Il convegno 'Un dialogo possibile tra cristiani e musulmani' al Liceo Artistico Emilio Greco
Data: Lunedì, 16 maggio 2016 ore 06:30:00 CEST Argomento: Istituzioni Scolastiche
Martedì 3 maggio il Liceo Artistico Statale "Emilio
Greco" ha vissuto una lezione speciale, una conferenza nell'auditorium
del Polivalente di San Giovanni La Punta. L'aula è diventata un
po' più grande e ci siamo entrati tutti, alunni e docenti. C'erano con
noi anche tre esponenti del mondo religioso che si occupano di dialogo:
il dialogo interreligioso, appunto. Il titolo della lezione era:
"Cristianesimo e Islamismo: un dialogo possibile".
All'inizio eravamo perplessi, un imam che ci parla di dialogo
interreligioso. C'era, infatti, tra i relatori, l'imam di Catania,
Keith Abdelafhid. Dopo averlo ascoltato, l'islam ha acquistato un altro
volto. L'imam è apparso una persona molto aperta. Ha risposto alle
nostre domande consegnandoci un immagine dell'islam diversa da quella
che si vede, ultimamente, in TV attraverso i fatti di cronaca.
Certo, è stato un confronto che è durato poco, ma ci ha permesso
di sapere qualcosa di più, soprattutto sulla modalità in cui si svolge
il dialogo. Vero è, infatti, che ciò che ci accomuna, come
diceva Emiliano Abramo, il responsabile della comunità
di Sant'Egidio presente alla lezione, è l'amore per Dio, la
preghiera, il desiderio di costruire la pace, vivere la carità. La
lezione è andata avanti anche con qualche dibattito. Qualcuno chiedeva
se il mondo sarebbe stato migliore senza le religioni ed Emiliano
Abramo ha portato l'esempio dell'Albania, una terra in cui dopo la
seconda Guerra Mondiale fino al 1985, anno della morte del dittatore
Hoxha, si instaurò un governo totalitarista che, sul fondamento del
motto marxista: "La religione è l'oppio dei popoli", fece
diventare l'Albania il primo paese ateo: "il paese che ha voluto
uccidere Dio", come venne denominato da Didier Rance, nel suo libro
dedicato al dramma dell'ateismo albanese.
C'è stata una vera e propria campagna di sterminio della fede religiosa
e dei suoi protettori. Fu severamente proibita la professione della
propria fede, la stampa e la conservazione di libri religiosi. Furono
sospese le associazioni religiose e i luoghi di culto furono distrutti
o trasformati in stalle per il bestiame, granai e nei casi più
fortunati biblioteche, tribunali o musei. Furono distrutti o
sequestrati tutti gli oggetti religiosi e perseguitati o addirittura
uccisi tutti i fedeli che si sono opposti alla negazione di Dio.
L'ateismo diventò un valore inciso nella Costituzione. L'articolo 37
della Costituzione del 1976 prevedeva: "Lo Stato non riconosce alcuna
religione e sostiene la propaganda atea per inculcare alle persone la
visione scientifico-materialista del mondo".
L'articolo 55 del codice penale prevedeva la reclusione da 3 a 10 anni
per propaganda religiosa e per produzione o distribuzione di scritti
religiosi, anche se la maggior parte sono stati giustiziati senza
andare neanche in processo. Risultato? Tra la gente si consolidò
una chiusura tale da impedire la nascita di relazioni d'amicizia: tutti
avevano paura di tutto e di tutti. Come si poteva in questo contesto
vivere l'amicizia? Tutti potevano essere eventuali nemici o accusatori.
Alla luce di ciò, è proprio vero che un paese ateo è la culla delle
relazioni sane? La culla delle relazioni sane non è forse un paese in
cui la gente rispetta il credo e il non credo di ciascuno? Senza
accuse, senza critiche e nel rispetto della libertà di
religione? Come i giovani possono oggi entrare nel mondo religioso
dei musulmani senza pensare che tutti sono fondamentalisti? Come diceva
Giusy Brogna, esponente dei focolarini, una delle
professoresse della lezione di oggi, occorre osservare l'altro,
accorgersi che poi non è così diverso da noi. Da anni Keith Abdelafhid,
Giusy Brogna ed Emiliano Abramo collaborano e si incontrano per far
capire che la religione unisce quando si incontrano persone che vivono
la vera religione che è apertura del cuore a 360 gradi, che è
accoglienza e solidarietà, rispetto e riconoscimento del valore
dell'altro.
Per questo evento ci siamo preparati adeguatamente. Abbiamo cercato di
capire cosa si intende per dialogo interreligioso.
Averlo vissuto oggi, però, ci ha permesso di capire che le parole sono
belle, ma sono i fatti che fanno comprendere veramente e
profondamente come stano le cose, scavando varchi di grande
portata. Basta solo aprire le orecchie, spalancare il cuore e abbattere
i pregiudizi, il più grande ostacolo alla relazione veramente e
intimamente umana.
Oggi abbiamo conosciuto tre grandi persone, uomini e donne di Dio
che ci hanno insegnato che la religione unisce. Loro sono stati
uniti dalle loro diverse religione e dal progetto comune di farsi
prossimo, specialmente nei riguardi di quegli uomini e quelle donne che
sono costrette a fuggire dalle loro terre per continuare a vivere. Oggi
queste tre persone di religioni diverse testimoniano l'amicizia. Grazie
di cuore!
prof.ssa Margherita D'Aquino (docente
di Religione)
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