Papa Francesco, 13 marzo terzo anno di pontificato. Dalla A di 'accoglienza' alla Z di 'zanzare'
Data: Lunedì, 14 marzo 2016 ore 05:00:00 CET Argomento: Redazione
Sono
trascorsi tre anni e sembrano tre secoli per le forti innovazioni
culturali e sociali apportate da Papa Francesco nel modo di gestire e
comunicare la Chiesa e nel modo di governare e dirigere la Cura
romana. Luci e ombre s'intrecciano e fanno da sfondo al ritratto
di un Papa amato dalla gente, presente e vicino al popolo in cammino,
dinamico e rivoluzionare nella gestione della funzione di Capo della
Chiesa, aperto al dialogo, all'incontro, operativo verso i poveri e gli
emarginati. Apostolo della pace e "missionario della Misericordia" ha
portato l'annuncio del Vangelo nelle periferie del mondo ed ha innovato
anche l'organizzazione del tradizionale Giubileo, assegnandole un nome
"della Misericordia" e aprendolo al mondo intero con le Porte sante
diffuse nel Pianeta. La misericordia di Dio la si può incontrare,
infatti, passando attraverso porte che si trovano in tutti i luoghi del
mondo".
L'"autorevolezza" di papa Francesco come "maestro dell'umanità, della
Chiesa e dell'umanità, in una prospettiva globale" è in costante e
visibile crescita ed i temi affrontati dal Santo Padre nei suoi
discorsi, ha osservato il portavoce Padre Lombardi, "toccano veramente
tutti": la pace e la guerra, le problematiche della globalizzazione, la
"cultura dello scarto".
Sei viaggi apostolici internazionali e tre visite pastorali in Italia,
un'Enciclica e tre Motu proprio, il Sinodo ordinario e il Giubileo
straordinario. Poi, incontri storici con i rappresentanti delle altre
religioni - su tutti, quello con il patriarca Kirill -, una
"geopolitica della misericordia" che coinvolge e travolge le diplomazie
del mondo; vigorosi appelli per la pace, i poveri, i migranti. E
ancora: udienze, catechesi, gesti di misericordia. Ma anche tanti
momenti difficili: i 'complotti' durante il Sinodo, il caso Vatileaks
2, le parole fraintese dalla stampa. È stato, insomma, un anno intenso
il terzo di pontificato di Francesco, il Papa "venuto dalla fine del
mondo", eletto sul soglio petrino il 13 marzo 2013. Lo ripercorriamo in
'pillole', seguendo l'ordine alfabetico: dalla A di 'accoglienza' alla
Z di 'zanzare'.
***
A di "Accoglienza". A tutti: ai
giovani piagati dalla disoccupazione; agli anziani "scartati e
dimenticati"; ai divorziati risposati e a tutte le famiglie "in
situazioni irregolari"; ai poveri e chi vive per strada. Ma soprattuto
ai profughi e ai rifugiati. Vigoroso l'appello lanciato durante
l'Angelus del 6 settembre, affinché "parrocchie, monasteri e santuari
d'Europa accolgano una famiglia di profughi" durante il Giubileo della
misericordia. E, per dare l'esempio, il Pontefice ha aperto le porte
della parrocchiale di Sant'Anna in Vaticano ad una famiglia di
rifugiati siriani, in fuga dalla guerra.
B di "Bangui". "La capitale
spirituale del mondo", l'ha ribattezzata Bergoglio aprendo in anticipo
il Giubileo, durante il suo viaggio in Centrafrica del novembre 2015.
Indimenticabile il fotogramma di Francesco con il capo chino sulla
Porta Santa in legno della Cattedrale dell'Immacolata, in una delle
zone più povere del mondo, dove gli scontri tra le religioni provocano
sofferenza e morti e gli stessi luoghi di culto subiscono saccheggi e
atti terroristici. Uno dei momenti più commoventi dell'intero anno. A
detta del cardinale Nzapalainga e del nunzio Coppola, proprio la visita
del Papa ha contribuito a riportare la pace e l'armonia nel paese.
