Non disperdiamo il monito di Papa Francesco
Data: Mercoledì, 25 novembre 2015 ore 03:30:00 CET Argomento: Redazione
"Fra
gli operai più malpagati ci sono gli educatori. Cosa vuol dire?
Semplicemente che lo Stato non ha interesse. Se l'avesse le cose non
andrebbero così" ha detto Papa Francesco. Un rimprovero autorevole e
fondato, occasione per meditare. Nella società contemporanea Il
riconoscimento economico è una variabile dipendente: varia in funzione
dalla qualità della prestazione lavorativa. La riqualificazione del
lavoro dei docenti è la chiave di volta per il superamento
dell'insostenibile situazione. In campo giocano tre squadre: il potere
legislativo, il potere esecutivo, il corpo docente.
La "buona scuola" fornisce l'occasione per valutare l'intensità del
loro coinvolgimento e della loro maestria nel disegnare un servizio
adeguato al contesto socio-culturale odierno.
Il titolo della legge 107 esprime la direzione del cambiamento indotto
dalla riforma; è cassata la precedente titolazione che sintetizzava la
finalità del sistema scolastico: da "Sistema educativo di istruzione e
formazione" a "Sistema nazionale di istruzione e formazione"
I docenti non sono più responsabili della promozione di capacità e di
competenze, generali e specifiche, ma sono costretti nella funzione
"ripetitore": i libri di testo e il mondo del lavoro sono i riferimenti
certi della loro professionalità. Le competenze specifiche, esibite
dagli studenti, sono il parametro principale della valutazione
dell'insegnamento impartito.
Il corpo docente ha accetto supinamente la variazione.
Il titolo della legge 107, che attesta l'adesione alla cultura
sistemica, implica il rispetto del principio: "è il tutto che definisce
il significato delle parti". Principio calpestato: la gestione
scolastica è parcellizzata, l'interdipendenza è carattere sconosciuto,
ogni soggetto/funzione ha un propria, isolata fisionomia.
2) Il governo di un sistema avviene grazie al feed-back che, comparando
gli esiti attesi con i risultati conseguiti, capitalizza le
informazioni contenute negli scostamenti e migliora l'efficacia del
piani strategici.
La buona scuola muove in direzione opposta, assegnando a terzi l'onere
del controllo.
Il corpo docente ha accetto supinamente i due errori.
Il paragrafo 7 della legge 107, che elenca gli obiettivi formativi
prioritari, asse portante del piano triennale dell'offerta formativa,
confonde i fini con i mezzi: disorientamento, ingovernabilità e
confusione sono l'inevitabile conseguenza.
Il corpo docente non si è accorto di nulla.
La modificata finalità della scuola ha consentito di ridisegnare la
struttura decisionale: la sequenza formazione (rapporto scuola
società); educazione (identificazione e perseguimento delle capacità
sottese ai traguardi formativi); istruzione (coordinamento degli
insegnamenti per la loro convergenza verso traguardi comuni);
insegnamento è soppressa, sostituita dal rapporto lineare
dirigente-docente.
Il Consiglio di Circolo/Istituto è espropriato della funzione
strategica.
Il Collegio dei docenti, non essendo stati esplicitati i traguardi da
perseguire in termini di capacità e competenze generali, è privato
della responsabilità connessa alla progettazione educativa.
Il Consiglio di classe, non essendo orientato, perde la sua ragion
d'essere.
Il docente, isolato, è vincolato dal sapere disciplinare e
dall'obbedienza alle direttive del dirigente.
I dettami delle scienze dell'organizzazione sono violati.
Il corpo docente ha accetto supinamente il ritorno al passato.
L'art. 1 del DPR del 99, che identificava la sostanza dell'autonomia
delle istituzione nella progettazione formativa, educativa,
dell'istruzione, è abrogato tacitamente.
Il corpo docente ha accetto supinamente la soppressione.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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