Breve discorso sul Male (capitolo II) di Giuseppe Motta
Data: Domenica, 24 aprile 2016 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Il concetto di Male in psicologia
In generale si può affermare che il Male non è né un prodotto sociale, né un mero prodotto psicologico. Carl Gustav Jung conferiva realtà al Male riprendendo l'antico motivo gnostico di un Dio buono ma non onnipotente, perché limitato da un potere antagonista. Questa concezione dualistica è presente anche in Freud nel confronto tra principio di piacere e principio di realtà che successivamente si evolverà nel dualismo più radicale tra pulsione dì vita e pulsione di morte. La psicoanalisi è, in tal senso, una derivazione del pensiero gnostico, che pone all'origine non un solo principio: il Bene, Dio, ma l'antagonismo tra due principi: il Bene e il Male, Dio e la sua Ombra. Diceva Jung che: "Senza coscienza umana in cui riflettersi, bene e male accadrebbero semplicemente, o piuttosto non ci sarebbero il bene e il male, ma solo una sequenza di eventi naturali, o ciò che i buddisti chiamano Nidhanachain, l'ininterrotta casuale concatenazione che porta alla sofferenza, alla vecchiaia, alla malattia, alla morte". Il problema dei Male è, quindi, strettamente legato a quello della coscienza, perché la coscienza è, a sua volta, intimamente connessa al problema del conoscere. Socrate, infatti, riteneva che il male potesse essere fatto solo da chi sa. Continua su http://www.giuseppemotta.it/breve-discorso-sul-male-capitolo-ii/

Giuseppe Motta





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