C di "Confessione". Il sacramento dove maggiormente si manifesta
la Misericordia di Dio. Per questo Francesco ha raccomandato ai
sacerdoti di svolgerlo con "dedizione, cura e attenzione pastorale",
non come "una tortura" tantomeno come un "interrogatorio". I confessori
- ha detto il Papa - devono essere rispettosi della dignità e della
storia personale di ciascuno, perché "anche il più grande peccatore che
viene davanti a Dio a chiedere perdono è 'terra sacra' da "coltivare".
"Tutti dovrebbero uscire dal confessionale con la felicità nel cuore,
con il volto raggiante di speranza". E per questo, tra le novità del
Giubileo, il Pontefice ha deciso di inviare oltre mille Missionari
della Misericordia che potessero assolvere anche i peccati riservati
alla Santa Sede. E, a febbraio, ha voluto che le spoglie di due 'icone'
del sacramento della riconciliazione come i cappuccini San Pio e San
Leopoldo Mandi? venissero traslate nella Basilica Vaticana.
D di "Droga". Forti e reiterati
gli appelli del Papa, durante il suo ultimo viaggio del 12-18 febbraio
in Messico, contro il narcotraffico "metastasi che divora" il paese e
che tiene ostaggio soprattutto i giovani con false promesse di potere e
guadagni. Da non dimenticare, poi, la recente visita a sorpresa,
durante uno dei 'venerdì della Misericordia', nella comunità di
recupero per tossicodipendenti "San Carlo" del Centro Italiano di
Solidarietà, il Ceis, fondato da don Mario Picchi. Un momento di
affetto genuino, durante cui Francesco ha ribadito che "la droga non si
vince con la droga" e ha incoraggiato il cammino di chi lotta contro le
dipendenze.
E di "Esortazione apostolica
post-sinodale". Secondo indiscrezioni, dovrebbe essere firmato
il 19 marzo il documento elaborato dal Papa a partire dalle
Proposizioni dei due Sinodi sulla famiglia del 2014 e 2015. Grande
l'attesa sul testo, specie sulla spinosa questione dei sacramenti ai
divorziati risposati. Al documento ha lavorato soprattutto il teologo
di fiducia di Bergoglio, mons. Victor Manuel Fernandez, rettore
dell'Università Cattolica di Buenos Aires, e ha ricevuto diverse
osservazioni (circa 200) da parte della Congregazione per la Dottrina
della Fede. Per la pubblicazione, era stato il Papa stesso, nel volo di
ritorno da Ciudad Juarez, ad annunciare ai giornalisti che uscirà prima
di Pasqua. Ma chi ha avuto in mano alcune copie della bozza parla di un
"malloppo" alquanto corposo che impegnerà parecchio per il lavoro di
traduzione.
F di "Famiglia". È l'anno delle
catechesi sulla famiglia durante le Udienze generali del mercoledì. È
l'anno del Sinodo ordinario sulla famiglia e dei forti appelli verso
questa 'cellula fondamentale della società' che "prende botte da tutte
le parti". Ma è anche l'anno del doppio Family Day contro il ddl
Cirinnà sulle unioni civili (a San Giovanni in Laterano il 20 giugno, a
Circo Massimo il 30 gennaio) a cui però Francesco non sembra dare
particolarmente attenzione. Il motivo lo spiega sul volo di ritorno da
Ciudad Juarez: "Il Papa è di tutti... Io con la politica italiana non
mi
immischio".
G di "Giubileo". Esattamente un
anno fa, il 13 marzo 2014, il Papa annunciava durante una celebrazione
penitenziale a San Pietro di voler indire un Giubileo straordinario
della Misericordia. Dopo un anno scandito da varie difficoltà, tra la
incerta situazione politica romana che ha rallentato i lavori nella
Capitale e la paura di attentati terroristici, Francesco ha aperto la
Porta Santa l'8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione. Una
cerimonia solenne, alla presenza del Papa emerito Benedetto XVI, anche
se non affollatissima data la volontà del Pontefice di "delocalizzare"
l'Anno Santo affinché ogni diocesi del mondo potesse aprire la Porta
Santa nella propria Cattedrale.
H di "Hiv". Una tematica
annosa, affrontata dal Papa durante il viaggio di novembre in Africa.
