Non si può morire così
Data: Domenica, 20 marzo 2016 ore 03:00:00 CET Argomento: Redazione
Il Coordinamento
provinciale dei Ragazzi sindaci di Catania, guidato
dal preside Giuseppe Adernò, ha inviato al sindaco di Fiumicello,
Enrico Scridel, una lettera di solidarietà e di vicinanza nel giorno
del funerale di Giulio Regeni che da studente è
stato, sindaco dei Ragazzi nel terzo mandato 2001-2003. Nel
corso del suo mandato da sindaco sono state effettuate diverse
manifestazioni sulla pace ed è stato significativo l'incontro con i
ragazzi di Bucarest. I Ragazzi delle classi III O e III P dell'Istituto
"Parini" con la
guida delle prof.sse Graziella Buscemi, e Loredana Raudino hanno fatto
una ricerca su Giulio ed hanno preparato delle riflessioni messaggi
sull'impegno sociale di Giulio, maturato anche grazie all'esperienza di
Sindaco dei Ragazzi. Hanno scritto di lui: Ludovica Lentano, Giusy
Seminara, Maria
Zorzanello e Salvo Di Bartolo. Hanno scritto inoltre delle lettere a
Giulio: Ylenia Mirabella, Elena
Allegra, Giuseppe Schillaci.
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Giulio, studente universitario di origini italiane (Fiumicello, Udine),
28 anni, in Egitto per motivi accademici, dottorando in economia,
Università di Cambrige, dipartimento di politica e studi
internazionali, ritrovato morto in un fosso il 3 febbraio a Giza,
periferia del Cairo.
Il suo passato. Alle scuole medie a Fiumicello, all'insegna della sua
dimostrata bravura, Giulio era il sindaco della giunta del Consiglio
Comunale dei Ragazzi; successivamente si iscrive al liceo classico
Petrarca a Trieste e infine frequenta Cambrige.
Si trovava in Egitto per studiare il percorso del paese dalla
decolonizzazione alle rivolte arabe, si stava occupando di un focus sul
versante socioeconomico, stava anche facendo degli studi sulle attività
sindacali. C'erano anche sospetti, da parte dei servizi segreti
egiziani, che Regeni fosse una spia, anche se Amr Assad, un amico
egiziano del ricercatore, ha smentito questa traccia.
La morte potrebbe essere ricollegata a informazioni raccolte
durante le sue ricerche sui sindacati, infrmazioni che i servizi
segreti egiziani potrebbero aver trovato "scomode"; il ragazzo potrebbe
quindi essere rimasto vittima di un conflitto tra gli apparati di
sicurezza dello stato.
Regeni negli ultimi mesi si sentiva in pericolo, si, temeva per la
propria incolumità. L'11 dicembre si era accorto di essere stato
fotografato mentre partecipava a un'assemblea sindacale.
Sul corpo ormai privo di vita del ragazzo, sono stati trovati segni di
tortura. Aveva sette costole rotte, tagli inferti con lame, segni di
scariche elettriche e un'emorragia cerebrale. Un' autopsia è stata
fatta anche in Italia, la morte è stata in specifico dovuta alla
frattura di una vertebra in seguito a un colpo violento.
Un'inchiesta congiunta si sta svolgendo in Egitto e in Italia; qui se
ne occupa la procura di Roma, che ha inviato al Cairo alcuni
investigatori per collaborare con le autorità locali.
Dalle telecamere di sorveglianza di alcuni negozi nella zona dove
Regeni è scomparso, sono stati estratti video utili per le
indagini, e la procura egiziana se ne sta occupando.
Sono stati raccolti i tabulati telefonici del ragazzo. Gervasio, un
amico con cui Regeni aveva appuntamento per andare a una festa, è stato
il primo ad annunciare la scomparsa del compagno.
Adesso le indagini continuano, ma gli agenti sono in difficoltà perché
non trovano nuovi indizi, l'intera umanità adesso aspetta, aspetta di
sapere di più...
Personalmente,questo episodio di cronaca nera mi ha molto colpita, e la
domanda che ho sempre in testa è: Lui era un bravo ragazzo che
frequentava Cambridge, un'importantissima università, non faceva nulla
di male, e allora perché? Si può morire così ? ... Ecco, è questa la
grande domanda, quella che mi tormenta: Ma si può morire così?
Secondo me, il suo omicidio non deve rimanere impunito, per lui, per i
suoi amici, per i sui parenti, per i suoi professori, bisogna trovare
gli artefici di questa morte, perché deve essere pagato un
prezzo per il male fatto.
Ludovica Lentano 3^ O
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