Il primo anno della Buona Scuola. Alla ricerca dei docenti migliori
Data: Domenica, 05 giugno 2016 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


L'anno scolastico volge al termine e la frenesia e la tensione degli ultimi giorni, con il carico e le incombenze valutative e di esami dà alla scuola una dimensione particolare. E' periodo di bilanci, di relazioni e di sintesi. Si raccolgono i frutti di un intenso anno di lavoro, il primo della "Buona scuola" secondo le norme della Legge 107/2015 che comincia ad applicarsi. E' stato l'anno del "potenziamento" dichiarato ed in parte realizzato con la presenza di nuove forze lavoro e dei numerosi docenti neo immessi in ruolo. L'esercito dei 60mila che irrobustisce le potenzialità della "scuola-servizio".

"Gli insegnanti italiani incidono positivamente sulla vita di tanti giovani. Sono loro, i docenti, ad indicare la strada ai loro studenti, a fare da guida. Il loro entusiasmo per ciò che insegnano e la loro gioia per il fatto di essere dei docenti sono contagiosi" Queste parole di Hanan Al Hroub (l'insegnante palestinese vincitrice del Global Teacher Prize 2016, conosciuto anche come il Premio "Nobel" per l'Insegnamento - premio da un milione di dollari) hanno dato l'occasione al Ministro Stefania Giannini di rilanciare l' "Italian Teacher Prize", la versione nazionale del "Nobel" mondiale. Obiettivo del Premio italiano è quello di valorizzare il ruolo degli insegnanti nella società, portando all'attenzione di tutti le esperienze di quei docenti che sono riusciti ad ispirare in modo particolare i propri studenti, favorendone la crescita come cittadini attivi, e che hanno prodotto un cambiamento rilevante nella comunità scolastica di appartenenza.

La forza della scuola è certamente la qualità dei docenti e l'incidenza educativa che aiuta e forma cittadini e persone.
L'organizzazione scolastica tende ad una rimodulazione organizzativa, ha uno spazio di flessibilità che non sempre viene applicata e realizzata per il bene e la qualità delle prestazioni.
I tanti progetti che sono stati realizzati negli Istituti scolastici "attivi" e pronti al cambiamento rivelano che si può innovare la didattica che oggi fruisce di nuovi strumenti informatici e adopera nuovi vocabolari.
E' importante conseguire la meta e raggiungere gli obiettivi di una reale crescita formativa di tutti e di ciascuno, perché non si debba poter dire "Non abbiamo fatto nulla".

Tante cose sono state fatte, l'alternanza scuola-lavoro ha avviato i primi passi con gli studenti delle classi terze, e le finestre della scuola si sono aperte al territorio, al contesto, alle prospettive del mondo del lavoro che ha bisogno di nuove intelligenze e di spiriti creativi.
L'organico dell'autonomia che comprende oltre gli insegnanti curriculari anche quelli di sostegno e di potenziamento, comincia a prendere corpo e la definizione degli "ambiti territoriali" dove si concretizza una prassi ed una cultura di rete, cominciano a prendere consistenza, passando dal dichiarato all'agito.
Il travagliato "concorsone", pur con tante polemiche e ricorsi in atto, ha superato la fase delle prove scritte "innovative" nella formula degli otto quesiti di cui due a risposta chiusa. Nei prossimi mesi si avvieranno le prove orali e nuovi docenti diventeranno risorsa ed energia nuova per la locomotiva dell'istruzione che rispetto ai dati degli altri Paesi rimane ancora agli ultimi livelli nella classifica europea e mondiale. Si attende ancora il concorso per i nuovi dirigenti che porteranno nuova linfa di cultura organizzativa dinamica per una scuola aperta al territorio e alle innovazioni metodologiche.
Con il Premio Nazionale per i docenti s'intende accendere i riflettori sul lavoro incredibile che gli insegnanti fanno ogni giorno, nella quotidianità della giornata scolastica, ed offre l'occasione di conoscere le loro storie, raccoglierle e raccontarle al Paese, ponendo degli esempi e dei modelli da imitare.

Le esperienze di questi docenti che sono riusciti ad ispirare in modo particolare i propri studenti, favorendone la crescita come cittadini attivi, e che hanno prodotto un cambiamento rilevante nella comunità scolastica di appartenenza, potrà essere di aiuto e di stimolo. "Imparare vedendo fare" è un modo sempre bello di apprendere e favorisce la crescita e lo sviluppo a vantaggio dell'intera comunità scolastica.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24880496.html