Louisa May Alcott e le 'Piccole donne'. Un’intervista impossibile
Data: Domenica, 27 marzo 2016 ore 05:00:00 CEST Argomento: Redazione
Noi ragazzi
della quinta C e quinta D, in quest’anno scolastico, stiamo
sperimentando un metodo alternativo di fare ricerche su autori e
personaggi storici o letterari: “le interviste impossibili”. Quest’idea
nasce da una trasmissione radiofonica del 1973, dove uomini di cultura
fingono di intervistare “fantasmi redivivi”, appartenenti ad un’altra
epoca ed è per questo che si definiscono interviste impossibili. Questo
modo di realizzare le ricerche ci ha entusiasmato, perché ci permette
di rendere “viva e vitale” una ricerca, in quanto anche noi siamo
partecipi in modo attivo, anzi “entriamo” anche noi nella ricerca, come
interlocutori del personaggio che intervistiamo. Così, intervistando…
Louise May Alcott, ci è sembrato di vivere nella casa delle sorelle
March! Questo nuovo modo di studiare ci piace, speriamo di continuare
con queste interviste e di vivere in epoche storiche lontane dalla
nostra, anche questo è un modo per arricchirci nel cammino della nostra
crescita scolastica.
Alunni ed alunne delle classi V C e V
D
(Circolo Didattico “Teresa di Calcutta”, Tremestieri Etneo, Plesso
Immacolata)
1° Intervista:
Buongiorno, è un onore intervistare
una delle scrittrici americane più famose: Louisa May Alcott. Signora
Alcott, da cosa le è venuta l’ispirazione per scrivere il romanzo
”Piccole donne”?
«Ho trovato ispirazione dalla mia infanzia e giovinezza, infatti alcune
persone hanno detto che il mio è stato un romanzo semiautobiografico».
Com’è stata la sua infanzia?
«La mia infanzia non è stata tra le più serene, poiché con le mie
sorelle avevamo una vita povera e senza molte soddisfazioni. Situazione
questa molto comune a chi, come noi, ha vissuto durante la guerra».
Com’è riuscita a diventare una
scrittrice?
«Per aiutare la mia famiglia, sin da ragazzina iniziai a lavorare
facendo la governante, l’insegnante, la sarta e in seguito iniziai a
scrivere».
Signora, Alcott, è stato un vero
piacere poterla intervistare!
Andrea Balbo (Classe V sez C - Plesso
Immacolata)
2^ Intervista:
Buonasera Louisa May Alcott, oggi
siamo qui con lei per scoprire qualcosa di più: come divenne famosa?
«Buonasera anche a lei. E’ un onore essere qui, le rispondo subito: il
mio successo letterario arrivò nel 1868, quando fu pubblicato la prima
parte del mio romanzo, “PICCOLE DONNE”. »
Ho saputo che si ritrova molto nel suo
racconto, può spiegarci perché?
«Certamente, io medesima ho scritto quel romanzo ispirandomi alla mia
infanzia con le mie sorelle, mio padre e mia madre a Concord. La nostra
infanzia, mia e delle mie 3 sorelle, sebbene difficile, assomigliava
molto a quella del libro di cui protagoniste sono 4 sorelle che si
aiutano a vicenda. Infatti il mio non è un romanzo inverosimile, ma è
semi-autobiografico».
Perché decise di fare due volumi di
questo magnifico libro?
«Come certamente sa, io all’epoca ero una scrittrice per ragazzi, e non
volevo fare un libro troppo lungo, quindi decisi di fare due volumi:
Piccole donne” e Piccole donne crescono”, pubblicato nel 1869. Però non
fu per tutti i paesi così, per esempio in America venne pubblicato un
unico libro intitolato “Little Woman”».
Mi descriva meglio il secondo volume pubblicato nel 1869.
«Beh, su questo argomento non c’è molto da dire; segue la mia vita e
quella delle mie sorelle adulte e nel matrimonio».
Lei è la più piccola tra le sue
sorelle?
«No, io sono la seconda di noi quattro, sono una delle più
grandi!».
Signora Alcott, lei si ritrova particolarmente in una delle sorelle
March?
«Sebbene io non mi sia mai sposata e lei si sposò alla fine dell’ultimo
volume, io mi ritrovo molto in “Jo”; infatti essa, fu la seconda più
grande delle sorelle March, proprio come me».
Bene, è stato un vero piacere conoscerla meglio, purtroppo non abbiamo
più tempo, la saluto e la ringrazio di essere stata qui con noi.
«Anche per me è stato un piacere! Arrivederci!»
Arianna Cannavò (Classe V sez. C -
Plesso Immacolata)
3^ Intervista:
Buon giorno, signora Alcott, io
sono la giornalista Giorgia Scalia, grazie di avere accettato il mio
invito a quest’intervista
«Buon giorno, sono onorata».
Il romanzo ”Piccole Donne” è uno dei suoi romanzi più famosi… Ma quali
informazioni in più ci può dare?
«Fu pubblicato due volte, la prima volta nel 1868, e la seconda nel
1869, in America, con un altro titolo».
Cioè, con quale titolo?
«Little Woman or, Meg, Jo, Beth and Amy».
Mi potrebbe raccontare la storia del
romanzo?
«Certo! Ma non completamente perché vorrei lasciarle la curiosità di
andare a leggere il libro. Il romanzo rispecchia la mia famiglia. Il
signor March è andato in guerra lasciando le figlie e la moglie sole.
Le ragazze pur essendo povere e con problemi crescono, e diventano
bravissime e responsabili. Crescono con l’aiuto della mamma e del
vicino Theodore che era ricco».
Mi vuol dire qualcosa in più dei
personaggi?
«Perché no! Iniziamo dalla madre… Margaret Curtis March, era molto
saggia, e grazie a lei le sue figlie sono cresciute sapendo affrontare
i problemi. Robert March, era il padre, era nell’esercito degli Stati
Uniti, amava soprattutto Beth, perché era la più docile e fragile,
parlando di Beth era la terza sorella, aveva tredici anni, e aveva la
passione per la musica e il pianoforte. Siccome era timida, tranne con
la sua famiglia, voleva sempre aiutare la mamma nelle faccende
domestiche e così si ammala e muore a diciannove anni».
Mi racconta un po' di Amy.
«Amy è la più piccola delle sorelle, ha dodici anni ad è pigra,
viziata, egoista cioè l’opposto di Jo, a proposito di Jo era coraggiosa
e determinata come un “maschiaccio” e aveva quindici anni» .
Cosa mi dice di Margaret?
«Margaret viene chiamata “Meg”, ha sedici anni ed è matura e giudiziosa
anche se a volte è vanitosa e superficiale».
Ha altro da aggiungere?
«Grazie di avermi dato la possibilità di raccontare ancora una volta
questo romanzo… Buon giorno».
Buon giorno a lei, andrò sicuramente a
leggere questo romanzo che mi ha davvero incuriosita. Grazie.
Giorgia Scalia (Classe V D - Plesso
Immacolata)
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