I Presidi non sono sceriffi
Data: Martedì, 16 febbraio 2016 ore 02:00:00 CET
Argomento: Redazione


Molti sono stati gli attributi riferiti ai Presidi nella lunga campagna di preparazione alla riforma della "Buona scuola" che ho prodotto la Legge 107/2015, modificando e riducendo di gran lunga i cosiddetti "poteri" assegnati ai dirigenti, lasciando inalterati e ancora più gravose le responsabilità dei dirigenti nella gestione organizzativa, didattica e amministrativa della scuola. A seguito del convegno promosso presso la Camera dei Deputati dall'On.Elena Centemero di Forza Italia sul tema "Presidi: sceriffi o manager?" è stato comunicato che "Forza Italia istituirà a breve un tavolo di confronto stabile con i dirigenti scolastici, valorizzati sulla carta dalla Buona Scuola ma troppo spesso lasciati soli nei fatti."

E' certamente cambiato il ruolo e il compito del dirigente scolastico nella scuola rinnovata che dialoga con il territorio che si pianifica in una progettazione triennale e utilizza al meglio le risorse dell'organico dell'autonomia e del potenziamento. Inoltre il sistema di valutazione comporta per il dirigente scolastico, coma ha detto il direttore generale del MIUR, Carmela Palumbo, una responsabilità per obiettivi di processo e di risultato non disgiunta dalla autovalutazione della scuola e dal piano triennale dell'offerta formativa.
Migliorare e qualificare l'incontro tra le necessità formative individuate nell'ambito del potenziamento dell'offerta formativa e le competenze dei docenti assegnati ai singoli istituti, è certamente la sfida che impegna i dirigenti scolastici oggi.

L'apparente "potere" assegnato nell'assegnazione del bonus ed il merito ai docenti è vincolato dai criteri definiti dal comitato di valutazione ed è caratterizzato dalla qualità del servizio prestato riconosciuto e validato. La discrezionalità appare residua e non può essere utilizzata come di attacco al ruolo del dirigente, spesso contestato e criticato, come espressione della Legge 107/2015. Come ha sostenuto Francesco De Sanctis, già direttore generale in diversi Usr, alla responsabilità deve corrispondere il potere decisionale.

Il convegno che non ha trattato questioni economiche e di retribuzione inadeguata , si è svolto proprio nello stesso momento in cui presso il Miur si è aperta la vertenza sindacati-ministero sulla retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici, L'Amministrazione ha dichiarato di non essere in grado di fornire i dati sulla ripartizione tra le regioni del Fondo. Nel comunicato sindacale si legge che secondoaccordi già definiti con l'UCB (Ufficio Centrale di Bilancio), parte delle risorse messe a disposizione dalla L. 107/2015 saranno destinateal recupero del debito determinatosi negli anni precedenti per effetto dell'ultrattività dei contratti integrativi regionali; il FUN 2015-16 sarà riportato agli stessi livelli del 2010-11.
La questione rimane aperta ed occorre agire, dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, ed avendo aperto una Sezione Anief dirigenti si intende portare avanti e con forza una battaglia di conquiste a salvaguardia dei diritti acquisiti e riconosciuti.

È necessario che il Governo rispetti gli impegni assunti a seguito delle mobilitazioni della categoria, destinando interamente le risorse stanziate dal comma 86 della L. 107 al ripristino delle retribuzioni dei dirigenti scolastici tagliate dal decreto Tremonti. Occorre inoltre un confronto politico anche alle tematiche relative al reclutamento, alla valutazione e alla retribuzione di risultato dei Dirigenti Scolastici.
L'obiettivo di un ruolo dirigenziale unico resta sempre al primo posto dell'azione riformatrice della scuola che cresce e si rinnova, e si auspica che la riforma della P.A. rispetti questa priorità, dando giustizia ad una palese disomogeneità.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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