, che è
al centro del nostro interesse, si tratta di una storia che non inizia
oggi, ma che trova la prima grande manovra per l'inversione di rotta,
nella legge finanziaria 2008 del governo Prodi, che stabilisce la
decurtazione del 25 per centro dell'organico del sostegno in tre anni.
Si tratta di una vera e propria ristrutturazione della scuola pubblica,
che la svuota dall'interno obbedendo ai Diktat dell'Unione Europea e
avanza verso l'obiettivo delle classi differenziate. La proposta di
legge FISH-FAND esplicitamente appoggiata da Davide Faraone,
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Istruzione, dell'Università
e della Ricerca, ovvero la PDL 2444, che a detta delle associazioni che
la sostengono, risponderebbe alle necessità degli alunni e degli
studenti con disabilità gravi e complesse dell'apprendimento attraverso
una chiara separazione del percorso formativo e delle carriere dei
docenti di sostegno, produrrà ben altri effetti, finendo per separare
le vite scolastiche - e non solo - dei disabili 'gravi' da quelle della
restante comunità educativa.
Scuola.usb.it
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