Fascismo e antifascismo
Data: Mercoledì, 27 aprile 2016 ore 07:30:00 CEST Argomento: Redazione
"Odiamo
tutti". Il messaggio è ben visibile, tracciato con vernice nera, su un
muro di p.zza Dante ed è firmato "Ultras Catania". Perché stupirsene?
La voglia di battersi con dei nemici - anzi, la voglia di avere dei
nemici - fa parte, probabilmente, del corredo genetico della nostra
specie (e non della nostra sola). Per quale motivo Edipo avrebbe
altrimenti affrontato e ucciso lo sconosciuto che non gli aveva dato la
precedenza, come in altro contesto farà il giovane Ludovico, non ancora
fra' Cristoforo? Il Concilio di Trento rischiava di non cominciare
neppure, per le rivalità tra i rappresentanti di Francia e Spagna, che
pretendevano entrambi il posto d'onore nella cerimonia di apertura.
Nello stato di natura (=legge del più forte), gli individui più
violenti mettono fuori gioco i miti e diffondono più largamente il loro
patrimonio genetico: la selezione naturale premia la violenza.
Dall'insofferenza verso chi è davanti a noi nasce l'uso di scavalcare
le code, sorpassare in maniera scriteriata e correre i 100 m in 9"80.
Sport come il pugilato e la lotta sono vie nelle quali l'istinto alla
violenza assume una forma che lo rende socialmente accettabile. Così,
l'istinto ad agire in gruppo per impossessarsi delle terre dei vicini
dà luogo da una parte alle guerre di conquista e dall'altra alle
partite di calcio.
Non è realistico, quindi, ignorare che nell'uomo vi è tutto ciò che
meno ci piace. Nasciamo violenti e tutta la civiltà altro non è che
l'arte di contemperare i nostri bisogni con quelli degli altri,
esprimendo tutti i nostri istinti in forme che non danneggino nessuno.
Chi non ha compreso che nello sport il combattimento è ammesso solo
nelle forme "ritualizzate" e socialmente accettate come è il fatto di
penetrare con il pallone nell'area più protetta degli avversari, è al
livello di esseri non ancora dotati di ragione.
Tutta la retorica della "gloria" di cui Alessandro, Cesare e Napoleone
si sarebbero rivestiti nasce dal nostro fondo istintuale e ferino,
prerazionale più ancora che irrazionale. Anche noi italiani,
ovviamente, abbiamo ceduto al richiamo della violenza. Ci siamo
esaltati per l'impero tornato sui colli fatali di Roma e non capivamo
che eravamo retrocessi al rango di animali feroci.
L'antifascismo dovrebbe essere anche questo: ripudio
dell'individualismo (personale e di gruppo) e recupero dell'umanità,
cioè della solidarietà o, con parole antiche, mai superate, della
"fraternità".
Maurizio Ternullo
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