La religione cattolica nelle scuole statali. L'88% degli alunni si avvale dell'insegnamento della religione cattolica. In Italia la pratica religiosa coinvolge soltanto il 15%
Data: Lunedì, 15 febbraio 2016 ore 03:30:00 CET
Argomento: Redazione


Nelle scuole il mese di febbraio è dedicato alle iscrizioni e si comincia a costruire e delineare il nuovo anno scolastico che inizierà a settembre. All'atto dell'iscrizione, che avviene on line, i Genitori sono invitati a scegliere la scuola dove intendono far frequentare i loro figli ed anche ad esprimere la scelta se avvalersi o meno dell'Insegnamento della Religione Cattolica (IRC). È dunque questo un tempo particolarmente opportuno per riflettere sulla presenza di questa materia all'interno dell'ordinamento scolastico italiano. Nell'anno scolastico 2014/2015, circa l'88% degli studenti che frequentano le scuole statali italiane, si è avvalso dell'IRC. Il dato è molto interessante perché, se si considera che la pratica religiosa in Italia si attesta attorno al 15%, possiamo affermare che gli studenti si avvalgono dell'IRC non necessariamente a seguito della propria adesione alla Chiesa.

In effetti, l'IRC, nel rispetto della laicità dello Stato, ha certamente dei contenuti confessionali, ma vengono impartiti in modo laico e l'ora di religione costituisce (se ben fatta) un'ora di cultura religiosa e non di catechesi e, quindi, aperta agli alunni di qualsiasi credo religioso o anche a chi afferma di non aver alcun credo.
L'IRC è l'unica materia scolastica che può essere scelta e, se volessimo parlare di "indice di gradimento", dovremmo arrenderci all'evidenza che l'88% è segno di un alto interesse per questa disciplina, eppure attorno a questa materia da sempre c'è un grande dibattito: c'è chi la vede incompatibile con la laicità dello Stato e vorrebbe dunque abolirla e chi invece vorrebbe sostituirla con Storia delle religioni.

Coloro che si fanno promotori di tale cambiamento, vorrebbero che si studiasse una più generica storia delle religioni, e quindi fosse obbligatoria per tutti gli alunni e impartita da insegnanti formati solo dallo Stato, superando il vincolo della nomina che attualmente compete al Vescovo, tramite l'Ufficio diocesano per gli insegnanti di Religione.
La Storia delle religioni che alcuni auspicano per la scuola italiana rinnovata non sarebbe semplicemente un'estensione dell'oggetto di studio e quindi capace di comprendere non solo il cristianesimo, bensì tutte le religioni, come avviene in Gran Bretagna.

A quanti vorrebbero capovolgere la dimensione quantitativa con quella qualitativa ribaltando le tematiche connesse alla dimensione religiosa, si potrebbe rispondere che per conoscere occidentale non si può prescindere dalla storia del cristianesimo che l'ha plasmata. Non è possibile, infatti, parlare di letteratura, di storia, di arte, di musica italiane ed europee senza conoscere il cristianesimo.
Nella laica Inghilterra, recentemente il Governo ha deliberato che il 75% delle ore di lezione di religione siano dedicate allo studio del cristianesimo.

Chi invoca l'introduzione della Storia delle religioni, molto spesso accompagna questa richiesta esprimendo il desiderio di adeguarsi a quanto avviene in Europa, ma, in realtà, nella metà degli stati europei s'insegna religione con modalità analoghe a quelle italiane e, dunque, o ignora la realtà dei fatti o mente sapendo di mentire.
Inoltre, l'insegnamento della Storia delle religioni obbligatoria per tutti, andrebbe a ledere in un certo senso il principio della libertà religiosa che viene rispettata mediante la libertà di scelta come prevede la normativa vigente.
Chi oggi si avvale dell'IRC è cosciente di scegliere una materia i cui contenuti fanno esplicito riferimento all'insegnamento della Chiesa Cattolica, al punto che, se l'insegnante non li proponesse in tal modo, perderebbe l'idoneità all'insegnamento.

Il ruolo e il compito del docente di Religione Cattolica è quanto mai importante anche nel rispetto dei Patti lateranensi e dell'Intesa che disciplinano i rapporti tra Stato e Chiesa come recita l'articolo 7 della Costituzione: "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani".
Le trasformazioni laiciste dell'agire scolastico che vietano il presepe a scuola, che denominano la festa di Natale come "vacanze d'inverno", che vietano occasionali funzioni religiose a scuola, sono indicative del cambiamento della cultura contemporanea che perde consistenza, distaccandosi dalle proprie radici e quindi è destinata ad inaridirsi e seccare.
Se la storia ha ancora la funzione di essere "magistra vitae" dovrebbe far aprire gli occhi a quanti si ostinano a non voler vedere la realtà e, infatuati dal fumo del progresso e dello sviluppo civile, inventano formule di neutralità, surrogati di famiglia, nuovi insegnamenti e ideologie devianti l'agire naturale dell'uomo.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it


Convegno a Catania
Giovedi 18 febbraio dalle ore 8,13 alle ore 13 a Catania, presso l'Hotel Nettuno avrò luogo il Convegno promosso dall'Associazione Docenti di Religione sul tema: L'insegnamento della Religione Cattolica nella Riforma "La Buona scuola": Educare alla bellezza nell'attività didattica
Interverranno il dott. Luciano Chiappetta del Ministero, Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, il prof. Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir e presidente dell'ADR





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