Salvo da Vespa
Data: Domenica, 10 aprile 2016 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Impassibile nella sua immobilità facciale, lucido e fermo nei suoi ragionamenti criptati, sicuro delle sue verità ancestrali, algido e motivato nelle sue conseguenze, tetragono a qualsiasi emozione causal-sentimentale, così si è presentato Salvo Riina, figlio di Totò Riina, nel salotto buono di Porta a Porta intervistato da Bruno Vespa, per promuovere il suo libro fresco di stampa, e per ricordare che egli, da buon cristiano è stato sempre fedele ai comandamenti, in primis a quello che dice di onorare il padre e la madre! Un figlio deve «amare» la sua famiglia «al di fuori di tutto quello ci hanno contestato»! E sul quinto comandamento " Non uccidere? Salvo svicola: "non spetta a me giudicare, ho rispetto per tutti i morti"!. La mia - dice Salvo - è stata una famiglia con le mani pulite, rispettata, sana e pacifica, così pure la mia infanzia: felice e serena, protetta; e senza l'obbligo scolastico, (cioè senza il fastidio di andare a scuola ad educarsi!); con un padre che è stato il più tenero dei padri possibili.

Alla domanda, che cosa pensasse della mafia, senza batter ciglio, risponde con sdossato cipiglio che la mafia "può essere tutto e nulla", e che "omicidi e traffico di droga non sono soltanto della mafia"! Per uno come Salvo, insomma, che è vissuto in un determinato contesto, che ha assorbito, di necessità, come una spugna, lo studio di una determinata prossemica, il senso dei comportamenti un determinato codice d'onore, e di determinate "sensazioni", il mondo non può che manifestarsi come " totale relazionalità" funzionale, rispondente a un principio solo : è buono e giusto tutto ciò che torna a proprio vantaggio. Si capisce, anche, che la forma - uomo, di quest'uomo, si costituisce come un insieme organico che trova nella "motivazione" il suo fondamento morale. Per tipi mafiosi come Salvo (e Totò), il bene e il male sono concetti relativi, "valori che dipendono dalla concatenazione in cui si trovano".

Uomini siffatti non riconoscono mai nulla di lecito o di illecito, perché tutto può avere una qualità che li immetta un giorno in una grande "correlazione". E se le relazioni e correlazioni, e le motivazioni, a casa di Salvo, ab ovo, sono sempre state quelle di tipo mafioso, funzionali agli interessi di Cosa nostra, e del Padre, e della sua famiglia, non si può che prenderne tristemente atto. Questa è la filosofia di Salvo ( 38 anni e una condanna per associazione mafiosa a 8 anni e 10 mesi già scontata)

È vergognoso che il servizio pubblico della Rai abbia dato spazio a codeste idee farneticanti?

Assolutamente sì! È vergognoso.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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