Francesco ne ha parlato all'U.N.O.N., la sede Onu di Nairobi,
domandando "un più facile accesso ai farmaci e all'assistenza sanitaria
di base". Poi nell'aereo di ritorno per Roma, interrogato dai
giornalisti sulla posizione della Chiesa per la contraccezione,
Bergoglio ha risposto: "La domanda mi sembra troppo piccola e parziale,
sì è uno dei metodi... Ma questo non è il problema più grande".
Risposta,
come spesso accade, mal interpretata da diversi media.
I di "Internet". Una rete dal
'volto umano' quella richiesta dal Pontefice nel suo Messaggio per la
Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dove ha sottolineato che
il mondo delle nuove tecnologie e la vastità delle reti telematiche
possono costituire una risorsa, ma anche un luogo di "linciaggio
morale". Francesco ha poi aderito alla iniziativa Keep Lent per
annunciare il Vangelo attraverso i social network durante la Quaresima.
E il suo account Twitter @pontifex ha da poco superato i 27 milioni di
follower.
L di "Laudato Si'". L'Enciclica
'verde', pubblicata il 18 giugno (ma anticipata qualche giorno prima,
con grande scalpore, dal giornalista Sandro Magister su L'Espresso), in
cui il Papa denuncia i fenomeni che devastano la "nostra casa comune",
dal punto di vista umano e ambientale, proponendo linee e azioni per
salvare una terra "divenuta immenso deposito di immondizia". Applaudita
e al contempo criticata, il documento resta una pietra miliare del
magistero di Bergoglio.
M di "Migranti". Il momento
chiave è la visita del 17 febbraio a Ciudad Juarez, la "Lampedusa
d'America" al confine tra Messico e Stati Uniti, dove migliaia di
uomini, donne e bambini perdono ogni giorno la vita nella speranza di
guadagnarne una migliore. Proprio lì il Papa si reca in pellegrinaggio
e celebra la Messa, dopo aver depositato un mazzo di fiori bianchi e
commemorato le vittime spazzate via dalle sabbie del deserto e dalla
indifferenza globale. Poi tuona: "Mai più morte e sfruttamento!".
N di "Nullità matrimoniale".
Con due lettere in forma di Motu Proprio, dal titolo Mitis Iudex
Dominus Iesus e Mitis et misericors Iesus, diffuse l'8 settembre ed
entrate in vigore l'8 dicembre, Papa Francesco riforma il processo
canonico per le cause di dichiarazione di nullità nel Codice di Diritto
Canonico e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Attraverso di
essi, il Pontefice vuole favorire "non la nullità dei matrimoni, ma la
celerità dei processi", per evitare che "il cuore dei fedeli che
attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso
dalle tenebre del dubbio". Anche il vescovo diocesano potrà, pertanto,
dichiarare nulli i matrimoni.
O di "Ostpolitik". Attraverso
un capillare lavoro diplomatico, svolto dietro le quinte, Francesco dà
un forte impulso al "disgelo" tra Cuba e Stati Uniti d'America,
rompendo l'embargo durato decenni dalla fine della Guerra Fredda. Lo
testimoniano gli stessi presidenti Obama e Castro. Ma il Papa crea un
'corridoio' anche con Mosca, la "Terza Roma", attraverso l'incontro con
Kirill, evento mai avvenuto nella storia; recupera i rapporti con la
Turchia, dove viene riammesso l'ambasciatore vaticano dopo la crisi
provocata dalla frase sul genocidio armeno; tende una mano alla Cina
con una lunga intervista ad Asia Times in cui dice di stimare il popolo
dell'Ex Celeste Impero, che ha in tasca le chiavi dell'economia
globale, invitando a ragionare oltre la logica di Yalta.
P di "Pizza". Il desiderio da
sempre confessato nelle diverse interviste. Anche alla giornalista
francese Caroline Pigozzi, nel colloquio con Paris Match, alla domanda
su cosa gli manchi di più della sua vita di prima, Francesco risponde:
"Uscire e mangiarmi una pizza...". Cosa che ha in parte esaudito
recandosi al CeIs dove ne ha assaggiato un pezzetto, come testimonia la
foto scattata dal vaticanista Francesco Antonio Grana rimasta già nella
storia.
