Premiare il merito. Dov’è la qualità della didattica?
Data: Venerdì, 29 aprile 2016 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Nelle scuola i comitati di valutazione sono al lavoro per decidere i criteri sulla base dei quali i Dirigenti scolastici assegneranno il bonus merito. In alcune scuole si diffonde l'intenzione di premiare la quantità (assurgendola a criterio obiettivo), e dunque ad es. premiando semplicemente coloro che trascorrono più ore a scuola perché impegnati in commissioni o nello staff del dirigente, in altre si intende seguire un percorso progettuale che privilegia le azioni realmente svolte in coerenza ed in vista dei traguardi da conseguire previsti nel Piano di miglioramento che sarà verificato al termine del triennio. E' da certamente da premiare il contributo alla crescita della scuola in termini di qualità e di efficienza, oltre che di competitività per una migliore qualità. I circa 24 mila euro che saranno assegnati a ciascuna scuola saranno certamente insufficienti per gratificare il molto impegno profuso nella didattica e nella sperimentazione di una progettualità innovativa, ma saranno forse troppi per le scuole "sedute" che si limitano all'ordinario curriculare, che registrano riduzione di alunni per limitatezza d'impegno e di progettualità promozionale.

Il Miur ha deciso di avviare un primo monitoraggio intorno ad alcuni passaggi essenziali, a cui seguirà una puntuale documentazione dei dati raccolti nel Portale sulla valutazione.
Si opera quindi a "campo libero" , secondo le regole del mercato di largo consumo che nella logica del risparmio mettono in atto il"Fai da te"e dalla raccolta degli esiti scaturiranno eventuali indicazioni guida. Diventa quindi lecito sbagliare e ciascuna istituzione scolastica in autonomia segue criteri soggettivi.
Ai criteri indicati dal Comitato di valutazione seguirà secondo alcuni docenti la raccolta dei dati, attraverso un'autocandidatura e autocertificazione dei docenti, i quali dichiarano e documentano le attività svolte, dando al dirigente una "pezza giustificativa" per l'assegnazione del bonus, che secondo le recenti indicazioni ministeriali "dovrà essere utilizzato, non attraverso una generica distribuzione allargata a tutti e nemmeno di converso, attraverso la destinazione a un numero troppo esiguo di docenti".

In alcune realtà si pensa di approntare delle griglie o tabelle di punteggi da assegnare alle singole attività e quindi operare una raccolta punti, cui seguirà la graduatoria di merito.
Prevarrà la quantità o la qualità delle azioni svolte da ritenere meritevoli di "bonus".
La tanto attesa premialità, pensata e progettata per riconoscere il merito per il maggiore impegno, rischia di trasformarsi in "malus" e si creeranno nelle scuole divisioni e malumori, polemiche e conflitti se non addirittura accesi contenziosi e ricorsi per "abuso d'ufficio", con conseguenti risvolti penali.

La legge, 107/2015 al comma 126 e seguenti definisce non solo la composizione del comitato di valutazione (composto da tre docenti di cui due scelti dal collegio docenti e uno dal consiglio d'istituto; due rappresentanti dei genitori per l'infanzia e il primo ciclo; un rappresentante degli studenti e uno dei genitori per il secondo ciclo d'istruzione e un componente esterno), ma anche di valutare e premiare il merito personale dei docenti in base ai seguenti criteri: la qualità dell'insegnamentoe del contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica, il successo formativo e scolastico degli studenti; i risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunnie dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche; le responsabilità assunte nel coordinamento organizzative didattico e nella formazione del personale.

"Principi generali - precisa il Miur - ma i criteri adottati dalle scuole non sono tutti uguali" e la questione da oggettiva si presenta carica di soggettività e di rischi, oltre al malcontento di esclusione da tale beneficio dei docenti precari. E degli insegnanti di religione, essendo il bonus destinato solo ai docenti di ruolo.

Il comitato si limita, infatti, a definire i criteri, mentre la quantificazione degli importi da assegnare spetta al Dirigente e potrebbe verificarsi che nella soggettività delle scelte un professore possa avere due mila euro e, a pari merito un altro cinquecento.
Resta l'amletico interrogativo circa la ricerca della vera qualità della didattica.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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