Restiamo umani: il Papa ha ragione
Data: Sabato, 21 novembre 2015 ore 01:30:00 CET
Argomento: Redazione


13 novembre 2015: un venerdì di Passione per Parigi. E un giorno di lutto e di dolore, e di sconfitta, per tutto il mondo civile occidentale. Nessun altro simbolo, nessun segno, se non quello della Croce, dell'uomo crocifisso, può esprimere meglio - io credo - in sintesi pregnante drammatica, e crudele, l'enormità del male compiuto dai terroristi islamici contro l'Uomo! Ora l'Europa piange e grida vendetta, guerra totale contro l'Isis. Giusto; il male non può restare impunito. Ma restiamo umani! E' questo il grido di papa Francesco che scuote le nostre coscienze e ci induce a riflettere, a non agire d'istinto! Non si sparga altro sangue nel segno giustificativo della vendetta, bombardando le incolpevoli popolazioni di inermi villaggi delle città siriane, o irachene; né si uccidano donne vecchi e bambini indiscriminatamente. Non si demonizzino in blocco milioni e milioni di persone solo perché di fede diversa dalla nostra. Il male non è la Siria o l'Iraq, non è il Corano ma il Jihad terrorista!

E' questa ideologia di morte che bisogna annientare! Perché, diciamocelo in faccia chiaramente, senza ipocrisie: tutti oggi compunti e pronti noi europei siamo a piangere i nostri morti e a temere per la vita dei nostri cari, e a difendere i nostri valori di libertà e di democrazia ma siamo sicuri di essere poi del tutto incolpevoli ed estranei ai fatti accaduti in Francia? Abbiamo forse pianto, noi europei, le migliaia di morti di bambini di donne e di vecchi iracheni e siriani ecc, ecc., dilaniati e fatti saltare in aria, o mutilati dai bombardieri americani, francesi, inglesi, ecc. ecc.?

Dagli anni '90 in poi, quale politica di pace e di cooperazione solidale l'Occidente, - con i suoi alleati -, ha promosso, e lealmente perseguito nel confronti e a favore delle popolazioni più emarginate e sfruttate, e povere, del Medio Oriente, e dell'Africa? Quale lotta a protezione della libertà e della giustizia contro certi regimi coercitivi e dittatoriali del mondo arabo? Se, oggi, molti editorialisti dicono, con la saccenteria disonesta propria dei veggenti in ritardo di comodo, che gli attacchi dei terroristi kamikaze islamici erano prevedibili, che bisognava aspettarseli; se oggi si condannano, post eventum!, - gli intrighi perversi che da tempo intrecciavano ( e tuttora intrecciano indisturbate), le diplomazie politiche internazionali dei cosiddetti Grandi della Terra con i magnati della industria bellica, con le frange retrive e inaffidabili dell'islamismo fondamentalista per fare affari e per difendere interessi di grandi petrolieri, di emirati arabi corrotti, della grande finanza mondiale, di cinici potentati economici, e di lobbie di vario genere che si arricchiscono giorno dopo giorno col traffico in nero delle armi e del petrolio; se, oggi, si sa con certezza che l'Isis disponeva (e dispone tuttavia) di un esercito, di risorse finanziarie enormi, e che godeva (e gode tuttora) di coperture e di favori economici e politici insospettabili da parte di certi paesi d'Occidente, che a parole lo combattono ma nei fatti lo foraggiano, come si fa a non piangere anche i morti di quell'altra parte di mondo che non è il nostro ma che pure è fatto di uomini come noi che abbiamo pure tradito?

Allora, è giusto: l'Isis va combattuto e sconfitto. Ma, per favore, restiamo umani con gli innocenti.
Perché il Papa, ancora una volta, ha ragione.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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