
A scuola di storytelling: work in process per uno sviluppo di un modello originale trentino, ispirato ai principi della territorialità, del policentrismo e della presenza diffusa sul territorio
Data: Lunedì, 22 febbraio 2016 ore 03:30:00 CET Argomento: Redazione
Si è concluso ieri alle ore 17.30 del 19/02/2016 a
Trento, presso il Liceo "Antonio Rosmini", il collegio dei
docenti d'ambito per il corso serale e per il Centro territoriale
EDA, presieduto dalla dirigente scolastico prof.ssa Matilde
Carollo e con la presenza dei coordinatori del Dipartimento della
conoscenza, Servizio Istruzione e formazione secondo grado
Università e ricerca della Provincia Autonoma di Trento, dott.
CrescenzoLatino e dott. Marco Depaoli.
Assistere in prima persona, allo storytelling dei coordinatori è stata
un'esperienza emozionante. La comunicazione chiara ed efficace arriva
diretta. Immagini, slides, confronti, domande e feedback. Sei parte del
cambiamento in atto, con responsabilità di ruolo e dei processi.
Attraverso l'ascolto partecipativo osservi che cambiano le prospettive
per la comunicazione interna e per il benessere organizzativo.
Appartenere, integrarsi e comunicare in un'organizzazione che cambia.
Allora, rifletto sul dare senso alle azioni della quotidianità, sulla
creazione dell'identità collettiva e individuale, sulla costruzione di
una memoria anche cognitiva, sull'orientare l'opinione pubblica con
problematiche e soluzioni che permettono una reazione emotiva, sullo
sviluppo di una cultura fatta di atteggiamenti e di valori, su una
comunicazione efficace di tutte le attività e sulla facilità
dell'esposizione di problemi in cui trovare una soluzione, sulla
condivisione della mission e della vision della rete scolastica.
La rete, allora, ancora una volta diventa vincente, il lavoro di
squadra diventa responsabilità e condivisione di problematiche in cui
si cercano soluzioni alternative e partecipative. Ognuno dà un
contributo non meno importante e non meno fondamentale.
Si mette in gioco l'attenzione ai processi anche cognitivi e quelli di
carattere extracognitivo degli adulti; degli extraeuropei appena
arrivati e che desiderano inserirsi in un tessuto sociale; dei
detenuti, per dare loro un'altra possibilità di formazione e orientarli
nella filiera di pari opportunità professionali; degli adulti che
desiderano un lavoro diverso e per coloro che scelgono di
riappropriarsi di un tempo didattico perduto per tante occasioni nella
scelta di un percorso scolastico o di una professione fra le varie
proposte della Rete.
Il modello sistemico di educazione permanente offre nuove e
diverse prospettive culturali e didattiche in cui viene riconosciuto
all'adulto una propria storia personale e cognitiva, un proprio vissuto
di esperienze, di competenze e di relazioni in cui la scuola deve
individuare e, ancor più, deve certificare, attraverso dei crediti per
tesaurizzare le esperienze formali, non formali e
informali.
I corsi serali per adulti promossi dalla Provincia Autonoma di Trento
per l'anno scolastico 2015/2016, sono suddivisi per zona territoriale
(Borgo Valsugana, Cles, Mezzolombardo, Pergine, Predazzo, Riva del
Garda, Rovereto, Tione e Trento).
Permettono di acquisire gratuitamente un diploma o una qualifica
attraverso: o percorsi personalizzati assistiti o nuove tecniche di
apprendimento a distanza (e-learning) o possibilità di abbreviare
l'iter scolastico o riconoscimento di crediti (studi già compiuti e
certificati da titoli, certificazioni conseguite, esperienze maturate
coerenti con l'indirizzo di studi intrapreso).
Gli stakeholders, i portatori di interesse, avvertono la necessità e la
convenienza dell'investimento nella formazione del capitale umano e
sociale a tutti i livelli, anche per la forte spinta proveniente
dall'Unione Europea, la prospettiva del Lifelong learning è al tempo
stesso una necessità sociale della modernità e un'opportunità
personale, che consente alla persona di vivere più pienamente, con più
libertà, autonomia, consapevolezza e responsabilità.
Il punto di svolta è rappresentato dal D.P.R. 29 ottobre 2012, n° 263,
schema di regolamento recante "Norme generali per la ridefinizione
dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli
adulti, ivi compresi i corsi serali, ai sensi dell'articolo 64, comma
4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133".
Il settore dell'educazione degli adulti è attraversato da profondi
cambiamenti della domanda formativa a seguito dei mutamenti economici,
demografici, sociali e culturali intervenuti negli ultimi venti anni e
in particolare della sempre più consistente presenza di cittadini
stranieri.
In questa prospettiva la Giunta provinciale di Trento ha approvato
recentemente, con deliberazione n. 1847 del 26 ottobre 2015, uno
specifico progetto finalizzato al rafforzamento delle competenze di
base della popolazione più adulta.
L'esito del confronto ha portato, anche in considerazione della
specificità territoriale del Trentino e della previsione della L.P. n.
5/2006, che assegna alle istituzioni scolastiche il compito e la
responsabilità dell'educazione degli adulti, alla scelta di sviluppare
un modello originale trentino, ispirato ai principi della
territorialità, del policentrismo e della presenza diffusa sul
territorio.
L'esito di questo processo è il Regolamento sull'assetto organizzativo
e didattico dell' educazione degli adulti approvato dalla Giunta
provinciale.
In sintesi, il modello proposto si sostanzia nei seguenti elementi
qualificanti:
-comprende tutta le filiera formativa, non solo l'istruzione con
i percorsi del primo e secondo ciclo, ma anche l'Istruzione e la
formazione professionale;
-il modello trentino prevede l'intera offerta formativa in
un'unica istituzione mentre a livello nazionale i percorsi di primo
livello sono affidati ai CPIA mentre quelli del secondo livello sono
incardinati negli istituti superiori;
- si attua in un sistema diffuso sul territorio anziché in un
unico centro provinciale, in coerenza con il concetto di autonomia dei
territori;
-un sistema che non si occupa solo di istruzione scolastica ma di
formazione continua delle persone di tutte le età, a supporto dello
sviluppo culturale, professionale e economico dei territori;
-un sistema, unico in Italia, che prevede anche un percorso per
adulti in ambito liceale;
-un sistema che valorizza l'autonomia delle singole istituzioni
scolastiche e formative nell'ambito di una rete provinciale.
Ma torniamo alla definizione di storytelling, cerco su Google, leggo
Wikipedia e condivido con voi, con il vostro immaginario
dinamico:"Storytelling è una metodologia che usando i principi
della retorica e della narratologia crea racconti influenzanti in cui i
vari pubblici possono riconoscersi. Lo storytelling è oggi
massicciamente usato dal mondo dell'impresa, dal mondo politico e da
quello economico per promuovere e posizionare meglio valori idee,
iniziative, prodotti, consumi.
Lo storytelling è un approccio disciplinare molto focalizzato sulle
dinamiche di influenzamento sociale, che vengono successivamente
applicate al mondo dell'impresa, dei consumi e delle istituzioni".
L'immaginario dinamico si arricchisce nella condivisione e, attraverso
lo storytelling, diventa occasione di scambio e di proposte operative,
in cui nel riconoscimento e nella valorizzazione del patrimonio
culturale e professionale della persona e nella personalizzazione dei
percorsi degli adulti, i dirigenti scolastici della rete condividono e
sottoscrivono un Patto formativo individuale (PFI) con ogni studente.
Carmen Valentino
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