Giubileo dei Ragazzi. La felicità non è un’app che si scarica sul telefonino
Data: Sabato, 30 aprile 2016 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Redazione


"Senza Gesù non c'è campo". È questo il nuovo spot lanciato da Papa Francesco in occasione del Giubileo dei ragazzi celebrato a Roma dal 23 al 25 aprile sul tema "Crescere misericordiosi come il Padre". Giornate intense d'incontri, di spiritualità e di amicizia hanno catalizzato circa 80 mila ragazzi provenienti da tutta Italia, ma anche dall'estero e principalmente dalla Spagna, Francia, Germania, Belgio, Marocco, Cina. Dopo la visita a sorpresa in piazza San Pietro dove, insieme ai 150 sacerdoti, "prete tra i preti", Papa Francesco si è fermato a confessare i ragazzi, ed in serata ha inviato un videomessaggio trasmesso allo Stadio Olimpico alla vigilia del Giubileo, che ha avuto la sua centralità nella solenne messa domenicale in piazza San Pietro. Le intense espressioni del Papa hanno risuonato in modo forte e incisivo, tracciando un solco profondo nell'originale esperienza romana.

"Ragazzi, quante volte mi capita di dover telefonare a degli amici, però succede che non riesco a mettermi in contatto perché non c'è campo. Sono certo che capita anche a voi, che il cellulare in alcuni posti non prenda. Bene, ricordate che se nella vostra vita non c'è Gesù è come se non ci fosse campo! Non si riesce a parlare e ci si rinchiude in se stessi. Mettiamoci sempre dove si prende! La famiglia, la parrocchia, la scuola, perché in questo mondo avremo sempre qualcosa da dire di buono e di vero". Questa sottolineatura vale come valorizzazione del ruolo della famiglia, della parrocchia e della scuola, dove gli adulti educatori possono dare risposte ai tanti perché, ai dubbi, alle perplessità che caratterizzano la società liquida, incerta e instabile.

Il messaggio del Papa è stato salutato dalla stampa come "Omelia social": "La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una 'app' che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell'amore"
Vedere Papa Francesco e ascoltare la sua voce da San Pietro è stata una grande emozione per i ragazzi ed in particolare per i delegati delle diocesi ed anche per i dieci ragazzi sindaci della provincia di Catania (Mazzarrone, Paternò, Belpasso, Sant'Agata li Battiati) i quali, guidati dal preside Giuseppe Adernò hanno avuto il privilegio di salire sul Sagrato della Basilica e partecipare alla Santa Messa proprio vicino al Papa.

Molti sono stati i messaggi lanciati da Papa Francesco in questi due giorni e ciascuno ne captato alcuni in particolare: dal tema della felicità che è difficile conquistare se ci si chiude nell'egoismo, all'amore che si da dono di sé senza chiedere il contraccambio, alla libertà che non consiste nel fare quel che si vuole, bensì " è il dono di poter scegliere il bene: è libero, infatti, chi sceglie il bene, anche se è faticoso, non è facile, ma io credo che voi giovani non avete paura delle fatiche, siete bravi!.
Come un buon parroco Papa Francesco ha esortato i ragazzi a restare coerenti alla carta identità del cristiano che certifica la capacità di amare. Sembrava che riecheggiassero nella piazza le parole di Michel Quoist che con i suoi libri "Riuscire", "Amare, diario di Daniele", "Donare, diario di Anna Maria"ha formato intere generazioni di giovani, forti e coraggiosi nell'impegno cristiano.

"Solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita" e poi ancora: "Non accontentatevi della mediocrità, di 'vivacchiare' stando comodi e seduti - aggiunge - non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all'ultima moda".
Hanno fatto centro le "metafore 'tecnologiche' adoperate dal Papa e l'esortazione a "diventare liberi e grandi nell'amore" è il messaggio che i tantissimi giovani di tutto il mondo portano nel cuore e lo diffondono con la testimonianza della vita, non accontentandosi della mediocrità e superando la cultura consumistica che "inquina l'affetto con la pretesa istintiva di prendere, di 'avere' quello che piace...".

L'amore vero che si fa dono è la "carta d'identità" del cristiano e non "l'amore 'nelle nuvole', né tanto meno quello delle "telenovelas" o dei " teleromanzi".
La preghiera di Michel Quoist: "Signore ho paura di dirti di sì, perché reclami altri sì, ho paura di darti la mano, perché la trattieni nella tua" trova risposta nell'esortazione del Papa consegnata ai ragazzi con un piccolo crocefisso giubilare, con l'impegno di diffonderla tra gli amici e i compagni.

Citando l'espressione evangelica "Alzati, ti chiama" Papa Bergoglio ha raccomandato ai ragazzi di "Stare in piedi", nel corretto equilibrio della testa che pensa, del cuore che ama e delle membra per agire, Ecco l'imperativo educativo, spesso trascurato quando si agisce senza pensare, che è come un camminare a testa in giù e piedi in aria. L'essenza del vero ed efficace apprendimento prevede, infatti, la graduale "modifica del modo di pensare, di sentire e di agire" così da consentire di stare veramente e costantemente in piedi e diventare "campioni d'amore", allenandosi ogni giorno con umiltà e costanza esercitando le opere di misericordia, dono e servizio d'amore, capace di dare una "gioia piena".
Il "ciao" del Papa rivolto ai ragazzi li ha resi euforicamente entusiasti e questa esperienza lascerà certamente un positivo segno e la linea pedagogica del rinforzo del positivo che Papa Francesco adotta appare come un nuovo "metodo" da seguire per una rinnovata educazione cristiana.

Giad









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