Emilio Salgari, Sandokan e la tigre di Mompracen. Un’intervista impossibile
Data: Lunedì, 11 aprile 2016 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Noi ragazzi della quinta C e quinta D, in quest’anno scolastico, stiamo sperimentando un metodo alternativo di fare ricerche su autori e personaggi storici o letterari: “le interviste impossibili”. Quest’idea nasce da una trasmissione radiofonica del 1973, dove uomini di cultura fingono di intervistare “fantasmi redivivi”, appartenenti ad un’altra epoca ed è per questo che si definiscono interviste impossibili. Questo modo di realizzare le ricerche ci ha entusiasmato, perché ci permette di rendere “viva e vitale” una ricerca, in quanto anche noi siamo partecipi in modo attivo, anzi “entriamo” anche noi nella ricerca, come interlocutori del personaggio che intervistiamo. Così, intervistando… Emilio Salgari ci è sembrato quasi di vivere a Mompracen, insieme a Sandokan! Questo nuovo modo di studiare ci piace, speriamo di continuare con queste interviste e di vivere in epoche storiche lontane dalla nostra, anche questo è un modo per arricchirci nel cammino della nostra crescita scolastica.

Alunni ed alunne delle classi V C e V D (Circolo Didattico “Teresa di Calcutta”, Tremestieri Etneo, Plesso Immacolata)
 
1^ Intervista:

Buonasera gentilissimo Emilio Salgari, grazie per essere venuto qui alla nostra intervista, so che è inondato di impegni, soprattutto immaginare avventure fantastiche, ma vogliamo sapere qualcosa di più su di lei, come iniziò a scrivere?
«Buonasera anche a lei! Allora, io esordii come scrittore nelle appendici dei giornali, la mia prima opera pubblicata fu un racconto: I selvaggi della Papuasia, che scrissi all’età di vent’anni».

Quando iniziò a pubblicare racconti avventurosi?
«Iniziai esattamente dal 1883»

So, carissimo signor Salgari, che lei è il “padre” di Sandokan. Ci descriva meglio questo personaggio.
«Certamente, Sandokan è un personaggio di vari miei romanzi di avventura soprannominato “La tigre della Malesia”; è un tipo tra il pirata e il guerriero ardimentoso, generoso, feroce e cavalleresco che con la forza, non disgiunta dall’astuzia, riesce a conquistare e conservare l’impero malese».

Lei quando ha incominciato a scrivere, aveva un sogno?
«Beh, quasi! Più che un sogno avevo uno scopo, che non era quello di educare i ragazzi con principi morali o civili, ma di arricchire la loro fantasia, per questo ho incominciato a scrivere racconti fantastici di avventura».

Grazie di essere stato così disponibile, purtroppo il tempo a nostra disposizione è finito, è stato un vero piacere!
«Grazie a lei per avermi ospitato, anche per me è stato un piacere, arrivederci».

Arianna Cannavò (Classe 5 C - Plesso Immacolata)

2^ Intervista

Buon giorno signor Salgari, mi scusi se la disturbo!
«Ma no, tutt’altro, è un piacere per me che una ragazzina si interessi alle mie opere».

Lei ha colto nel segno, signore, e volevo che lei mi aiutasse a scoprire di più su un’opera in particolare: “La Tigre della Malesia”.
«Il protagonista si chiama “Sandokan” ed è la mia opera più famosa e fa parte del ciclo “I Pirati della Malesia”. Si tratta di un romanzo d’avventura. Il libro parla di un pirata soprannominato appunto “Tigre della Malesia” che smette di praticare la pirateria dopo essersi innamorato di Marianna, una giovane donna di origine europea. La incontra dopo essere stato ferito in uno scontro in mare e si innamorano subito, ma deve scappare per non farsi catturare. Alla fine, dopo tante avventure, Sandokan riesce a rapirla ed a sposarla ma ha perso quasi tutti i suoi uomini e la sua isola (dove aveva il suo covo), quindi dice addio ad assalti e vendette e vive una vita tranquilla con la sua amata».

Quando fu pubblicato?
«Fu pubblicato nel 1900, ma è ambientato in Malesia nel 1849».

Accidenti! Deve aver venduto tante copie e di conseguenza deve essersi arricchito molto o mi sbaglio?
«Per quanto la mia opera possa aver riscosso successo, non mi sono arricchito io, ma gli editori. La povertà è stata un elemento costante della mia vita».

Mi pare che non ci sia più niente da aggiungere! Grazie mille di averci dedicato del tempo, è stato un vero piacere leggere i suoi romanzi d’avventura!
«Si figuri, il piacere è stato tutto mio».

Maria Elena Pititto (Classe V sez. C - Plesso Immacolata)





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