Primo Maggio festa proletaria voluta dal Movimento Operaio Internazionale
Data: Domenica, 01 maggio 2016 ore 14:00:00 CEST Argomento: Redazione
Il Primo
Maggio è una festa proletaria sorta nel contesto delle lotte portate
avanti con forza dal movimento operaio internazionale in una fase di
netta e rapida ascesa delle classi lavoratrici. Oggi siamo immersi nel
pieno di una crisi devastante e senza precedenti dal secondo dopoguerra
ad oggi. Una crisi profonda e strutturale del capitalismo. Una crisi
socio-economica, oltre che politica, che esige soluzioni per una
fuoriuscita definitiva dal sistema capitalista tout-court.
L'irrazionalità del capitalismo sta divorando ogni risorsa del pianeta,
pregiudicando il futuro fino ad un punto di irreversibilità storica.
La miseria crescente porta ad azzerare gli stessi elementi basilari di
civiltà che presiedono ad ogni forma di convivenza umana. Questi sono
dati di fatto di una oggettività innegabile ed è esattamente ciò che si
sta verificando nell'odierna società capitalistica in decomposizione.
Ho avuto la fortuna di leggere i romanzi di Robert Silverberg, che
prefiguravano tutto ciò. Scritti durante gli anni '60, Silverberg,
portando fino alle estreme conseguenze i problemi che si offrivano già
nella sua epoca, tenta di prevedere gli scenari storici che ne
scaturirebbero.
Si tratta soltanto di fantascienza? La fantascienza è un'attività
seria, una sorta di sondaggio del futuro ed intuire come in determinate
condizioni di crisi planetaria si potrebbero modificare i costumi ed i
comportamenti umani, è uno sforzo che esige una notevole dose di
intelligenza analitica e creativa. Nei suoi romanzi, Silverberg
descrive i residui umani del pianeta ricondotti ad uno stato in cui
l'indole istintuale degli esseri umani riprende il sopravvento sulla
civiltà come l'abbiamo conosciuta. La storia non presuppone teleologie,
non ha in sé leggi meccanicistiche come quelle formulate per il mondo
naturale, né implica determinismi di sorta. Vi sono limiti oggettivi
alla sopravvivenza stessa dell’umanità. L’unica risposta logica è
ancora la razionalità con cui poter gestire il pianeta e le sue risorse
in un senso più egualitario e prospettico.
Ma non è detto che ciò possa avvenire, poiché il tempo non è affatto un
fattore secondario nel determinare gli eventi. Un evento, per
definizione, è qualcosa che sarebbe potuto anche non verificarsi.
Pertanto, l'interrogativo comporta un primo corollario: in quali tempi
sarebbe possibile? Ed implica un secondo corollario: cosa rimarrebbe
all’umanità come risorse vitali sulle quali fare perno per rigenerarsi
oltre il capitalismo?
Oggi nessuno è in grado di determinare la velocità di progressione
della crisi e molti eventi decisivi non trovano alcun preannuncio, a
sufficiente distanza di tempo, per preparare eventuali rimedi.
Ma oggi non è più il tempo degli indugi.
Lucio Garofalo
l.garofalo64@gmail.com
|
|