Giacomo Leopardi e 'Il sabato del villaggio'. Un’intervista impossibile
Data: Sabato, 07 maggio 2016 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Noi ragazzi della quinta C e quinta D, in quest'anno scolastico, stiamo sperimentando un metodo alternativo di fare ricerche su autori e personaggi storici o letterari: "le interviste impossibili". Quest'idea nasce da una trasmissione radiofonica del 1973, dove uomini di cultura fingono di intervistare "fantasmi redivivi", appartenenti ad un'altra epoca ed è per questo che si definiscono interviste impossibili. Questo modo di realizzare le ricerche ci ha entusiasmato, perché ci permette di rendere "viva e vitale" una ricerca, in quanto anche noi siamo partecipi in modo attivo, anzi "entriamo" anche noi nella ricerca, come interlocutori del personaggio che intervistiamo. Così, intervistando... Giacomo Leopardi ci è sembrato quasi di vivere nel suo "sabato del villaggio", di vedere "l'Infinito" e i "veroni del paterno ostello"! Questo nuovo modo di studiare ci piace, speriamo di continuare con queste interviste e di vivere in epoche storiche lontane dalla nostra, anche questo è un modo per arricchirci nel cammino della nostra crescita scolastica.

Alunni ed alunne delle classi V C e V D
Circolo Didattico "Teresa di Calcutta", Tremestieri Etneo, Plesso Immacolata

Buona sera, signor Leopardi
«Salve a lei, signorina».

Ci può dire qualcosa sulla poesia "Il sabato del villaggio"?
«Questa poesia parla di come si trascorre un sabato aspettando la domenica. La prima parte descrive la sera del sabato per fare una riflessione sulla vita in generale ma soprattutto sulla giovinezza" ».

Perché ha scritto questa poesia?
«L'ho scritta per far capire ai giovani che devono godere della loro età. Non devono avere fretta di diventare adulti, sprecherebbero quello che hanno tra le mani. Il domani tanto atteso potrebbe non essere all'altezza delle loro aspettative».

Quindi il sabato rappresenta la giovinezza piena di speranze mentre la domenica rappresenta l'età adulta con la malinconia di dover vivere la noiosa routine.

«La vera gioia è nell'attesa della domenica; tutto ciò è simbolo della felicità che non c'è, che non esiste, quindi l'attesa del sabato rappresenta l'attesa della felicità».

Anche se la poesia descrive la gioia attesa della festa tra le righe si legge un velo di malinconia, come mai?

«Sono cresciuto in una famiglia rigida e austera, non sono molto ottimista anzi sono convinto che l'infelicità è insita nella natura dell'uomo. Possiamo ricercare la felicità, attenderla ma non la troveremo mai».

Grazie per le preziose informazioni che ci ha fornito, è stato un vero piacere intervistarla.

«Si figuri signorina, il piacere è mio! Se avesse bisogno di altre informazioni chieda pure quello che vuole e... mi raccomando, si goda la sua giovinezza!».

Senz'altro! E grazie del consiglio.


Maria Elena Pititto (Classe V sez C - Plesso Immacolata)





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