Concorsone con prove ammazza-candidati
Data: Giovedì, 05 maggio 2016 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Solo incompetenti, o esperti in malafede, possono pretendere 6 trattazioni esaustive su veri e propri “saggi” gabellati per “quesiti a risposta aperta”! L’inserto: Le OO.SS. all’assalto. Senza scomodare i trattati di docimologia e quizzologici, va subito detto che le prove “a risposta aperta” finora piovute sulla testa dei candidati del concorsone non sono proprio “quesiti” che si potevano risolvere esaustivamente in un lasso di tempo contingentato. Se alla guerra col pc e il mouse si aggiunge il patema dell’esame, senza prova d’appello, e l’intreccio contenutistico su un impianto metodologico-didattico, viene da chiedersi se questi presunti “quesiti” sono stati pensati da incompetenti o soltanto da esperti in malafede, che però hanno assolto al compito di strutturare tracce ammazza-candidati.

Le OO.SS. all’assalto
Attacco concentrico delle OO.SS. confederali ed autonome al concorsone. E questo dovrebbe far riflettere Governo e PD, piuttosto che liquidare le contestazioni con un aggettivo (“Assurdo”, Francesca Puglisi, responsabile scuola del PD), o peggio vantare “regole costituzionali” per le assunzioni, come ha fatto la ministra Giannini, che però è stata graziosamente invitata a mettersi da parte, proprio per la gestione del concorso, dal segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, mentre Unicobas parla di “concorso beffa” e la segretaria generale della Cisl Scuola, Lena Gissi, definisce “un bel pasticcio” tutta la procedura e si dichiara insoddisfatta dell’approccio, del sistema e scontenta perché la Ministra non ha tenuto conto dei suggerimenti dei sindacati.


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Lasciando perdere cosa dicono i bandi e che cosa s’è detto attorno ad essi, mi limito solo ad analizzare il significato di “quesito a risposta aperta” rispetto al concetto di “saggio”, “saggio breve” ed “elaborato”.
A differenza di un tema o elaborato, un quesito “a risposta aperta” consente al candidato di esporre liberamente i concetti ad esso correlati, senza il vincolo di risposte predeterminate, tenendo sempre sotto controllo il quesito/i quesiti, affinché dimostri nell’esposizione, pur se sintetica, un’autentica padronanza dei contenuti espliciti ed impliciti.
Il saggio, al contrario, consente al candidato di esprimersi in termini critici o argomentativi su una tematica letteraria, storica, artistica, scientifica, filosofica, politica, con un’ampiezza variabile in ragione della tipologia: “saggio” ovvero di “saggio breve” ed anche della consegna.

Ora, scorrendo i vari quesiti posti finora ai candidati, ho la netta sensazione che con tempi da prova semi-strutturata si siano imposti, invece, dei veri e propri saggi, peraltro complessi e pluritematici, che falsano i modelli quizzologici correnti ed ogni tratto docimologico degli stessi.
E se così stanno le cose, ci sarà da divertirsi per i commissari nell’elaborare una griglia di valutazione coerente e funzionale e si divertiranno anche gli avvocati dei candidati non ammessi, che avranno certamente più di una ragione per impugnare l’esito negativo, previo parere di un consulente di parte.
Da ex esaminatore mi chiedo, infatti, quale peso oggettivo verrà dato, per esempio, ad una risposta a forte contenuto interdisciplinare, ma carente nello sviluppo sequenziale dell’unità didattica richiesta; ovvero, viceversa, come valutare una u.d. ben strutturata, ma carente nelle interconnessioni o solo parzialmente accennate, forse anche per mancanza di tempo.

Diciamolo con franchezza una volta per tutte: come si pretende di 150 minuti di rispondere esaustivamente e strutturalmente (cioè con un impianto pedagogico e metodologico-didattico corretto e completo!) a ben 6 quesiti di Italiano come quelli che abbiamo letto? E non commento i 2 quesiti di Lingua straniera con i vari distrattori.
Meglio Arte, al primo giorno, ma così facendo, la deriva sarà sempre più pericolosa, con un crescendo rossiniano che non convince e non si può accettare oltre. (n.b.)

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