Prevenire e vietare il gioco d’azzardo. Lettera al presidente Mattarella
Data: Venerdì, 15 aprile 2016 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Caro presidente Mattarella,
con la scusa di legalizzare il cosiddetto "gioco" d'azzardo, i legislatori italiani si sono mossi come degli apprendisti stregoni trasformando il Paese in un casinò diffuso nel pieno della crisi economica e morale più dura del dopoguerra.
La paura del futuro e la mancanza di prospettive hanno spinto fasce crescenti di popolazione verso un consumo compulsivo e disperato della promessa illusoria di una salvezza individuale dal progressivo impoverimento.
Il fenomeno azzardopoli, che muove un giro di 88 miliardi di euro l'anno, non si può ridurre, come si fa di solito, ai casi di dipendenza patologica individuale da curare con i fondi insufficienti di un sistema sanitario pubblico messo già in grave difficoltà.

Bisogna agire alla radice e riconoscere che è lo Stato che sta vivendo una pericolosa crisi di astinenza del denaro che arrivano dal settore dell'azzardo appaltato a grandi società commerciali transnazionali. Occorre, perciò, recidere questo vincolo per rimettere in discussione l'intera materia in modo democratico e partecipato. Senza una diversa economica, capace di generare benessere per tutti, vinceranno sempre le lobby, come si è visto nel tentativo fallito di imporre il ragionevole divieto assoluto di pubblicità dell'azzardo.

Esistono gruppi di potere trasversali capaci di cambiare le leggi dalla sera alla mattina umiliando le reti di cittadinanza attiva e le amministrazioni comunali che cercano di recuperare sovranità sui loro territori.
Rivolgiamo, perciò, questo appello al custode della Costituzione democratica fondata sul lavoro perché faccia valere la sua autorevolezza, anche con un semplice messaggio al Parlamento, incapace di agire in questo campo, e al Governo che, sull'azzardo, dimostra di avere le idee confuse sul bene bene comune perché mette sullo stesso piano, in maniera contraddittoria, «le esigenze di tutelare la salute pubblica, combattere l'illegalità e dare un apporto all'erario».

Si può rispondere all'effetto devastante dell'incentivazione legale dell'azzardo solo a partire dal legame sociale, dal riconoscere la scelta di libertà e dignità dei baristi che rifiutano di fare da terminale alla macchina dei soldi che vanno ad ingrassare i soliti noti. Lo Stato segua l'esempio di questi cittadini responsabili. Chiediamo al nostro Presidente di rispondere al nostro appello per far togliere la gestione dell'azzardo alle società commerciali che non possono far altro che incentivarlo per trarne profitto.

Esiste un Paese reale che resiste e che ce la potrà fare perché rifiuta di ridurre tutto a merce o materiale di scarto.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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