Passa lo stanziamento di soli 300 mln di euro per sbloccare lo stipendio a 3 mln di statali, Anief si rivolge alla Corte Costituzionale
Data: Lunedì, 28 dicembre 2015 ore 03:00:00 CET
Argomento: Sindacati


Ai dipendenti pubblici viene conferito come aumento appena un decimo dell’indennità di vacanza contrattuale prevista. Permane il buio sul triennio successivo, visto che la somma stanziata servirebbe solo per il 2015. Inoltre, ci sono forti dubbi su tempi e modalità del rinnovo contrattuale, quando tra l’altro l’anzianità di servizio lascerà spazio al criterio della produttività previsto dalla legge Brunetta di riforma della PA nel 2009. Non è stato accordato, infine, alcun indennizzo per gli anni pregressi, nonostante la Consulta avesse indicato l’esatto contrario. L’Anief non ci sta e chiede aumenti veri e il recupero di 5mila euro di arretrati. A tale scopo è stato già predisposto un apposito ricorso, attraverso cui chiedere lo sblocco immediato e il pagamento per intero dell'indennità, pari a 110 euro medie a lavoratore, più l’accreditamento degli arretrati. A tutti i lavoratori che aderiranno al ricorso, Anief fornirà a breve un modello per richiedere l'attribuzione di quanto spettante.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): sul rapporto stipendi-inflazione vi è una recente sentenza della Consulta (sulle pensioni quali retribuzioni differite), che ne impone la perequazione automatica al di là della firma di un contratto. E poi la copertura doveva essere triennale, e che adeguata ai valori previsionali dell’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione, come individuati nel DEF (+1% nel solo 2016). Parlamento, approvando la Legge di Stabilità, non doveva di certo fermarsi a 300 milioni, ma garantire lo stanziamento di almeno 5 miliardi di euro.
Con voto di fiducia, l’Aula del Senato ha approvato la Legge di Stabilità: vengono confermati appena 300 milioni di euro per il rinnovo contrattuale di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, che hanno il contratto fermo da sei anni. Si tratta di una cifra a dir poco esigua, che basterebbe appena per coprire dieci euro ad ogni lavoratore statale per il solo semestre del 2015. Per sanare il “buco” contrattuale, invece, riportando lo stipendio almeno al livello dell’inflazione, bisognava stanziare ben altre cifre: più di 100 euro. A questi si devono aggiungere 5mila euro di arretrati, perché al momento della firma del nuovo contratto gli aumenti saranno ormai selettivi, poiché basati sulla prestazione dei singoli dipendenti all’interno dell’unità produttiva (Decreto Legislativo 150/09). Come, del resto, già previsto nella scuola con l’istituzione del fondo sul merito, quale salario accessorio, attribuito dal dirigente scolastico al personale su criteri definiti dal nucleo di valutazione (comma 126 e a seguire della Legge 107/2015).
Dal Parlamento, su spinta del Governo, arriva quindi l’ennesimo mancato sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale, già congelata dal legislatore per dieci anni (2008-2018): la cifra, infatti, non solo lascia intatto il gap di 4-5 punti rispetto all’inflazione che ha corso di più delle buste paga in questi anni, ma non prevede nemmeno interventi retroattivi né coperture future.
Secondo Marcello Pacifico, nell’ultimo lustro “gli stipendi sono stati sganciati dal costo della vita che in media è aumentato di altri 4 punti percentuali, come è stato certificato anche nei contratti del settore privato: questo è quanto dovrebbe pagare lo Stato a 3 milioni di dipendenti pubblici per il 2010-2015. Ma il Governo, forse confidando nell’esplicito intervento non retroattivo della sentenza della Consulta che ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA, starebbe mettendo in campo delle risorse che coprono l’adeguamento dei valori dell’indennità di vacanza contrattuale per i soli ultimi sei mesi dell’anno”.
“Eppure – continua Pacifico – proprio sul rapporto stipendi-inflazione vi è una recente sentenza della Consulta (sulle pensioni quali retribuzioni differite), che ne impone la perequazione automatica al di là della firma di un contratto. Inoltre, la copertura doveva essere triennale (a differenza delle leggi Finanziarie approvate fino al 2008) e adeguata ai valori previsionali dell’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione, come individuati nel DEF (+1% nel solo 2016). L’impegno che doveva quindi prendersi il Parlamento, approvando la Legge di Stabilità, non doveva di certo fermarsi a 300 milioni, ma garantire lo stanziamento di almeno 5 miliardi di euro”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.
Per recuperare le somme spettanti in termini di arretrati e riallineare le buste paga almeno ai valori dell’inflazione, come avviene nel privato e come già previsto dal Parlamento (Legge 203/2008), non rimane quindi che ricorrere nuovamente in tribunale. Pertanto, il sindacato Anief ha deciso di chiedere lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale per il personale della scuola, chiedendo nuovamente alla Consulta di far prevalere la legge e i diritti dei lavoratori. A tale scopo, Anief ha predisposto un apposito ricorso, attraverso cui chiedere lo sblocco immediato e il pagamento per intero dell'indennità, pari a 110 euro medie a lavoratore, e l’accreditamento degli arretrati. A tutti i lavoratori che aderiranno al ricorso, Anief fornirà a breve un modello per richiedere l'attribuzione di quanto spettante.

Anief.org





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