Filippo Martorana: Che bella scuola!
Data: Lunedì, 29 febbraio 2016 ore 04:30:00 CET
Argomento: Redazione


Vediamo di capirci: se nella Scuola mancano insegnanti, il minimo da fare è reclutare chi ne ha giuridicamente diritto. Ma se si immettono nella Scuola più insegnanti di quanti realmente ne servono, il minimo da fare è capire perché li si sta assumendo: devono insegnare a chi? agli alunni che hanno già i loro docenti? Una soluzione ci sarebbe: clonare gli alunni. Da uno ricavarne due o tre o quattro in misura proporzionale al numero dei docenti assunti ed ancora assumibili. Diversamente, dimezziamo le classi, e se occorre le dimezziamo ancora, e ancora, e ancora fino a quando la necessità di impiegare il numero di docenti assunti e assumibili non sarà soddisfatta. Si potrebbe perfino giungere, con un po' di fortuna, a carezzare l'utopia cettolaqualunquistica di un docente per alunno, un po' come un forestale per ogni albero.

Oppure - e qui salta fuori tutta l'inesauribile fantasia governativa - snaturiamo definitivamente il ruolo della docenza: c'è l'insegnante che insegna, e c'è l'insegnante che non insegna. Ma se non in-segna che in-segnante è? cioè che fa? Niente paura; gli assurdi logici sono perfettamente ricomponibili nella prassi governativa e ministeriale italiana: qualcosa inventeranno, escogiteranno, raffazzoneranno, abbineranno, com-presenzieranno, dilateranno, pluri-presenzieranno, ubiqueranno. Ossia, sminuzzeranno ulteriormente l'offerta d'istruzione e formazione in miriadi di attività non sempre congruenti e significative, più realisticamente scoordinate e deregolate, diurne pomeridiane e notturne, dirette trasversali diagonali tangenti e curvilinee tali che nessuna molecola dell'esistente scolastico, umano e materiale, fisico e psichico, alunni in primis, potrà sfuggire all'alienazione totale. Finalmente il tempo pieno di nulla.

Poco importa se per questa sventagliata di creatività non si sia sentito nemmeno il bisogno di una normativa che elementarmente uniformasse compiti e funzioni professionali nonché le loro modalità di svolgimento: evidentemente è troppo dispendioso premettere il pensiero all'azione, e cioè predisporre didatticamente a livello nazionale questo flusso di potenzialità che sono tali, appunto, solo in potenza. E poco importa se questa approssimazione, questa disarmante carenza di progettualità ministeriale, si riversi a discapito della qualità dell'insegnamento/apprendimento, e dell'umiliazione del docere, e dei docenti tutti. Così come poco importa che i nuovi immessi in ruolo, senza classi e alunni - ma dall'anno prossimo tutti i docenti indistintamente - saranno necessariamente sottoposti, per effettuare le loro imprecisate mansioni decise unilateralmente dal Dirigente scolastico (con quale criterio?), ad una mobilità schizofrenica e cabalistica, per gestire la quale la tetragona burocrazia italiana emetterà mugolii di piacere udibili fino all'emisfero australe. Pirandelliano.

Del resto, se in Italia dal 1921 hanno libera circolazione "Sei personaggi in cerca di autore", non si capisce perché non possano circolare almeno per un pò, poniamo, 60.000 docenti in cerca di alunni. O magari 100.000, o anche di più, a sentire gli annunci. E pensare che quel dilettante di Sheakespeare l'aveva buttata giù troppo complicata con quell' "essere o non essere", quando le cose erano tanto più semplici. Un vero capolavoro ontologico ministeriale e sindacale: l' "essere e non essere". Contemporaneamente, felici e contenti.

Filippo Martorana





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