Contro le mafie, per il Radice di Bronte, un impegno divenuto tradizione. Cronistoria di una giornata
Data: Giovedì, 24 marzo 2016 ore 02:00:00 CET Argomento: Istituzioni Scolastiche
E' una presenza determinata e consapevole, prima
che un impegno ormai annuale, la partecipazione del "Benedetto Radice"
di Bronte alle attività promosse da "Libera". La scuola diretta da
Maria Pia Calanna, lo scorso 21 marzo a Messina, ha infatti portato
linfa nella serpentina che da piazza Juvara, attraverso le principali
arterie della città, è giunta al Duomo per dire no a deleghe e
rassegnazione alla criminalità, corruzione e delinquenza diffuse. Fiume
in piena colorato, giovane e - soprattutto - coraggioso nel gridare
contro abusi e malcostume, col ricordo vivo di uomini e donne che hanno
sognato una terra "bellissima". Per la XXI Giornata della Memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, un titolo
evocativo: ”Ponti di memoria, luoghi
di impegno”; un distico che racchiude l'essenza di una marcia di
riscatto in un'isola martoriata.
Sono le nove in punto quando gli studenti di Bronte, dalla testa del
corteo non ancora partito, visitano gli stands delle associazioni
promotrici, per munirsi di bandiere e materiali di approfondimento. Ne
emerge un imperativo corale e di coscienza fatto di slogan, musica,
striscioni lungo chilometri.
Un interminabile rosario di nomi, poi, accoglie la scolaresca nei
pressi della Cattedrale, assediata da decine di migliaia di giovani.
Don Luigi Ciotti, dal palco, incoraggia a tenere alto il testimone e
ricorda gli studenti Erasmus, vittime della recente tragedia. Nel suo
intervento non fa sconti e vira contro menzogna e nuove ingiustizie
sociali.
Il movimento delle statue, dentro un rauco campanile, intima che è già
mezzogiorno. Il tempo di stringersi tutti idealmente a Vincenzo
Agostino, padre di Nino, barbaramente ucciso da "cosa nostra" insieme
alla moglie e al figlio che portava in grembo. Un padre coraggio che
non ha mai smesso di cercare giustizia e verità, simbolo di tutti i
familiari delle vittime innocenti.
Intanto (dopo un pasto frugale) lasciamo piazza Duomo, mentre la RAI
prosegue nella diretta con interviste, per raggiungere Palazzo Zanca
dove si tiene il gremitissimo seminario "L’Italia sotto tiro", che
annovera le vibranti testimonianze di Renato Accorinti, sindaco simbolo
del riscatto della città dello Stretto e di Michele Albanese,
giornalista che vive sotto scorta, per aver fatto della sua professione
energica denunzia della 'ndrangheta e del silenzio connivente. Poi si
fa sera, tempo di riprendere l’autobus, stanchi, soddisfatti e sempre
più caparbi sulla strada dell’impegno.
Dunque per il "Radice" una giornata divenuta ormai tradizione, a
coronamento del calendario di incontri redatto con passione da Venera
Sgroi, referente del progetto "Pace, legalità e cittadinanza"
dell'Istituto etneo, che ha ospitato lo scorso 17 marzo - tra l'altro -
un incontro con Dario Montana, fratello di Beppe, il commissario della
squadra mobile di Palermo ucciso nel 1985.
Nell'occasione sono stati presentati i lavori condotti nelle classi su
Vincenzo Mulè, vittima quindicenne delle faida, testimone “adottato”
dalla scuola per quest’anno.
Placido Antonio Sangiorgio
placidoantonios@gmail.com
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