Capodanno ogni giorno di Antonio Gramsci
Data: Lunedì, 04 gennaio 2016 ore 02:00:00 CET Argomento: Opinioni
La riflessione
più significativa sul Capodanno la scrisse Antonio
Gramsci in giovane età, nel 1916, esattamente un secolo fa. Gramsci
aveva ragione quando scriveva che dovrebbe essere Capodanno ogni
giorno. Ma senza le stupide convenzioni sociali, gli stereotipi ottusi,
il falso perbenismo borghese, il moralismo ed il conformismo ipocrita
della società dei consumi di massa, senza i buoni propositi di ogni
inizio d'anno che fanno assomigliare la vita umana ad un'azienda
commerciale con i suoi consuntivi finali, bilanci e preventivi. Il
comunismo dovrà spazzare via anche le inutili e sciocche convenzioni,
le date e le ricorrenze vuote di senso. Questi Capodanni, che
rappresentano soltanto convenzioni rituali, inducono a credere sul
serio in una discontinuità della vita e della storia umana. Mentre non
è affatto vero.
Sono altri i momenti storici che hanno sancito un salto
rivoluzionario, o una discontinuità effettiva. Ad esempio, il 1789 o il
1917. Giusto per intenderci. Purtroppo, la maggior parte della gente
non si rende conto di inseguire chimere ed illusioni. Ogni fine d'anno
si ripete, puntualmente, lo stesso meccanismo rituale, mentale, di
massa. Una sorta di "droga collettiva", di "oppio dei popoli" utile a
condizionare le classi popolari e mantenerle in uno stato di
subalternità, sotto il giogo delle élites dominanti. Come recitavano
gli antichi latini: panem et circenses. Si dice "anno nuovo, vita
nuova", ma è solo una mera illusione.
Nel corso della storia umana si
verifica assai raramente una soluzione di continuità, una rottura o un
trauma tali da generare mutamenti radicali, tranne nei casi in cui si
realizzi una rivoluzione epocale. Neanche nel caso delle più celebri
date spartiacque, il 1492, anno della scoperta dell'America, o il 476
d. C., che sancì ufficialmente la deposizione dell'ultimo imperatore
romano d'Occidente. Queste date rappresentano convenzioni stabilite
dagli storici per segnare sulla linea del tempo eventi che separano due
epoche storiche, suscitando un'immagine di rinnovamento che è puramente
simbolico ed illusorio. Solo un'autentica rivoluzione avrà il potere di
introdurre qualche innovazione concreta e profonda nella vita
quotidiana delle persone. Per cui le vere date spartiacque della storia
sono altre: il 1789, anno della rivoluzione giacobina, il 1917, anno
della rivoluzione bolscevica.
Tali eventi storici hanno fatto compiere
all'umanità uno straordinario balzo in avanti, innescando una soluzione
di continuità reale. Ora, tenendo conto che il pensiero di Gramsci è di
un'intelligenza inarrivabile, mi accontento di aggiungere riflessioni
più banali e modeste. Come già detto, a Capodanno si usa augurare "anno
nuovo, vita nuova". Un augurio che rivolgiamo a noi stessi e a chi
amiamo. Ma la verità è che, con il trascorrere degli anni, si rischia
di invecchiare. Per cui il miglior auspicio che mi viene in mente, è di
riuscire a conservare l'entusiasmo, la carica vitale, le speranze e le
energie giovanili. Come dicono nella capitale dello Stato Pontificio:
"bonanotte ar secchio, ormai ce semo". Il mio auspicio speciale è che i
bilanci sul passato siano sempre onesti, mentre i desideri e i progetti
per il futuro siano realizzabili.
Nel contempo, non conviene mai
precludersi la possibilità di sognare e pensare in grande stile, di
volare alto, affinché si attui finalmente l'utopia di un'autentica
rivoluzione palingenetica: l'emancipazione del genere umano da ogni
forma di oppressione, politica, economica, religiosa. Pensare ed agire
con coerenza, non accettare supinamente le idee altrui: è questo un
augurio davvero speciale.
Lucio Garofalo
l.garofalo64@gmail.com
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