Q di "Quaresima". Un tempo di
grazia e di conversione, un momento per riscoprire la preghiera. E
proprio per questo il Pontefice fa dono a tutti i fedeli riuniti in
piazza San Pietro per l'Angelus circa 40mila confezioni di
'Misericordina', la medicina per la cura dell'anima, che quest'anno
diventa "plus".
R di "Riforma". Prosegue quella
della Curia e l'accorpamento di alcuni dicasteri con l'annuncio, a fine
Sinodo, della creazione di una maxi Congregazione per "Laici, famiglia
e vita". Introdotte anche nuove norme per l'amministrazione
finanziaria, che coinvolge anche la Congregazione per le cause dei
santi, e nuove regolamentazioni ad esempio per la Commissione per la
Tutela dei minori che si occupa della lotta agli abusi.
S di "Sinodo". Dopo quello
travagliato dell'ottobre 2014, anche il secondo Sinodo ordinario è
stata una prova non facile per il Pontefice argentino. Oltre alle
discussioni in Aula, anche alcune situazioni poco piacevoli come la
bagarre sulla lettera dei 13 cardinali (non confermata da tutti), la
notizia di un quotidiano italiano di un fantomatico tumore al cervello
del Santo Padre.
T di "Tratta umana". Forte
l'impegno di Papa Francesco a lottare contro questa piaga del mondo
moderno. Tanto che il Pontefice ha riunito presso la sede della
Pontificia Accademia delle Scienze, in Vaticano, i leader delle diverse
religioni per firmare un documento comune che mira a debellare ogni
forma di moderna schiavitù entro il 2020.
U di "Unità". Con gli
ortodossi: un primo storico passo è avvenuto il 12 febbraio
nell'aeroporto de L'Avana, a Cuba, con l'abbraccio con il patriarca di
Mosca Kirill e la firma di una Dichiarazione congiunta. Poi con gli
ebrei: come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Francesco si è recato in
Sinagoga ribadendo le comuni radici di fratellanza. Con i musulmani: si
attende una visita del Papa nella grande Moschea di Roma che, secondo
indiscrezioni, sarebbe imminente. Intanto una delegazione vaticana ha
riallacciato i rapporti con la prestigiosa istituzione sunnita di
al-Azhar recandosi al Cairo per invitare il gran Imam ad una udienza in
Vaticano.
V di "Vatileaks 2". I corvi
tornano a volare tra le mura leonine. Un nuovo caso di fuga di
documenti riservati si verifica a novembre, a tre anni dallo scandalo
del maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele. Protagonista è sempre
il giornalista Mediaset Gianluigi Nuzzi che usa il materiale trafugato
per il suo libro "Via Crucis"; con lui c'è anche il giornalista
Emiliano Fittipaldi de L'Espresso e il suo libro "Avarizia". Cambiano i
corvi: sono mons. Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaoqui,
entrambi membri della ex Cosea. Entrambi vengono arrestati dai gendarmi
il 2 novembre 2015. Tutti finiscono sotto processo nel Tribunale
vaticano; processo che assume nei mesi toni morbosi e che è ripreso lo
scorso sabato dopo una pausa di due mesi. Sulla vicenda si esprime il
Papa stesso per ben due volte: durante l'Angelus dell'8 novembre, in
cui sottolinea che la pubblicazione dei documenti è stata "uno
sbaglio", nonché un "atto deplorevole che non aiuta"; e durante il volo
di ritorno dall'Africa, affermando in conferenza stampa che "è
stato fatto un errore nel nominare mons. Vallejo Balda e Chaouqui alla
Cosea".
Z di "Zanzare". Un aneddoto
simpatico che chiarisce le intenzioni di un intero pontificato.
Bergoglio è in aereo e si dirige in Africa per compiere un
pellegrinaggio che lo porterà in Kenya, Uganda e Repubblica
Centrafricana. Proprio quest'ultima tappa è a rischio viste le
sanguinose sommosse civili avvenute a Bangui, pochi giorni
dell'atterraggio del Santo Padre. Numerose le polemiche e i timori per
la sua incolumità. La minaccia è reale, ma al giornalista che gli
domanda se tema un attacco nel corso del viaggio, il Papa risponde con
humor: "L'unica cosa che mi preoccupano sono le zanzare".
Salvatore Cernuzio | Zenit
13/03/2016
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