I cani, i gatti, e papa Francesco
Data: Lunedì, 16 maggio 2016 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Dobbiamo ammetterlo : siamo un popolo un po' strano. Litigiosetti, anzichenò; sempre critici pregiudizialmente, cioè a prescindere, e partigiani secondo le circostanze e gli interessi, e le passioni, che ci toccano e ci riguardano al momento.
Si è scatenato, nei giorni scorsi, un putiferio di accuse e di anatemi contro papa Bergoglio, sol perché ha osato ammonire, garbatamente, con tono forse un po' padreternale, i fedeli cristiani, riuniti in piazza San Pietro per l'udienza giubilare, a sapere differenziare l'affetto per gli animali da quello per il prossimo, e a non confondere "la pietà con il pietismo": la pietà - ha postillato il vescovo di Roma - non va confusa con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi". Apriti cielo! Gli animalisti di tutta Italia e del mondo intero, si son sentiti mortalmente offesi, e si sono rivoltati, sbavando veleni incongrui contro Francesco, "il gesuita", e contro la sua Chiesa "razzista"!

Ma - han protestato - come si permette, codesto papa, di attaccare i cani e i gatti?!
Che non son forse anche essi creature di Dio?
No, per favore no, non ha inteso dire proprio questo Jorge Mario Bergoglio; nessuna malevolenza, né insensibilità verso gli animali, nelle sue parole! Che non sono state affatto né "irresponsabili" né "fuorvianti".
Papa Francesco ha solo voluto precisare che esiste una gerarchia nell'ordine delle cose, così come anche delle priorità in quello degli affetti e della compassione, che c'è differenza tra un uomo e un cane.

Differenze stabilite dallo stesso Creatore, la cui "gloria che tutto move/ per l'universo penetra, e risplende/in una parte più e meno altrove". Ce lo ricorda pure il nostro sommo poeta Dante in apertura della sua terza cantica.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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